Tempi duri e pericolosi

2 Aprile 2024
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Andrea Pubusa

Tutto si puo’ dire fuorche’ che questi siano tempi tranquilli.  Sembra che tutto ciò che si è detto dopo la seconda guerra mondiale sia stato dimenticato e cosi i principi e le libertà sancite nelle Carte nazionali e internazionali approvate in quel periodo. Li si parla di pace,  si ripudia la guerra, oggi si impone un linguaggio militaresco, intriso di minacce e sentimenti ostili; anziche’ per il soddisfacimento dei diritti sociali essenziali le risorse vengono destinate agli armamenti.  La follia più grande è pensare che qualcuno possa vincere. In realtà la sconfitta è di tutti. Non parliamo poi di Gaza, dove la sproporzione fra la gravità dell’attacco di Hamas e la reazione di Israele è manifesta e indiscutibile. Un genocidio? Un massacro? Migliaia di uomini, donne e bambini uccisi, ridotti alla fame, senza assistenza sanitaria. Non c’è antisemitismo in chi condanna queste azioni, ma solo ripudio di esse e solidarirtà coi colpiti. C’è un ancoraggio ai principi di civiltà, cui non si può derogare mai per nessun motivo. Chi deroga per ragioni di parte in realtà dà fiato ai venti di guerra. Lo stessa condanna ovviamente vale per l’azione criminosa di Hamas del 7 ottobre, con uccisioni, stupri e rapimenti. Da azioni di questa natura non può venire alcun effetto positivo. Anch’esse vanno condannate con fermezza.

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