Andrea Pubusa

La Todde si è infilata in due pasticci. Prima presentando un rendiconto lacunoso, poi gestendo in modo discutibile  il post ordinanza della Commissione di vigilanza. Personalmente ha impugnato la sanzione pecuniaria di 40 mila euro, mentre la maggioranza in Consiglio regionale ha deciso di non decidere sulla decadenza, in attesa della definizione del contenzioso giudiziario. La finalità è chiara prendere tempo nella speranza che nelle more scada la legislatura, rendendo inutile la delibera sulla decadenza.

Questa linea si presta a due osservazioni di fondo: il Consiglio ha il dovere di deliberare senza attendere il giudizio della magistratura perche’ sulla decadenza ha il potere di decidere liberamente. E allora perche’  attendere la definizione del contenzioso promosso dalla Todde? Non si è tenuto poi conto del fatto che il giudizio è sempre aleatorio e dunque la vicenda può essere resa più complessa da una sentenza negativa per la Todde.

E allora come uscirne? Lasciando da parte le furbizie e agendo in modo lineare. Anzitutto investendo subito il Consiglio della decisione sulla decadenza. Le conseguenze sono nette e chiare. Se il Consiglio accoglie l’impostazione della Commissione, la Todde decade, si scioglie il Consiglio e si va a nuove elezioni. Se, al contrario, l’Assemblea dice no alla Commissione, la Todde rimane in carica senza intralci col sostegno della maggioranza consigliare. A quel punto, forte del successo, puo anche compiere il bel gesto di pagare volontariamente  la sanzione e sminare completamente la situazione.

Ci può essere un seguito? Il governo.potrebbe chiedere al Presidente della Repubblica di rimuovere la Todde,  ma può farlo solo per reiterate d gravi violazioni di legge, reiterazione manifestamente inesistente in questo caso. 

Può un elettore impugnare la delibera del Consiglio? Questo e un atto politico, quindi sottratto al sindacaro giurisdizionale.

Riassumendo la Todde dovrebbe ribaltare la sua linea di condotta, che finora l’ha fatta finire in un pantano.