Il governo di Israele è fuori dal diritto internazionale e dalle regole di umanità e così i governi e le istituzioni (come l’Italia e la UE) che non lo sanzionano

22 Maggio 2025
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Andrea Pubusa

Basta leggere la nostra Costituzione e le Carte internazionali per sapere che al centro degli ordinamenti e dell’azione dei paesi civili c’è il rispetto della persona e la promozione dei suoi diritti inalienabili. Non occorre lunga discussione per mostrare che il governo di Israele ha superato da molto e abbondantemente queste prescrizioni normative e di civilità. Lo sterminio di palestinesi a Gaza ricorda molto, come ispirazione, quello di Hitler contro gli ebrei. I palestinesi vengono massacrati in quanto tali, comprendendo quindi civili, donne e bambini. Chi obietta che Israele ha diritto di difendersi sa di dire una cosa inapropriata perché la risposta all’attacco (anch’esso criminale) del 7 ottobre è del tutto sproporzionato e sopratutto rivolto ad una popolazione inerme, estranea all’assalto di Hamas. Inoltre, va esattamente capovolta la considerazione di Hamas e di Israele. Questo è uno stato, Hamas è un’associazione terroristica. Israele dunque non può ricorrere agli stessi metodi e porre in essere le stesse azioni di Hamas. E non può fare addirittura peggio. Le morti sono tutte dolorose e da evitare, non si può fare un calcolo aritmetico, ma la quantità spesso si trasforma in qualità, e certo oltre 60 mila morti delineano un fenomeno diverso e ben più grave rispetto a quello ingiustificato e gravissimo del 7 ottobre.
In questa vicenda colpisce non solo la mancanza di limiti morali nell’azione del governo di Israele, ma anche l’atteggiamento dei governi occidentali e della UE. Come fa l’Italia a non dir nulla avendo una Costituzione che spinge in direzione opposta al massacro in atto dei palestinesi? E come può la UE, nata per promuovere la pace e la libertà, chiudere gli occhi di fronte ad uno spettacolo ogni giorno di fronte a noi, che è difficile perfino guardare.
C’è poco da fare, questo è un segno pericoloso di un cambio di qualità del sentire comune di questi ordinamenti, di un vero e proprio regresso di civiltà. A pensarci bene per un certo aspetto è perfino peggiore di quanto avvenne per i crimini nazisti. Allora non ci fu reazione perché si sapeva poco di quanto accadeva nei campi di sterminio, oggi si sa tutto, vediamo tutto da casa, in TV. Non c’è alcun alibi.
L’occidente sta mostrando il suo lato peggiore, quello che ha sempre avuto, del colonialismo e della sopraffazione, e sta mettendo da parte la sua cultura migliore, quella democratica e del rispetto dei diritti umani. Il momento è grave. Occorre che ognuno, come persone e come ordinamenti, come governi, si assumano le proprie responsabilità, sapendo che il silenzio e l’acquiescenza rendono corresponsabili.

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