Andrea Pubusa
E’ veramente ributtante l’ipocrisia e la immoralità con cui gli stati sedicenti occidentali trattano le questioni internazionali. Putin aggressore e Ucraina aggredita. Di qui sanzioni e addirittura piano di riarmo europeo con spese militari alle stelle in deroga ad ogni regola sul debito pubblico e conseguente taglio drastico sui servizi. Israele invece è aggredito, benché senza una ragione (non possiede alcuna bomba atomica aderusce al TNP ed è soggetto ai controlli AIEA) I’Iran venga attaccato con micidiali bombardamenti aerei da Tel Aviv, che non aderisce al TNP, possiede illegalmente armi nucleari e d è esente da controlli internazionali. E ora si vuole il cambio di regime. Merz, che naturalmente vuole riarmarsi e in cuor suo avere quell’atomica che Hitler non riuscì a produrre, plaude e dice: Israele fa il lavoro sporco in nostra vece. Alla faccia dei valori democratici e di civiltà sempre enunciati e poi elusi. I paesi NATO nei riguardi della Russia hanno violato tutti i precedenti accordi verbali e scritti e con la compiacenza dell’Ucraina vorrebbero installare missili e inviare truppe ai confini con la Russia, mentre l’Iran chiede il negoziato per scongiurare l’ampliarsi del conflitto. Su Gaza poi il massacro è così ostentato e palese che non c’è nulla da aggiungere a quanto ogni giorno con orrore vediamo in TV. Si mitragliano perfino i poveracci che accorrono affamati alla distribuzione del cibo.
E’ evidente che ci troviamo davanti ad un’esclation che può portare ad un nuovo conflitto globale, se non si mette davanti a tutto la razionalità e l’umanità.
Vanno pertanto accolti tutti gli inviti alla mobilitazione di massa, a partire della manfestazione pubblica Stop rearm EU del 21 di Roma della quale sono stati resi moti i dettagli dai promotori italiani della Campagna europea “Stop Rearm Europe”. Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, fanno sapere che il corteo “NO a guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo” partirà alle 14 da Porta San Paolo (Piazzale Ostiense) per concludersi al Colosseo. La manifestazione si tiene in occasione del vertice della Nato a L’Aja dove si discuterà sull’aumento della spesa militare al 5% del Pil degli Stati membri, mentre in Medio oriente continuano i conflitti su più fronti e le atrocità a Gaza.
Il corteo attraverserà Piazza di Porta San Paolo, Viale della Piramide Cestia, Piazza Albania, Viale Aventino, Piazza di Porta Capena e Via di San Gregorio, fino a raggiungere il Colosseo. I promotori fanno sapere che numerose organizzazioni si stanno mobilitando da tutta Italia per raggiungere con dei pullman la manifestazione di Roma e chiedono a chi voglia coordinarsi con loro di contattarle per facilitare lo spostamento verso la Capitale. Gli organizzatori invitano chi può a contribuire alle spese per organizzare i trasporti per abbassare i costi e aiutare la partecipazione, ricordando che si tratta di una mobilitazione auto-organizzata e auto-finanziata.
Sabato 21 farà caldo e i partecipanti sono invitati a portare degli ombrelli per ripararsi dal sole. Il corteo sarà aperto da un camion, che sarà seguito da due striscioni, e poi da un bandierone della pace e della Palestina. A un certo punto della manifestazione, non ancora specificato, gli organizzatori trasmetteranno alcuni minuti di suoni delle bombe su Gaza. L’audio è stato registrato nella Striscia dall’ingegnere del suono palestinese, Oussama Rima. Chi avrà camion o amplificatori dovrà coordinarsi per ritrasmettere lungo tutto il corteo l’audio dei bombardamenti. Anche le persone potranno aiutare a far sentire i suoni dei bombardamenti attraverso i loro telefoni.
Alla fine dei corteo, ci sarà un flash mob. I promotori lo definiscono un “die in”, durante il quale “tutti partecipanti saranno invitati a stendersi per terra con un sudario accompagnati dalla registrazione dei bombardamenti su Gaza, per rendere visibile, con i nostri corpi, il genocidio ancora in atto del popolo palestinese e la morte e la devastazione che portano tutte le guerre”, dicono i promotori. Si chiede infatti ai partecipanti di portare con sé un lenzuolo o qualcosa su cui stendersi.
Ecco sulla manifestazione una nota di adesione del
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
La Terza guerra mondiale è già in corso, l’economia di guerra è già in corso, il genocidio del popolo palestinese in mondovisione è già in corso, l’esercito che va nelle scuole superiori e nelle università ad arruolare studenti è già una realtà, gli ospedali e i presidi medici chiudono e i trasporti pubblici sono allo sbando, lo smantellamento dell’apparato produttivo e la conversione all’industria bellica sono già in corso.
Chi sia a chiamare centinaia di migliaia di persone in piazza è un dato secondario. Oggi ci riesce la Rete Stop rearm Europe? Va benissimo e, anzi, bisogna impegnarsi affinché se oggi scendono in piazza centinaia di migliaia di persone, domani siano un milione.
Che le pretestuose accuse di ambiguità della Rete Stop rearm Europe siano sciocchezze irresponsabili è confermato anche dal fatto che a determinare il contenuto delle mobilitazioni non è mai solo chi le promuove, ma anche chi vi partecipa. Soprattutto se si tratta di una moltitudine di persone. E dove ci sono le masse popolari, lì devono starci i comunisti, proprio per non lasciare la mobilitazione in mano ai faccendieri della sinistra borghese o, peggio ancora, ai “capipolo” reazionari.
Noi pensiamo che sia necessario fare un passo in più, non soltanto “esserci”.
Pensiamo che i comunisti debbano avere un ruolo nel mobilitare la classe operaia, gli studenti, i pensionati e il resto delle masse popolari a partecipare; nel far confluire quelli che si riesce già a mobilitare in un movimento unitario e nel promuovere la linea e gli obiettivi dei comunisti in un simile contesto di attivismo e partecipazione delle larghe masse.
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