Carbonia. Questori e prefetti, toni sprezzanti contro le lotte dei lavoratori

19 Settembre 2021
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Gianna Lai

Prosegue, di domenica, la pubblicazione della storia di Carbonia, iniziata il 1° settembre 2019.

Dice Giorgio Candeloro, segnalando la continuità del regime nell’apparato statale italiano del dopoguerra, che “prefetti e  podestà fascisti ribattezzati sindaci e commissari prefettizi, alti e medi burocrati inamovibili, uomini di fiducia dei grandi agrari, sono restati tutti al loro posto”. A denunciare come in realtà, nel nostro Paese,  “un’elementare pulizia non è stata mai fatta”, fin dal trapasso dei poteri dall’AMG  al governo italiano, quando i prefetti di carriera avevano già sostituito i funzionari nominati dal CLN e  veniva sciolto  anche l’Alto Commissario per l’epurazione, ormai devoluta ai tribunali.
A Carbonia e in provincia di Cagliari questa continuità può essere verificata attraverso la lettura delle relazioni di prefetti e  questori, in riferimento agli anni che stiamo esaminando. Se partiamo dal gennaio 1947, le Note del prefetto mettono ancora drammaticamente in luce, pur non proponendo soluzioni, “problemi assillanti dovuti alla situazione economica, alla situazione alimentare, alla disoccupazione e alla insufficiente e irregolare distribuzione dei generi razionati”. Che provocano manifestazioni dapertutto e scioperi nel bacino minerario di Carbonia. Ma si deve registrare anche il disastro della situazione sanitaria in provincia, febbre tifoide e difterite, senza farmaci adeguati ad affrontarla, una modesta distribuzione  UNRRA, ad opera di Enti comunali di approvvigionamento, presenti a Carbonia, Cagliari e Iglesias, non in grado, tuttavia,  di porre argine alla carestia e alle malattie.
Per divenire poi più politico il discorso della Questura di Cagliari nel mese successivo, a febbraio, a proposito dei “recenti scioperi alla Carbonifera e alle miniere metallifere, determinati da forme di dominio conseguite a seguito delle  elezioni politiche amministrative e sindacali, dal partito comunista che, facilmente, è riuscito a trascinare le masse nell’ambito del suo programma e  delle sue ideologie”. Il quadro completo emerge ancora in riferimento agli altri partiti e al partito di Saragat, appena nato, “poche le adesioni nel bacino del Sulcis al Partito Socialista dei Lavoratori,  la DC va perdendo terreno, mentre il Psd’az resta diviso in due opposte tendenze, una progressista l’altra conservatrice”.  Concludendo,  “le continue minacce di sciopero e le reiterate proteste popolari danno la sensazione che il  governo non abbia ancora l’autorità  e la forza necessaria per imporre il rispetto della legge. Appunto per questo da ogni parte si insiste perchè siano riorganizzate e potenziate moralmente e materialmente le forze di polizia”.
E si tratta di sollecitazioni  che non resteranno vane nella definizione dell’ordine pubblico a Carbonia, se la città  risulterà d’ora in poi complessivamente  dotata di un commissariato di pubblica sicurezza,  di una brigata  della Guardia di Finanza, di una tenenza dei carabinieri e di un Nucleo autocarrato dei carabinieri, precursore dei battaglioni mobili, in quanto dotato di mezzi importanti antisommossa, tra cui le famigerate autoblindo. E così essenziale presidio della piazza, durante taluni scioperi e manifestazioni di protesta, onde impedirne accesso e  passaggio alla cittadinanza intera.
