Medici e clandestini ovvero la sanità a rischio

6 Luglio 2009
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Red

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Martedì 7 luglio 2009, alle ore 16,30, presso l’Aula di Anatomia Patologica del San Giovanni di Dio, Cagliari, si terrà il convegno “Ddl Sicurezza”: Sicurezza per chi? Le norme, gli obblighi, le prassi e i rischi della Legge sulla sicurezza.

Sull’argomento segnaliamo alcune prese di posizione 

Bianco: nessun medico denuncerà i clandestini

“Ci è stato detto che per i medici non scatterà l’obbligo di segnalazione per gli immigrati clandestini. Noi su questo punto abbiamo qualche perplessità. Quello che è certo è che se un medico dovesse incorrere in sanzioni penali per mancata segnalazione, saremo pronti ad affiancarlo in tutto e per tutto. Fino ad arrivare all’autodenuncia”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Amedeo Bianco, commenta il via libera definitivo del Senato al Ddl sicurezza che introduce il reato di clandestinità. “Di fronte alla nostra preoccupazione - spiega Bianco all’ADNKRONOS SALUTE - ci è stato assicurato che non esistono i presupposti giuridici affinché scatti l’obbligo di denuncia. Questo perché, ci hanno spiegato, la configurazione del reato prevede una sanzione amministrativa. Ma i dubbi restano”. Per districare la matassa, secondo il numero uno della Fnomceo c’è bisogno di una norma ad hoc. “Una norma - conclude Bianco - che introduca senza equivoci una precisa e specifica esenzione per i medici, e tutti gli operatori sanitari del Ssn, dall’obbligo di denuncia degli immigrati irregolari che chiedono assistenza sanitaria”.

Neanche l’Amci denuncerà

“Siamo contrari a qualsiasi norma che introduca l’obbligo, per i medici, di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie. Se il provvedimento prevede invece per i camici bianchi la possibilità, senza costringerli alla denuncia, sono comunque certo che nessun medico denuncerà i clandestini. E noi siamo pronti a fare delle campagne che vadano in tale direzione”. Vincenzo Saraceni, presidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), chiarisce all’ADNKRONOS SALUTE la posizione dei camici bianchi cattolici sul Ddl sicurezza approvato oggi a Palazzo Madama. Sul ‘passaggio’ del provvedimento che ha provocato malcontento nel mondo sanitario, aleggia in queste ore confusione tra gli addetti ai lavori, “ma se i medici si trovassero nelle condizioni di denunciare - ci tiene a sottolineare il numero uno dell’Amci - verrebbe meno la tutela della vita umana, che è un diritto al di sopra di ogni altro dovere”. Anche perché la possibilità di essere segnalati una volta giunti in ospedale “accenderebbe la diffidenza negli immigrati irregolari, con il rischio, per questa popolazione, di evitare le cure o di rinviarle nel tempo. Una possibilità - fa notare Saraceni - che comporta ovvi pericoli per l’intera collettività”.

Rischio denuncia allontana clandestini dalla sanità

Cresce la preoccupazione tra gli immigrati di essere segnalati come clandestini. Un timore che li tiene alla larga, anche se ammalati, da Pronto soccorso e ambulatori pubblici italiani. E’ stato infatti registrato un calo di quasi il 35% dei migranti che ricorrono alle cure mediche in ospedale, con picchi del 75% come nel caso del San Paolo di Milano. E’ quanto emerge da un’indagine condotta nelle ultime tre settimane dal Gruppo EveryOne nei principali ospedali di Roma (San Gallicano, Policlinico Umberto I, San Camillo Forlanini, Policlinico Tor Vergata, ospedale Grassi di Ostia) e Milano (Niguarda, Policlinico, San Paolo, San Carlo). Una notizia allarmante, soprattutto alla luce del via libera di ieri del Senato al Ddl sicurezza che introduce il reato di clandestinità. Una norma che, a detta dei medici, li mette di fatto nella condizione, in quanto pubblici ufficiali, di segnalare i clandestini. “Ci giungono notizie drammatiche - denunciano in una nota Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione per i diritti umani Gruppo EveryOne - relativamente al numero di immigrati che nelle ultime settimane non sono ricorsi alle cure mediche in ospedale nonostante le gravi condizioni di salute. I nostri attivisti hanno ricevuto segnalazioni di vere e proprie tragedie umanitarie, proprio in virtù della fobia da reato di clandestinità”. “Nel nostro Paese, come negli altri Paese dell’Ue - osserva l’organizzazione - sono presenti anche migranti provenienti da Congo, Rwanda, Sudan e altri Stati africani colpiti dal micidiale virus dell’Ebola. Dopo l’approvazione del decreto, vivranno nascosti in luoghi inaccessibili e in condizioni igieniche tragiche. Basterebbe un solo caso di contagio da parte del virus Ebola o di altra febbre emorragica letale per provocare un’epidemia assolutamente incontrollabile. Una volta esplosa, a causa del panico e della paura da parte dei migranti di collaborare con le autorità sanitarie e le istituzioni pubbliche italiane, la popolazione italiana - concludono i co-presidenti di EveryOne - potrebbe venire falcidiata in pochi mesi”.

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Dr. Anna Rita Ecca
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