Tre mandati, meglio no

21 Maggio 2025
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Andrea Pubusa

Si discute molto dell’opportunità di consentire i tre mandati a livello regionale. La questione investe anche i comuni. C’è una forte spinta degli interessati che incidono anche sulle posizioni dei partiti. I favorevoli invocano la sovranità popolare, affermando che, in fondo, è il corpo elettorale che deve decidere se eleggere o meno un canditato per la terza volta.
Credo sia necessario anche in questo caso più che su affermazioni astratte e di principio, che ognuno tratta in base all’interesse  proprio o della sua parte, badare alla realtà, alle esperienza. Da questo punto di vista può apparire paradossale, ma, ad esempio, i sindaci peggiori sono quelli che sono rimasti in carica a lungo, anche trent’anni. La ragione è semplice, magari hanno fatto bene e innovato nei primi anni, poi hanno costituito un freno all’innovazione e un tappo al ricambio generazionale. Mandati troppo lunghi di solito sono accompagnati dalla scarsa cura o addirittura dell’ostilità verso giovani promettenti per paura di avere dei concorrenti. Succede così che il ricambio viene bloccato, con un conseguente calo del livello del quadro politico. Si formano dei gruppi stabili di potere, che sono sempre dannosi. Viene scoraggiata la partecipazione prevale il conformismo e  si diffonde il culto della personalità.

L’esperienza mostra che di solito sindaci e presidenti svolgono un’utile azione di rinnovamento, nei programmi e nel personle politico, nelle prime due legislature, poi vivono di gloria, impedendo ad altri di misurarsi con l’amministrazione.
Meglio, dunque, vietare i tre mandati. Chi fa bene ed ha consenso può cimentarsi in altre competizioni, i sindaci in Consiglio regionale o, con i consiglieri regionali, in parlamento. In questo modo non si disperdono le esperienze acquisite e ci si misura con nuovi problemi.. Mi pare ragionevole.

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