Regionali. Progressisti chiamano, PD risponde. E gli alleati? E le associazioni?

23 Settembre 2023
2 Commenti


A.P.



Era facile prevederlo. Zedda e Agus chiamano, Comandini risponde. Manco a dirlo in piena sintonia: bocciato l’accordo fra Conte e Schlein per la candidatura in Sardegna di Alessandra come presidente del  centrosinistra. Questo apprendiamo da LUnione Sarda, due dichiarazioni in sequenza di Zedda e Agus e di Comandini. Questione democratica, dicono. Il presidente lo scelgono i sardi in Sardegna, non i continentali a Roma. D’accordo, ma, di grazia, la Todde a PD e Progressisti va bene o no? E l’intesa fra i leaders dei due maggiori partiti della coalizione, coi tempi che corrono, e’ un fatto positivo o no? Bah, tirando le somme, sembra eccessivo affermare che PD regionale e Progressisti non vogliono la Todde? Ma se ne contestano la designazione, significa che haanno in testa altro. Bene, ma devono dire chi vogliono. O e’ piu’ democratico organizzare le truppe e mettere gli alleati di fronte al fatto compiuto con le schede e le urne. Quali garanzie di codecisione hanno  in questa  designazione le numerose associazioni della coalizione? Queste formazioni si stanno organizzando per partecipare alla competizione elettorale. Devono decidere se e  come allearsi fra loro, chi candidare, quali temi sollevare. Un lavoro impegnativo nell’interesse della coalizione. Non possono essere distratti da manovre deteriori. O devono essere solo portatrici d’acqua? Di consenso e di voti?
PD e Progressisti non devono tirare troppo la corda. Puo’ saltare in aria tutto. Tutto e’ ancora magmatico, in fieri. C’e’ il rischio di rimanere culo a terra.

2 commenti

  • 1 Aladin
    23 Settembre 2023 - 09:27

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=147652

  • 2 Franco Meloni
    23 Settembre 2023 - 10:29

    Scusate se ribadisco il mio punto di vista. Interesserà a pochi, ma voglio esternare la mia sofferenza e indignazione per un certo modo di fare politica che viene riproposto nelle trattative della coalizione di centro sinistra. Che allontana sempre più i normali cittadini dalla partecipazione alla vita politica. Come ripete senza stancarsi Andrea Pubusa, stigmatizzando il modo di procedere delle trattative: rischiamo di perdere l’occasione di mandare a casa questa destra davvero impresentabile che tanti danni ha fatto e sta facendo alla Sardegna. E allora una supplica a tutti i partecipanti al tavolo: cercate di non inverare la terribile profezia dove “il maggior nemico della sinistra è la sinistra!” (la citazione è del prof. Luigi Gessa).
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    Per formazione e vita politica ultracinquantennale, sempre a sinistra, sono stato e sono tuttora distante dal Movimento 5 Stelle, che ho votato solo una volta per la credibilità di un amico candidato. Molto spesso non mi è piaciuto il Movimento – a cui peraltro riconosco molti meriti, come il reddito di cittadinanza, pur migliorabile e la sua funzione storica di argine alla destra – soprattutto nella sua fase di straordinario successo e consenso popolare. Oggi, dopo varie debacle che lo hanno ridimensionato, devo dire che mi è più simpatico, forse perché nel bene si è riorganizzato come un normale partito, anche nel male: vero, ma di questo non voglio parlare. Fatta questa premessa, mi sento libero e non attaccabile di partigianeria per le cose che di seguito dico. L’argomento è ovviamente “elezioni sarde” e specificamente la “scelta del candidato/a alla presidenza della regione”. Bene, io credo, anzi ribadisco, che la priorità da dare negli incontri dell’alleanza di centro-sinistra sia allo stato attuale la scelta del candidato/a. Perché è lui (o lei) che deve condurre le trattative per la definizione del programma e l’indicazione dei criteri per la formazione delle diverse liste, partendo da una fondamentale base comune e nel rispetto delle differenze delle diverse liste in coalizione, compatibili con la stessa. Le persone in grado di assumere questo importantissimo ruolo vi sono eccome. Ne elenco alcune in ordine alfabetico: Piero Comandini, Desirè Manca, Paolo Maninchedda, Graziano Milia, Alessandra Todde, e tanti altri/e. Tuttavia dichiaro che la mia preferenza va a Alessandra Todde. E poco mi importa che il suo nome sia gradito e suggerito dalle segreterie romane dei partiti italiani. Che problema ci sarebbe? Lesa maestà per i sardi? Ma non scherziamo. Ricordo che Emilio Lussu e altri proposero alla Consulta sarda e all’Assemblea costituente italiana che la Sardegna adottasse lo Statuto siciliano, stante la perentoria scadenza che vedeva i rappresentanti della Sardegna non concordi su uno Statuto cucinato in proprio. Apriti cielo! Come si sa, andò a finire che per la Sardegna fu adottato uno Statuto proposto “in articulo mortis” dalla Consulta sarda, di gran lunga meno autonomista di quello siciliano! Nel nostro caso la scelta “romana” dovrebbe/potrebbe coincidere con quella autonoma sarda. Questo è il mio auspicio. Non ne siete convinti? Ovviamente legittimo, ma prima di esprimere la vostra opinione definitiva, per favore leggete il curriculum vitae di Alessandra Todde (lo trovate su Wikipedia). Unito alla sua esperienza e alle sue posizioni politiche di dominio pubblico, per me basta e avanza!
    Alessandra Todde su Wikipedia

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