Sono un complottista e me ne vanto. Per i lumbard propongo a Christian: teniamoli al largo

26 Maggio 2020
4 Commenti


Amsicora

Cari amici e compagni, tutti negano di essere complottisti. Complottista? Quandomai! Non sia mai! Essere tacciato di complottismo equivale a essere considerato un divulgatore di notizie false, uno fuori dal mondo, un mestatore, un untore. E invece io mi dichiaro, mi proclamo complottista, me ne vanto, mi onoro di essere socio della P.A.C.I. - Premiata Associazione Complottisti Italiani - e dell’I.C. - Internazionale Complottisti. E annuncio: complottisti di tutto il mondo unitevi!
Perché dico questo? Perché noi complottisti sveliamo verità, che altri non dicono, per quieto vivere, per gelida moneta, per allineamento all’opinione generale, per ossequio al potere. Per esempio, la Lombardia improvvisamente non ha neanche un nuovo infetto e neanche un morto…per la semplice ragione che non dà i dati. Viene da chiedersi perché non li dà? Che ragione avrebbe se veramente non avesse neppure un infetto e neppure un morto?  Voi ci credete? Io no. Io credo che sia vero il contrario e insinuo: i lombardi non danno i numeri perché si vergognano della loro situazione, dopo che ci hanno spaccato i cabbasisi con l’eccellenza della loro sanità e mentre tutti gli altri, nei contagi, stanno scendendo a quota zero, specie al sud. Il Meridione, da loro tanto vituperato, impartisce ai nordici una lezione chiara e solare. Di più, non divulgano i dati dopo che in parlamento un muso giallo ha avuto l’ardire di dire quello che tutti pensiamo, e cioé che i lombardi credono di essere migliori degli altri, ma non lo sono. Misurano la qualità delle persone sul peso del loro portafoglio e non sulle loro qualità, sulla loro cultura e anche sul saper godere in modo sostanziale dei beni della vita, a partire dalla cucina. Vogliono nascondere che hanno strutture sanitarie capaci delle più spericolate prestazioni nel bene e nel male (un noto chirurgo milanese è stato condannato all’ergastolo perché faceva per vil denaro operazioni non necessarie e dannose) e non sanno affrontare un’influenza perché del popolo se ne fregano. Fanno così, ma non tollerano che qualcuno glielo dica! Temono anzi di apparire quello che in realtà sono, la palla al piede dell’Italia nel ritorno alla normalità, perché noi sudici dobbiamo accettare limitazioni per causa loro, come se tutto il paese fosse la Lombardia e avesse al comando Fontana e Gallera e non, che so io?, uno statista come De Luca.

Enunciato il mio bravo pensiero complottista, passiamo ora alla fase propositiva, senza annesso complotto.
Sentite e ditemi in fede se siete d’accordo o se avete qualcosa di ragionevole da eccepirmi. Compagni e compagne!, a Solinas propongo di lasciar da parte ogni velleitaria decisione sui passaporti sanitari, che solleva delicate questioni di competenza, stabilisca semplicemente che in Sardegna possono venire tutti, esclusi i residenti in Lombardia. E che minchiata è codesta? Proposta irricevibile direte: è illegittimo discriminare i residenti di una regione, lo vieta la Carta, che per noi è sacra. Son d’accordo, ma dovete spiegarmi perché, noi che siamo tranquilli e virtuosi (esclusi i sanitari degli ospedali sassaresi un po’ milanesizzati), perché, dicevo noi dobbiamo importarci i guai ad opera di chi ha mostrato di essere così stolto e maldestro, da aver messo l’Italia in una lista nera a livello planetario. Loro, del resto, non prendono lezione neppure dai fatti e dalle disgrazie. C’è una lieve apertura, ed eccoli subito andare in massa ai navigli o prendere aperitivi ammassati. Per loro o si è tutti acciupati o non si è. Noi invece, per le lunghe notti e i giorni passati dai nostri avi nelle immobili solitudini sarde, pensiamo che in spiaggia o al bar è meglio essere in pochi. In un parola, siamo refrattari alle ammucchiate. Libertà di pensiero? D’accordo, libertà di pensiero e anche d’azione, anche di far cavolate, ma mettendo in gioco le proprie chiappe e non quelle altrui, nella fattispecie quelle sarde. Ma niente preoccupazione, signori miei! Prendiamo ad esempio sempre i leghisti del Nord, nella fattispecie il Trentino Alto Adige; anziché fare il decreto, Solinas deve fare un disegno di legge e farselo approvare dal Consiglio, così il divieto assume la forma della legge regionale. Certo questa verrà impugnata dalla Lombardia o dal Governo nanti la Corte costituzionale e verrà annullata. Carta canta: art. 120: “La Regione non può ….adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni…” Impugnazione sicura, ma sicuri anche i tempi della sentenza: la decisione non sarà velocissima, quindi sfangheremo l’estate senza milanesi. Massimiliano Fedriga docet. Che ne dite? Non è una buona idea, anzi geniale?
Problema. Vi sento già, lo so che siete tutti politici scafati e fini costituzionalisti. Non si puote! Se la sentirà Christian di cozzare con Fontana? Beh, no, ne sono convinto anch’io. Mai e poi mai! Salvini, Fontana & C. hanno mandato in Sardegna Eugenio Zoffili a commissariare la presidenza della Regione sarda. Consentirà costui di lasciare fuori dalla porta, anzi da porti e aeroporti dell’isola dei mori, i lumbard, dovendo così egli stesso, con armi e bagagli, tornare repentinamente donde è venuto? E a mani vuote? Cosa dite? Questo non è un teorema a schema libero sulle mosse di Christian, non è una previsione aperta a mille varianti, è una irrefutabile certezza.
Gente!, lo so che fra voi ci sono incorreggibili buonisti che non se la sentono di condannare i lombardi ad un’estate in casa loro, ai laghi o nelle valli, a mangiar pesci d’acqua dolce, che da noi non vogliono neanche i gatti. Ci sono quegli ingenui che vogliono lasciar che, seppure peccatori, i lumbard scorrazzino liberamente fuori dalla loro circoscrizione. E allora troviamo un compromesso, l’accordo è sempre meglio di una decisione unilaterale, la transazione meglio della sentenza. E allora? Allora, sarete d’accordo su questa mia postilla. Consentiamo ai lumbad una bella crociera e demandiamo, per competenza la decisione a Conte. Ci sono quelle mostruose navi ferme, quelle che entrano perfino a Venezia? Bene, poiché ora sono senza clienti, riempiamole di lombardi e lasciamole liberamente vagare nel Mediterraneo, a giusta distanza dalle coste sarde, specie se il vento porta i loro sfiati verso le nostre coste. Prendiamo tre piccioni con una fava non vi pare? Ci salviamo dai contagi e diamo libertà di vacanza al mare ai lumbard. In più salviamo anche i bilanci delle società che hanno le navi da crociera e diamo una mano perfino alle agenzie di viaggio. Creiamo un corridoio sanitario da e per Genova per imbarco e sbarco di ritorno. Saranno contenti loro, a cui piace la calca (migliaia stipati in una nave), e saremo contenti noi a cui piace slargarci nell’arenile e non solo, un po’ come quando i nostri nonni avevamo le pecore o le capre al pascolo. Rimane solo un punto interrogativo: Christian, che farà Chistian? Si batterà per tenere Salvini & e C. al largo? Lui ha ancora il DNA sardo o ha acquisito, per trapianto, quello lumbard?

