Appello a difesa della Repubblica parlamentare

23 Ottobre 2019
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Red

Abbiamo sempre stimolato la riflessione sulle questioni costituzionali, diffondendo contributi e dando voce ad iniziative che non sempre condividiamo interamente. Riteniamo che questo compito risponda al nostro impegno di cittadini liberi. Con questa finalità pubblichiamo questo appello di Critica liberale, di cui condividiamo lo spirito, pur senza concordare con ogni singola proposizione. I nostri lettori sapranno formarsi un’idea e decidere se sottoscriverlo.

APPELLO PER LA COSTITUZIONE DI UN

COMITATO PER LA REPUBBLICA PARLAMENTARE

[CHI E’ D’ACCORDO CON QUESTO APPELLO E LO VUOLE SOTTOSCRIVERE, PUÒ INVIARE LA SUA ADESIONE CON NOME, COGNOME, QUALIFICA ED EMAIL A info@criticaliberale.it.   UGUALMENTE POSSONO ADERIRE ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI, ISTITUTI ECC.]

Esprimiamo profonda preoccupazione per le modalità e soprattutto per le finalità, più o meno dichiarate, con cui il parlamento sta procedendo a riforme, Costituzionali e non, che riguardano la rappresentanza.
Riteniamo di dover riaffermare il carattere della nostra forma Costituzionale e cioè una democrazia rappresentativa parlamentare, in cui, per Costituzione, il potere esecutivo è emanazione del Parlamento, che è composto da rappresentanti del popolo, eletti a suffragio universale con voto “personale, eguale, libero e segreto”, senza vincolo di mandato.
Non possiamo che esprimere la nostra contrarietà a modifiche sostanziali dei principi sopra espressi, perpetrate in modo surrettizio, senza tener conto che l’impianto complessivo della nostra Costituzione è coerente con quei principi, che se messi in discussione provocano una dissoluzione della forma liberaldemocratica della Repubblica Italiana. Forma già largamente compromessa sia dall’involuzione preoccupante dei partiti politici ormai ridotti tutti a una burocrazia al servizio di un leader e dediti all’alterazione truffaldina del processo decisionale e delle designazioni elettorali; sia per la mancanza effettiva di garanzie contro la manipolazione dell’opinione pubblica: carenza di vera pluralità dell’informazione, monopolio governativo della tv pubblica, mancanza di pari condizioni in campagna elettorale e di norme sul conflitto di interesse.
Purtroppo, dopo la bocciatura da parte dei cittadini e della Corte costituzionale delle riforme istituzionali  e delle leggi elettorali dei governi Berlusconi e Renzi, sull’onda della demagogia antistituzionale è tornato a prendere vigore l’ideologia antidemocratica. Il taglio dei parlamentari, così fatto e motivato, è solo uno sprezzo del Parlamento e della sua funzione.
Sappiamo bene che il Movimento cinque stelle ha imposto il taglio del numero dei parlamentari ed è stato assecondato da tutte le forze politiche con lo scopo, nemmeno velato, di distruggere la democrazia parlamentare, del resto lo hanno già detto che l’obiettivo successivo è stabilire il vincolo di mandato. La demagogia populista ha portato al rovesciamento di ogni ragionevole prassi che fa dipendere il numero dei parlamentari dal sistema elettorale, e non viceversa.
Si sta organizzando la più grossa truffa della storia repubblicana tendente a rendere perfetto l’accentramento di tutto il potere e tutti i poteri nelle mani di una ristrettissima oligarchia senza alcuna legittimità.
Il sentiero antidemocratico che si sta costruendo può passare attraverso meccanismi come:
- una legge elettorale che introduca surrettiziamente premi di maggioranza per blindare le forze governative e ridurre - se non annullare - il ruolo delle minoranze e dell’opposizione.
- un bicameralismo perfetto, ben peggiore della riforma Renzi, che si oppone alla volontà dei Costituenti che stabilirono espressamente una differenziazione di età, per elettori ed eligendi tra le due Camere, e una indicazione netta sul fatto che il Senato dovesse essere eletto sulla base di Collegi uninominali, anche al fine di favorire la caratteristica regionale dell’elezione.
- la mortificazione della rappresentanza (già iniziata con la riduzione dei parlamentari), unita ad una legge elettorale che non garantisca la reale possibilità di scelta da parte dell’elettore e quindi una sempre maggiore distanza tra eletto ed elettore.
- l’introduzione del vincolo di mandato che renda pleonastica la stessa rappresentanza parlamentare, mettendo gli eletti, anzi i “nominati”, completamente nelle mani degli oligarchi di partito.

Vogliamo indicare alcune proposte concrete, atte a ridare alla figura del parlamentare eletti dai cittadini il loro ruolo originario in un sistema di divisione dei poteri.
Limitandoci alle questioni più direttamente legate alla rappresentanza riteniamo inderogabile:
- Il divieto assoluto di pluricandidature, anzi il rafforzamento del legame territoriale tra candidati ed elettori.
- Almeno per il Senato, nel rispetto del principio costituzionale della rappresentatività territoriale (“su base regionale”), l’obbligo di candidare persone residenti da congruo tempo nel territorio della loro rappresentanza.
- Una conformazione delle circoscrizioni elettorali/collegi uninominali e un rapporto numerico elettore/eletto in linea con le altre democrazie parlamentari di stati unitari, tale che garantisca la reale possibilità di conoscenza diretta tra elettore ed eletto.
La misura è colma, il Parlamento è ostaggio di un manipolo di leader e leaderini che gestiscono i parlamentari “nominati”, per distruggere i più elementari principi democratici, con la ridicola motivazione della necessità di garantire la governabilità e l’”efficientamento” (così scrivono) del Parlamento.
È indispensabile costituire un Comitato per la repubblica parlamentare, prima che la demagogia populista e l’ignoranza delle classi dirigenti producano la definitiva scomparsa della democrazia nel nostro paese.

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