In Sardegna crescono comitati e proteste. Manca il Partito

18 Aprile 2023
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A.P.

Ora anche Giorgino insorge. Contro il rigassificatore. La battaglia del comitato di quartiere non è pregiudizialmente contro il rigassificatore, “ma contro l’idea scellerata di costruirlo dietro le case - ha spiegato il compagno Mariano Strazzeri durante una delle ultime assemblee.  Facciamo appello - ha detto Strazzeri -  a tutte le associazioni, ai movimenti, ai partiti e ai singoli cagliaritani che amano Giorgino e il Villaggio pescatori perché non ci lascino soli in questa battaglia di civiltà, per questo abbiamo invitato anche gli altri comitati italiani come Livorno, contrari ai rigassificatori nei contesti urbani come il nostro”. Anche a P. Scuso la pensano cosi’.
Protestano per i cantieri, anche i titolari di chioschi a Cagliari e i commercianti di via Roma e via Trieste. Questa proteste e manifestazioni di piazza si uniscono alle tante altre in corso nell’Isola. Portovesme contro la chiusura della Gencord e la immancabile prossima, drammatica crescita della disoccupazione. Stessa storia a S. Gavino e Macomer. Il Porto Canale è in fermento.  E che dire della sanità? Oristano è in lotta e il Sulcis non è da meno per la riduzione dei servizi a Iglesias e Carbonia. I piccoli paesi sono senza pediatri e medici di base. Alghero chiude o sospende il reparto di chirurgia già trasferito da Ozieri, 60 km. di strade tortuose, 2 ore di viaggio per il paziente!
Le scuole in tanti paesi chiuse e la riapertura mai. Mai!
Il No all’autonomia differenziata contro la genuflessione di Solinas & C. a Calderoli raccoglie adesiomi, anche in Sardegna si è costituito il Comitato sardo, che ha tenuto una affollata assemblea a Terralba e si mobilita per altre iniziative.
Ora anche 31 comuni dell’interno con capofila Ballao si mobilitano contro lo spopolamento.
Nel sassarese monta la protesta sui trasporti e per il rilancio della chimica verde a P. Torres. Si chiede anche la riconversione della  centrale di Fìumesanto.
Insomma tutta la Sardegna è in lotta, ma ognuno per i suoi obiettivi, importanti ma parziali. Ci vorrebbe una mobilitazione, una piattaforma unitaria, un programma organico.
Alla protesta aderiscono sigle varie come i Progressisti che “si uniscono alla lotta di tutte le comunità che difendono il proprio territorio, la propria salute, le possibilità di una economia eco-sostenibile”, scrivono in una nota i consiglieri regionali del gruppo. Ma i partiti non aderiscono, dirigono. Il PD di Elly balbetta e cosa dirige? Nulla, visto che non sa dirigere neanche se stesso. Era due anni senza segretario regionale ed ora è stato eletto uno che ha preso meno voti dello sconfitto. Roba da matti! Bene, ma non basta. I sospetti di dichiarazioni in chiave elettorale non sono infondati; si avvicinano elezioni comunali e regionali.
Ora la sparo: ci vorrebbe un partito! Che unisca il popolo sardo in lotta. In Francia c’è almeno Mélenchon, leader de La France Insoumis, che di sinistra lo è davvero. Ma qui?

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