Sono un disoccupato cinquantenne e vi parlo di lavoro e reddito cittadinanza

24 Novembre 2018
5 Commenti


Il lavoro è il primo diritto, su di esso si fonda la nostra Repubblica. Eppure oggi nulla è più vilipeso del lavoro e dei lavoratori.  Ecco la testimonianza di una persona molto dignitosa, che ha lavorato come impiegato nel settore commerciale, sa lavorare, è stato improvvisamente licenziato e ora cerca lavoro. Una persona impegnata nei movimenti civili e che rischia di non poter beneficiare neanche del reddito di cittadinanza prossimo venturo. Ecco la testimoninanza. 

 Mauro Pili

 

Sono lavoratore, anzi un ex lavoratore perché, dopo oltre venticinque anni di effettivo lavoro presso due diverse aziende, mi trovo, mio malgrado, senza un’occupazione, e non più così giovane da poter essere inserito facilmente in un nuovo contesto lavorativo.
Dopo tanti anni di lavoro, un bel giorno ricevo una missiva, dal contenuto ben sottolineato in  forma di grassetto, forse l’azienda  pensava  che non essendo più tanto giovane, la mia vista si fosse un pochino indebolita: mi informavano in merito alla risoluzione del mio rapporto di lavoro, e da quel momento dovetti affrontare il doloroso iter degli ammortizzatori sociali. Prima un breve periodo di “cassa integrazione”, successivamente la messa in stato di “Mobilità”. Un procedimento, questo sostegno economico,  conosciuto da tutti, essendo ben ridotto il tempo in cui se ne può usufruire.
Ora, terminato il periodo del sostegno economico e dopo aver frequentato diversi corsi di riqualificazione, poiché per continuare a percepire gli ammortizzatori sociali si era obbligati alla frequenza di detti corsi, il  problema vero è, cosa fare? Cosa inventarsi? A quale Santo invocarsi?
Sì, perché dopo tanti anni, con tanti curriculum inviati e contatti intercorsi tra amici e conoscenti, non ho ancora avuto nessun riscontro, spero anzi che qualcuno di loro, dei Santi, veda e provveda. I Santi.
Ma eccoli i Santi, forse il nuovo Governo guidato da Di Maio e Salvini!
Veniamo alla situazione politica attuale, si è insediata una nuova classe politica che vuole cambiare radicalmente il modo di amministrare la nostra Nazione, tra gli obiettivi di questa nuova classe dirigente vi è la volontà di introdurre il tanto decantato ‘Reddito di Cittadinanza’.
Questo sostegno economico è un effettivo antidoto contro la povertà e la disparità sociale, il reddito di cittadinanza ha un duplice effetto positivo: da un lato fornire alle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà un capitale da investire, dall’altro dare alle imprese la possibilità di aumentare le vendite.
Fin qui tutto bene, ma mi stupisce il modo in cui Di Maio e compagni stanno ridefinendo il sostegno economico. Infatti, prima si parlava di un reddito per tutti, dato in modo incondizionato, ora il governo si ripromette di trasformare la proposta, ponendo dei paletti precisi. Ma Il reddito nasce come sussidio alle persone che sfortunatamente hanno perso il lavoro e, quindi, si trovano in una situazione di difficoltà lavorativa ed economica.
Secondo i dati ISTAT, chi vive solo, con meno di euro 780,00 al mese, si trova già sotto la soglia di povertà e quindi rientrerebbe nel diritto di usufruire del sostegno economico, in base ai requisiti posti nei mesi scorsi.
Descrivo la mia esperienza personale. Essendo inoccupato, mi sono attivato per conoscere le modalità e tutti i requisiti necessari per accedere al nuovo sussidio. Tra questi figura l’attestazione ISEE, ed io, essendo proprietario dell’immobile in cui vivo, ho scoperto che NON rientrerò nei parametri previsti. Mi chiedo, se questo sostegno economico nasce con l’intento di aiutare chi si trova in una situazione economica di certo non piacevole, perché tanti devono essere penalizzati ed estromessi dal nuovo incentivo se possiedono un’abitazione, costruita con anni di risparmi e di sacrifici?
Un’altra osservazione, devolvendo un reddito minimo a chi ne ha bisogno, la quotidianità dell’individuo migliora  materialmente e spiritualmente, e si contribuisce ad incentivare  i consumi,  favorendo anche le imprese produttrici.
Un’ultima osservazione, questi “sostegni economici” sono solo un primo passo per il sostentamento delle famiglie, il vero obiettivo DEVE essere la creazione di OCCUPAZIONE, perché solo in quel modo si rispetta  la persona, regalandole  una delle cose fondamentali della vita, la sua Dignità!

 

5 commenti

  • 1 Serenella
    24 Novembre 2018 - 08:02

    Sono d accordo con le ultime righe lette, sono addolorata!!Coraggio!! Pensionato solo nel nucleo familiare 500 euro mensile di pensione circa, casa di proprietà soldi conservati per il funerale, Tari annua senza sconti di alcun tipo, circa 300 euro perché ISEE da ricco secondo il comune!! Lo Stato soldi non ne ha i comuni idem e non ci sono contribuenti che pagano correttamene le tasse perché non c è “giro”!! Poi vengono a proteggerci Ahahah Cari saluti :)

  • 2 Aladin
    24 Novembre 2018 - 09:17

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=90212

  • 3 Roberto Murgia
    24 Novembre 2018 - 15:39

    La signora Serenella ha fatto un’analisi precisa e vera: soldi non ce n’e', e per averli - aggiungo -bisogna produrre ricchezza attraverso il lavoro. Solo una seria politica sul lavoro e il ritorno al valore della competenza ci potra’ salvare. Ma di questo passo, quando anche l’ultimo degli ingenui si sara’ reso conto di quanto sia dannosa la superficialita’ e l’approssimazione dei 5 Stelle, ci rimarra’ solo Salvini.

  • 4 Serenella
    24 Novembre 2018 - 17:58

    Salvini e Di Maio, purtroppo, sono il frutto della prepotenza e delle mancanze di Renzi e dell’inerzia dell’UE. A mio avviso, si dissolveranno assieme al loro contratto di governo, non appena Di Maio staccherà la spina. Gli Italiani non sono un popolo di razzisti e non hanno bisogno dei metodi fascisti di Salvini, hanno bisogno di una guida carismatica non violenta, come tutti i cittadini del mondo.

  • 5 roberto murgia
    24 Novembre 2018 - 18:57

    Sarà Salvini a staccare la spina, appena avrà raggiunto un distacco sufficiente a consentirgli un accordo con la destra. I 5 Stelle - come hanno dimostrato ritirando gli emendamenti al decreto sicurezza (dagli immigrati e non dalle mafie) - non intendono rompere.

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