Andrea Pubusa
Il Tribunale civile di Cagliari ha emesso la sentenza sul ricorso della Presidente Todde, respingendolo quanto alla sanzione pecuniaria e rimettendo al Consiglio regionale per la delibera sulla decadenza. Riprendendo la nota frase di Gino Bartali, celebre campione brontolone, dico che “l’è tutto sbagliaro, l’è tutto da rifare”. E mi spiego. Come ammette anche il Tribunale, sulla decadenza l’ordinamento rimette la decisione al Consiglio regionale. Ciò deriva dalla sua natura di organo parlamentare. che ha pertanto la competenza a decidere sulla sua composizione. Quanto al Presidente della Regione lo Statuto speciale, che è legge costituzionale, la rimozione può essere disposta solo dal presidente della Repubblica su istanza del governo per violazioni della Costituzione o per reiterate e gravi violazioni di legge.
La delibera della Commissione di vigilanza elettorale è dunque un atto interno al procedimento che si conclude con la delibera del Consiglio regionale. Quindi questo è l’atto finale e, dunque, finora il procedimento non è definito. In questa connessione non eiste un atto lesivo della sfera giuridica della Todde, e dunque questa non ha interesse ad impugnare l’atto della Commissione di vigilanza. Il ricorso dunque doveva essere dichiarato inammissibile senza alcuna decisione nel merito. Si dirà che la sanzione pecuniaria prescinde dalla delibera di decadenza spettante al Consiglio regionale. Ma è così? La risposta è negativa. Poniamo che l’Assemblea regionale, com’è in suo potere, non approvi la delibera della Commissione di vigilanza, per esempio ritenendo che la legge sulla decadenza non sia applicabile alla Todde in quanto approvata quando il presidente della regione non veniva eletto direttamente dal corpo elettorale. In questo caso, la delibera della Commissione di vigilanza non viene rigettata in parte, ma nella sua interezza, compresa la parte in cui irroga la sanzione pecuniaria. Come può salvarsi questa misura se il Consiglio non ritiene fondata la delibera della Commissione di vigilanza?
In questa vicenda si è creato un gran pasticcio, e ciò perché il Consiglio regionale non ha fatto subito ciò che è suo dovere e potere, ossia deliberare sovranamente sulla rihiesta della Commissione di disciplina. Per insipienza e nella furbesca speranza di poter scansare la deliberazione a conclusione dei procedimenti giurisdizionali. I vari gradi del giudizio - pensano i consiglieri - si esauriranno quando la legislatura sarà finita. E’ molto triste.
2 commenti
1 Aladin
28 Maggio 2025 - 16:08
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=165248
2 Franco Meloni
29 Maggio 2025 - 07:22
Commento sulla vicenda Todde.
Il Tribunale dà torto ad Alessandra Todde, ma riconosce che la decadenza (o la non decadenza) è competenza esclusiva del Consiglio regionale, che farebbe bene ad assumere una decisione al riguardo. La maggioranza attendibilmente respingerebbe la decadenza proposta dal Collegio regionale di garanzia. Dunque che il Consiglio si assuma la responsabilità di decidere. A mio avviso, da cittadino elettore, sostengo che la Presidente, legittimata da un pronunciamento del Consiglio regionale, possa/debba andare avanti tranquillamente nell’espletamento del suo mandato. Solo un pronunciamento della Corte costituzionale che riconoscesse la perfetta legittimità delle norme elettorali per quanto riguarda il caso specifico, dovrebbe comportare le dimissioni (o la decadenza) della Presidente con il conseguente scioglimento del Consiglio regionale. Così penso e sostengo.
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