Amsicora
Che bell’idea delle libertà hanno i nostri ministri! Il viceministro con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, d’intesa con il titolare del dicastero dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, apre un’istruttoria “alla luce - dice in un comunicato - di quanto accaduto nel corso della trasmissione ‘Annozero’, che ha provocato reazioni indignate da parte di moltissimi cittadini”. L’istruttoria e’ avviata ai sensi dell’art. 39 del Contratto di Servizio, che prevede per il ministero l’obbligo di curare la corretta attuazione del contratto stesso. Nell’ambito del potere di verifica previsto da tale articolo, che consente al dicastero di chiedere in qualsiasi momento alla Rai informazioni, dati e documenti utili, e con riferimento agli oneri previsti dall’art. 2, comma 3, “che impone il rispetto, tra gli altri, dei principi di completezza e obiettivita’ dell’informazione radiotelevisiva pubblica”, si terra’ quindi un incontro fra ministero e vertici Rai. Al termine di tale procedura, “in virtu’ del potere d’impulso conferito dalla legge al ministero”, si valutera’ se richiedere l’intervento dell’Autorita’ garante nelle Comunicazioni “per l’applicazione delle sanzioni previste, ai sensi dell’art. 48 del Testo unico della radiotelevisione, in caso di violazione degli obblighi di servizio imposti alla Rai”. Sanzioni - si fa rilevare nel comunicato - che possono arrivare fino ad un 3 per cento del fatturato dell’azienda. L’audizione con i vertici Rai potra’ essere, inoltre, “occasione per valutare se, nell’ambito della definizione del nuovo contratto di servizio, attualmente in corso di discussione, si ritenga opportuno introdurre elementi tali da rafforzare i principi di completezza, obiettivita’ e rispetto del pluralismo nei programmi d’informazione del servizio pubblico”. La nota conclude sottolineando che di tale attivita’ “la Commissione di Vigilanza Rai sara’ costantemente e compiutamente informata, come previsto dall’art. 39 del Contratto di Servizio e nel pieno rispetto dell’autonomia del Parlamento”.
Ma perché Scajola e lo zelante viceministro Romani non hanno fatto altrettanto in occasione del “Porta a porta” di Berlusconi a reti unificate? Li sì che gli italiani si sono incavolati, come si è potuto vedere dal flob negli ascolti. E’ curioso anche che il Ministro allo sviluppo economico auspichi una sanzione pecuniaria all’azienda pubblica. Non c’è intelligenza col nemico, ossia con Mediaset, nell’affossare la Rai? E l’idea di “correttezza” del servizio pubblico del ministro? Lisciare il Cavaliere e il suo governo. Giammai dar fiato alle voci critiche, che pure sono diffuse, ora perfino nelle gerarchie ecclesiastiche.
E l’avv. Maroni? Attacca ancora una volta i giudici che non decidono per il carcere a carico degli immigrati clandestini. E dire che il ministro dell’Interno interveniva alla festa “delle libertà”, del PdL a Milano. ”Le leggi sono chiare, il pacchetto sicurezza e’ chiaro e anche un bimbo di 6 anni lo capisce - ha detto Maroni. Ma anche un infante di 5 capisce che la disciplina, oltre che inumana, è incostituzionale, perché attacca il principio personalista che stà alla base della nostra Carta, e vuol dire che nel nostro ordinamento esiste prima di tutto la persona, l’uomo, che, per il solo fatto d’esistere, a prescindere dalla nazionalità e dal colore della pelle, ha diritti inviolabili. Rilegga Maroni l’art. 2 Cost. e ricordi, insieme al ministro Alfano, che, nel nostro ordinamento, il magistrato non è tenuto ad applicare qualsiasi legge, ma solo quelle conformi alla Costituzione. In caso di solo dubbio di contrasto è tenuto, invece, a sospenderne l’applicazione e a sollevare la questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale.
“Non posso accettare - lamenta Maroni - che un magistrato interpreti in questo o in quel modo la legge. Il Csm, o anche un altro giudice, dovrebbero intervenire perche’ e’ un reato non applicare la legge”. Che coglioneria! E chi l’interpeta la legge? Il giudice o il ministro? Questo lo sà anche un infante di quattro anni! Vorremmo invocare l’intervento di un giudice contro Maroni e Scajola ed Alfano. Ma contro la stupidità ministeriale non c’è giudizio se non quello popolare.
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