Quei giorni a Fonsarda

21 Febbraio 2010
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Gianluca Scroccu

Parlare di Fonsarda. Ma a volte sembra di rivivere una specie di Spoon River di una stagione iiripetibile. Il libro di Franco Melis “Quei giorni a Fonsarda. Venti storie inventate, forse tutte vere” (Aipsa, pp. 240, 12,00€). Lontanissima rispetto al disincanto e alla rassegnazione che sembrano avvolgere questi nostri anni di rassegnazione e di rifiuto dell’impegno. Ci sono le scene delle assemblee del collettivo, ricettacolo di “terroristi e cattocomunismi” che si oppongono alle cementificazioni “ che volevano “riempire con altri casermoni i superstiti fazzoletti destinati al verde e gli ultimi sterrati che fungevano da campetti di calcio”. Guidati da Efisio Belalchioma, si oppongono ai costruttori che intendono cancella re gli ultimi spazi di verde. Caricandosi di responsabilità, in una lotta dura e forse impari. Dove si mischiano la quotidianità della vita di queste persone normali, i loro amori molto carnali fatti di tradimenti. O da Pasquale, che chiamato ad un incontro dal costruttore per cercare di trovare un accordo, alla più ovvia del palazzinaro “ Ma a lei chi glielo fa fare?”, risponde paragonando il suo impegno alla beneficienza, alla goduria che si prova “a rimettere in riga certi prepotenti. Giuseppe detto Stalin per le sue sopracciglia e i baffoni così simili al dittatore Georgiano, un duro che invita i senza casa ad occupare e pretendeva l’impossibile dai giovani del Comitato (senza disdegnare le grazie delle giovani aderenti del comitato) La giovane inglesina Alice, laureanda in scienze politiche a Cambridge che deve preparare una tesi sul Comitato della Fonsarda perché il suo professore era rimasto colpito da quel quartiere dall’indice di edificazione altissimo, pari a quasi venti metri cubi a metro quadro), Storie tristi come quella di Sebastiano, schiantatosi con la sua Ducati il giorno della discussione di una tesi che non avrebbe mai potuto sostenere visto che aeva mentito sugli esami dopo tante esperienze tristi o di Babbo, il cameriere già capitano d’industria che, dopo una detenzione a Buoncammino, aveva deciso di dedicarsi agli altri e di scegliere un lavoro umile, la storia dell’amore impossibile tra l’omosessuale Alessandro e Cristina. il pompiere “A Fonsarda, una periferia immolata al dopoguerra palazzinaro, è sorto negli anni ’70 e ’80 un movimento che si è opposto con grande entusiasmo e impegno ai nefandi tentativi di cementificare gli spazi superstiti. L’autore, che ha prso parte a quella stagione, ha voluto illustrare la generosità dell’impegno collettivo che, al di là dei traguardi raggiunti, ha messo in discussione i costumi e la coscienza della piccola comunità.

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