Andrea Pubusa
Ci vuol poco a capire perche’ si deve votare sì. Anzitutto per una considerazione generale. In questi ultimi 40 anni le ingiustizie e le disuguaglianze, già gravi, si sono enormemente accentuate. Il neoliberismo ha cancellato quelle conquiste che nel dopoguerra il keinesismo aveva apportato e ha ridimensionato le conquiste democratiche sancite nelle Carte approvate subito dopo il 1945. Dov’è, per stare all’Italia, la repubblica fondata sul lavoro? La Costituzione è stata cacciata via dalla fabbrica, dai posti di lavoro poco dopo eserci entrata con lo Statuto dei lavoratori nel 1970. In un ordinamento democrstico come è ammissibile che una lavoratore possa essere licenziato senza ragione? Lo Statuto dei lavoratori sanzionava il licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo con la reintegrazione e il risarcimento. Dava così ai dipententi stabilità e sicurezza, libertà sindacale. Il fondamento della democrazia sta in fabbrica, nel luogo di lavoro, col licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo vien meno un presupposto essenziale della libertà, che non si esplica solo col diritto di voto. Votare sì al referendum significa porre rimedio (parziale) a questa manifesta ingiustizia.
Sempre negli anni 1960/70 il contratto a tempo indeterminato doveva essere scritto e giustificato dal tipo di lavoro (stagionale, limitato etc.). In mancanza era nullo. E lo era anche se durava solo un giorno oltre il termine prefissato. In questo caso il giudice reintegrava il lavoratore dopo un rapido processo. Era una disciplina giusta e razionale. La c.d. flessibilità ha mandato all’aria tutto, creando instabilità e precarietà. I dipendenti non possono programmare la propria vita, il proprio futuro. Che nefandezza! Un sì pone un limite a tutto questo scempio. Chi mette sù famiglia e fa figli in questa situazione!
Altrettanto evidenti sono le ragioni di sicurezza sul lavoro. Miĺle morti all’anno è il risultato di una vera e propria guerra contro i lavoratori. E le migliaia di feriti, invalidi? Ci vuole di più per dire con un sì basta a questo massacro?
E le persone che risiedono in Italia da cinque anni, lavorano seriamemente o studiano perche’ non devono avere la cittadinanza? La nostra Costituzione riconosce e promuove i diritti fondamentali della persona, perche’ dunque privare della cittadinanza individui chd vivono onestamente con noi, che concorrono alla crescita del paese? Anche qui il sì è sacrosanto.
Tutti i quesiti referendari vanno in direzione di una maggior civiltà, di una applicazione di principi democratici sanciti dalla nostra Carta. È facile capire perche’ bisogna recarsi al seggio e votare convintamente sì.
1 commento
1 Aladin
7 Giugno 2025 - 18:40
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