Andrea Pubusa
Si puo’ ragionare fuori dal coro? Fuori da fatwe intolleranti?
Primo pensiero. L’informazione in Italia e in Occidente non e’ attendibile. E’ una propaganda di guerra piu’ che una narrazione dei fatti, è una chiamata all’arruolamento più che una riflessione critica sugli avvenimenti, con un pluralismo di voci. Si punta a creare un pensiero unico, una Union Sacré come in tutte le crociate che si rispettino. Bisogna sforzarsi di avere una conoscenza critica.
Secondo pensiero. C’e’ una mobilitazione per le sanzioni, un’azione fantasiosa e incalzante. Non c’e’ neanche una flebile voce per indire una conferenza di pace. Cosa si vuole ottenere? Si vuole fermare la guerra? Si vogliono far cessare le indicibili sofferenze del popolo ucraino nel rispetto della indipendenza e sicurezza di Ucraina e Russia o si vuole impantanare quest’ultima in una guerra senza fine sulla pelle del popolo Ucraino e anche di quello russo? Si usa il popolo ucraino come esca e vittima per giochi di supremazia e di potenza o lo si vuole salvare e liberare?
Terzo pensiero. Partecipare indirettamente alla guerra inviando armi aiuta la pace o la allontana? Il popolo ucraino ha vantaggi da questo incancrenimento della guerra nelle sue case o da una immediata, vigorosa e sincera iniziativa diplomatica di pace?
Quarto pensiero. Puo’ l’Italia inviare armi in Ucraina? L’invio di armi è una partecipazione indiretta alla guerra dalla parte dei destinatari. Rientra questa azione nella previsione dell’art. 11 Cost., che ammette solo la guerra in difesa dell’Italia? A mio avviso lo vieta. Ammette invece l’invio di ogni aiuto e solidarietà per le popolazioni (e bisogna farlo). Ammette anzi dà un preciso indirizzo in favore dell’impegno per la soluzione pacifica delle controversie internazionali. Sarebbe auspicabile che il governo italiano, anzichè accodarsi ai pruriti guerreschi e non disinteressati di tanti alleati, desse un segnale di autonomia e di dignità, proponendo una conferenza internazionale con l’obiettivo di dare sicurezza alla Russia, indipendenza e neutralità all’Ucraina. Neutralità intesa non come imbelle subalternità, ma come amicizia operosa coi popoli e gli stati vicini.
Quinto (e riassuntivo) pensiero. Chi vuol bene al popolo ucraino, a quello russo e alla pace, deve lavorare strenuamente alla cessazione della invasione, assicurando alla Ucraina e alla Russia sicurezza e indipendenza. Chi vuol bene ai popoli lavora a radicare sentimenti di fratellanza fra i popoli stessi.
1 commento
1 Aladinpensiero
27 Febbraio 2022 - 22:43
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