4 commenti

  • 1 Tonino Dessì
    26 Maggio 2020 - 07:11

    Sullo “scommmiato” proposto a marzo non ero d’accordo per vari motivi, non ultimo per non ri-movimentare gente che tanto aveva l’obbligo di restare confinata dov’era arrivata in fuga.
    Ma stavolta il problema è diverso. Praticamente la Lombardia continua a essere il vero focolaio e la gestione dell’epidemia da parte della Regione rimane inadeguata.
    Forse bisognerebbe prendere in considerazione una soluzione alla Wuhan, ancora per qualche mese e isolare la Lombardia, anche se dovesse costare economicamente parecchio (compreso il fatto che l’ottanta per cento del turismo sardo mi dicono venga da questa Regione). Non si può scombinare la prospettiva di una faticosa uscita dall’emergenza di un intero Paese perché una Regione é ancora fuori controllo.

  • 2 Aladinpensiero Online
    26 Maggio 2020 - 07:45

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=108217

  • 3 Antonello Murgia
    26 Maggio 2020 - 08:43

    Raccolgo la divertente provocazione di Amsicora per sottoporre un altro elemento di riflessione. Ho scritto, in buona compagnia, su queste pagine, delle scelte sanitarie lombarde come causa di contagio e di morte. Anche una stampa asservita come quella attuale concorda con questa analisi, con l’eccezione dei servi leghisti di più stretta osservanza (Giornale, Libero, La Verità, etc.). Ma c’è un’altra concausa alla quale non mi sembra sia stato dato sufficiente risalto: le fabbriche della Lombardia. Un’analisi nella prima fase della pandemia stimava la percentuale dei contagiati in fabbrica sul 35% e sono note le pressioni di Confindustria sulla Giunta regionale perché non disponesse la chiusura delle fabbriche. Ora sarebbe utile che i media ci mostrassero, in fase 2, oltre alle foto dei Navigli anche qualche foto delle fabbriche per capire se sono state assunte o meno misure di distanziamento. Il mio sospetto è che, in omaggio al dio “danè” e ai suoi sacerdoti, la ripresa produttiva e l’efficienza innanzitutto possano compromettere il controllo del contagio e che anche il modello economico lombardo, oltre quello sanitario, costituisca un problema nella crisi pandemica. Sono preoccupato, come tutti, della necessità che l’economia si riprenda, ma mi piacerebbe che gli amministratori lombardi tenessero presente l’art.41 della Costituzione “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…”

  • 4 Antonello Murgia
    26 Maggio 2020 - 09:14

    Aggiungerei che la proposta di “un comitato ristretto (maggioranza e opposizione) della commissione Bilancio da far presiedere al leghista Giancarlo Giorgetti per guidare la fase post-emergenza” da parte di Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, di cui parla il Giornale di avantieri mi preoccupa perché va in direzione opposta

Lascia un commento