Dello stesso tenore la Nota della questura a marzo, e anche vagamente razzista nei confronti degli operai e dei lavoratori, perché resta “grave la situazione alimentare e crescente la disoccupazione”, di cui approfitterebbe il PCI, “persuadendo la massa amorfa [sic!]della provincia, ad abbracciare teorie comuniste, ritenute l’unica via di salvezza e il solo mezzo per ottenere la soluzione della crisi generale”. Mentre perde ancora terreno la DC e aumenta i consensi il PSd’az, sempre a detta del questore, divenendo ancora più intensa l’attività del Partito comunista ad aprile, con la commemorazione del decimo anniversario della morte di Gramsci e col “Convegno regionale  dei segretari di sezione”. Nè, può bastare a rincuorarlo la nota della relazione prefettizia che  annuncia come sia stata dichiarata “deficiente da Togliatti l’attività e la propaganda del Partito svolta in Sardegna”, fino al cambio della guardia, alla rimozione del prefetto dottor Sacchetti  negli ultimi giorni di maggio, mentre sta nascendo, con  l’allontanamento delle sinistre, il quarto governo De Gasperi. Ed è il nuovo prefetto a descrivere  l’aggravarsi del problema alimentare e la disoccupazione crescente e il crescente aumento del costo della vita che, insieme al “gravame tributario e alla crisi degli alloggi,  rende depresso lo spirito popolare”. Annunciato l’arrivo di una nave USA con 27.000 quintali di grano, riprende la distribuzione dei beni di prima necessità razionati, in piena  lotta contro cavallette e malaria, pur se troppo lenta risulta ancora, nella relazione prefettizia, l’intervento delle autorità. Il questore ad annotare, subito dopo, come  la caduta del terzo ministero De Gasperi susciti nuova  “viva  apprensione  tra la popolazione”, ora che,  negli innumerevoli comizi, “il partito comunista rinsalda le fila, specie  a Carbonia e ad Iglesias, dove ha i suoi successi, in quanto le masse obbediscono ai dirigenti e plaudono alle loro iniziative”. E se si mantiene ancora “estranea la Dc alla competizione politica”, forte risulta “l’attesa per i comizi di Pietro Nenni a Carbonia e ad Iglesias”, dal cui discorso, appena pronunciato a Cagliari, il questore trae l’immagine di un leader profondamente “risentito  per l’estromissione del suo partito dal governo”. Ad aggravare la situazione, sempre più “aspra la campagna del PCI contro la nuova compagine governativa”.
Il quadro politico è segnato dal voto di fiducia, in Assemblea Costituente, sul  programma  del quarto ministero De Gasperi: ora finalmente “il partito maggiore, quello della DC, ha avuto la possibilità di comprendere che oggi in Italia il problema fondamentale è di natura economica … Si attendono risultati sensibilmente favorevoli  per la ripresa della produzione e per la ricostruzione della Nazione, mettendo in primo piano la pacificazione degli animi, la fine dell’epurazione, l’arresto dell’inflazione con conseguente stabilizzazione della lira, nonchè la rinascita  della fiducia dell’Estero verso l’Italia, e il ristabilimento dell’autorità dello Stato”.  Fine dell’epurazione e ristabilimento dell’autorità dello Stato, superfluo ogni cenno al realizzarsi di una nuova possibile  giustizia sociale, pur se la stesura della Carta, in Assemblea Costituente, sembra voler andare in quella direzione. Nuovo monito semmai, per le sinistre, nella nota del prefetto 31 luglio 1947: il PCI, “con manifesti diffusi alla macchia, critica l’operato e le persone che  compongono il governo e contribuisce a peggiorare questo agitato stato d’animo  della massa, desiderosa di  una politica di pace, di lavoro, di benessere”. E se la relazione ancora denuncia come Lussu critichi “aspramente la DC e De Gasperi per i sistemi seguiti per la formazione del nuovo governo”, nella successiva del 1 settembre, “il fatto che le correnti di sinistra abbiano conquistato nell’interno del massimo organo confederale del lavoro una posizione di predominio,  tiene in agitazione i partiti della destra, dato che il disagio economico viene sfruttato quale arma politica per sobillare le masse”.
Più distaccato e rispettoso il dottor Sacchetti nei confronti degli operai e delle loro rappresentanze, toni sprezzanti a commento delle lotte dei lavoratori e contro sindacati,  comunisti e  socialisti caratterizzeranno la descrizione degli eventi nelle relazioni del nuovo prefetto: queste note, appena il primo segnale dei tempi che cambiano dopo l’uscita delle sinistre dal governo.

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