Carbonia. Prefetti e questori. Chi legge L’Unità è “incolto”, gli scioperi, “vera azione sovvertitrice”, comunisti e sindacalisti “agitatori di professione”, che “aizzano gli operai”: lavoro e rappresentanza, nessun rispetto per la Costituzione

24 Settembre 2023
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Gianna Lai

I partiti posti al centro del processo democratico nella Costituzione appena entrata in vigore, la dirigenza della Carbosarda a ostentare indifferenza e disinteresse per la rappresentanza politica e per quella sociale, sempre dura la repressione. E se la sicurezza del cittadino si misura sui diritti e sulle garanzie della Repubblica, certamente non con la polizia e i carabinieri si può risponde alle sacrosante richieste del lavoro. Così esplicito il linguaggio dei prefetti e dei questori, nelle loro relazioni mensili, fin dal giudizio espresso su L’Unità della Sardegna, in aprile, sotto la voce Situazione politica: “La pagina sarda de L’Unità presenta giornalmente i fatti di vita cittadina e paesana attraverso interpretazioni sempre tendenziose, che non possono non esercitare una notevole influenza sugli animi generalmente incolti dei lettori.” E, a scorrere in ordine di tempo le note del 1949 al Ministro dell’Interno, i minatori ancora massa amorfa, già qualificati tali dai precedenti prefetti: a gennaio, ad Iglesias, “Lo sciopero dei minatori e la chiusura dei cantieri nel bacino metallifero,… determinati da puro interesse di partito e non per venire incontro ai lavoratori i quali, in molte zone, seguono per lo più gli ordini provenienti da un gruppo di estremisti, che esercita sulla massa amorfa una certa influenza. I partiti della sinistra approfittano di questa loro situazione di privilegio, risolventesi in una forma di predominio sulle classi lavoratrici”, data anche la incapacità da parte della Dc di opporre una sua politica. “Sindacalisti improvvisati dell’estrema sinistra organizzano comizi in luoghi chiusi, col precipuo intento di turbare la tranquillità dei settori industriali e tenere in apprensione le forze di polizia che, con tempestività, sacrificio e spirito di comprensione, stanno sempre vigilanti”. Scopo dello sciopero generale, “soddisfare le velleità demagogiche di pochi agitatori estremisti” e, se “gli statali chiedono un aumento di stipendio e i senza tetto si agitano per mancanza di alloggi, le reiterate agitazioni di massa, tante volte non causate da seri motivi, turbano la serenità di tutti”, pur vivo il “riconoscimento per le forze di polizia che garantiscono ordine pubblico e libertà di lavoro”.
Perciò, nella relazione di febbraio, “rinforzare i reparti di polizia e la presenza dei militari specializzati… da impiegare in caso di emergenza”, essendo “continue le snervanti agitazioni larvate di sindacalismo: vengono a ripetersi i soliti attentati alla produzione, voluti dagli organi sindacali estremisti i quali, accaniti come sono nel loro atteggiamento di opposizione, non si stancano di continuare nella loro attività disgregatrice. Gli operai invogliati, ora con comizi ora con distribuzione di viveri in natura, per affrontare le esigenze del momento”, mentre il Pci intensifica “la sua propaganda, il più delle volte subdola, in quanto interessata e faziosa e risolventesi in una serie di attacchi quasi sempre aspri e offensivi ora contro il governo, ora contro autorità e forze dell’ordine”. Ed ancora, “spesso l’astensione dal lavoro determinata… da quel senso di timore che il minatore prova assistendo all’attività propagandistica svolta dagli estremisti e dalle minacce da loro avanzate nei confronti dei cosidetti crumiri”. Così, ad aprile, forte l’attacco del questore contro i pacifisti in provincia, “campagna deleteria, insistente e continua dei partiti dell’estrema sinistra contro il Patto Atlantico” e, in vista delle elezioni di maggio, “accanimento e insistente campagna di opposizione dell’estrema sinistra, la cui ondata di pacifismo, bandita a mezzo stampa e cortei, non persuade i benpensanti”.
Ancora a maggio, antisindacalismo “filoliberino”: riprovevole la “mancata efficienza dei sindacati liberi per attenuare gli effetti dell’ultimo sciopero generale”, talché si rende “auspicabile una futura efficiente organizzazione”, contro la “malcondotta” dei sindacati liberi, ancora privi di dirigenti dotati di iniziativa e capacità”. E a giugno, il questore, sulla raccolta delle firme contro il Patto Atlantico: i pacifisti eludono “la legge con sotterfugi ed evasioni, caratteristiche della condotta degli aderenti. Parecchi contravventori all’ordinanza prefettizia denunziati alla autorità”. Dato che, la “raccolta di firme non conforme a legge e, per questo vietata, ha costituito motivo di molestia e di coartazione della libera volontà del cittadino, spesso costretto a apporre la firma senza spiegazione alcuna”.
In agosto ancora il questore a proposito del Sulcis, i “soliti demagoghi di professione, i dirigenti della Camera del lavoro di Carbonia, per motivi futili,… stanno per mettere in atto uno sciopero contro la SMCS che commetterebbe soprusi e agirebbe arbitrariamente”, mentre il Pci “non esita altresì, come è abitudine dei suoi esponenti, di sostenere, specie nel bacino del Sulcis, situazioni tante volte contrarie alle norme di ordine pubblico”. E a settembre, “reagiscono i partiti di sinistra che, constatata l’inanità della loro azione sovvertitrice, lanciano invettive imputando illegalità e soprusi al governo e ai suoi rappresentanti in provincia”. A ottobre, il prefetto, “le forze dell’ordine han dovuto usare, nell’episodio di Carbonia, gas lacrimogeni per sgomberare la piazza. Sul comizio del consigliere regionale Sebastiano Dessanay a Carbonia, leggiamo di proteste da parte della sinistra, di interrogazioni in Senato e in Consiglio regionale… Due le finalità raggiunte dalla sinistra, una intesa a dimostrare un presunto atteggiamento illegale della polizia e l’altra tendente ad allontanare il commmissario di Ps Pirrone che, per il suo carattere, era riuscito a infondere fiducia a quei partiti e a quegli ambienti che, in precedenza, avevano subito la preponderanza comunista” Dello stesso parere il questore su “l’azione della polizia che ha sciolto un pubblico comizio per le intemperanze dell’oratore comunista, professor Dessanay”, mentre il prefetto denuncia “la propaganda comunista nelle campagne: il Congresso dei lavoratori della terra a Cagliari, domenica 23 ottobre, propone l’istituzione di commissioni per distribuire le terre incolte ai contadini disoccupati, che mirano in effetti a far sorgere situazioni interessanti l’ordine pubblico, laddove ora non esistono. E a dicembre, infine, sulla occupazion delle terre in provincia, “forze di polizia han tutelato l’ordine pubblico e i diritti dei privati proprietari… spiegando, prima di procedere con la necessaria energia, nei confronti dei più riottosi”. E annuncia il questore, “nell’occupazione delle terre, a Furtei e a Sanluri, vigile presenza delle forze di polizia”, per sottolineare la “campagna di stampa de L’Unità fondata su menzogne, che tiene l’opinione pubblica in uno stato di animosità verso forze dell’ordine”.

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