Mani, bai cun deus e sa Madonna de Bonaria ti assistara!

28 Luglio 2010
3 Commenti


Giacomo Meloni

Sulla vicenda del trasferimento di don Mario Cugusi, ecco un nuovo intervento di Giacomo Meloni.

La vicenda del trasferimento di don Mario dalla Parrocchia di S. Eulalia non può essere un fatto circoscritto a quella Comunità, pur essendo in questo momento l’epicentro della contestazione al Vescovo Mani.
Ormai è come se si fosse scoperchiato il vaso di Pandora e tutte le carte volIno e inchiodIno questo Vescovo alle sue precise e molteplici responsabilità.
L’elemento scatenante dell’ ” ira “ del Vescovo,infatti, non è l’opposizione manifestata da don Mario al trasferimento, fatto inconsueto per un prete che conosce bene il Codice di Diritto Canonico ed il vincolo di obbedienza che lo lega al suo Vescovo.
E’ verissimo ciò che afferma mons. Mani che la regola nuova stabilisce che un parroco non può di norma restare nella sua Parrocchia per più di 9 anni. La ratio di questa regola sta nel favorire il ricambio e nello stesso tempo dare nuove opportunità al prete di fare altre esperienze pastorali.
Un tempo vi era la regola non scritta che i parroci fondatori della Parrocchia godevano di una sorta di eccezione, potendo restare nella stessa chiesa molto più a lungo, in certi casi fino alla pensione, che, lo ricordiamo, è fissata al raggiungimento dei 75 anni d’età sia per i preti che per i cardinali e i vescovi, così come stabilito da Papa Paolo VI nel Nuovo Codice di Diritto Canonico.
Al raggiungimento dei 75 anni ogni prete e vescovo deve rassegnare le proprie dimissioni e solo allora il Papa può concedere una proroga di uno o due anni, in considerazione dello stato di salute del dimissionario e ovviamente se non ci sono in corso inchieste o quant’altro.
E’ ciò che teme mons. Mani, che avvicinandosi al compimento dei suoi 75 anni nel giugno 2011, sperava in una proroga, essendo visibilmente in perfetta forma.
Ora la lettera inviata a firma del Presidente del Consiglio Pastorale dr. Paolo Fadda e controfirmata
dall’antropologo prof. Bachisio Bandinu, Presidente della Fondazione Sardinia che ha la propria sede in affitto nei locali adiacenti alla Chiesa del Sepolcro e di proprietà della Parrocchia di S.Eulalia,è stato proprio l’elemento scatenante.
In quella lettera vi è l’atto d’accusa per il Vescovo Mani che da troppo tempo nega ad un giovane diacono l’ordinazione sacerdotale, adducendo gravi motivazioni legate al fatto che questo diacono avrebbe diffamato il Vescovo, riportando notizie “non veritiere“ circa la copertura che mons. Mani, allora Vescovo di una Vicaria di Roma, avrebbe dato ad un suo parroco sospetto di pedofilia.
La circostanza,se accertata, è molto grave e, stante la giusta severità in questi casi di Papa Benedetto XVI, comporterebbe l’immediato provvedimento di sospensione di mons. Mani e il suo abbandono anticipato della Archidiocesi di Cagliari.
E’ questa la vera ragione.
Ha un bel farsi mediatore l’amico don Ettore Cannavera .Se non si chiarisce alla luce di questi fatti la posizione del Vescovo,il caso di don Mario diventa un fatto molto semplice che la Chiesa ha già risolto nel passato con grande saggezza e sapienza.
Della lettera di don Cannavera condivido il passaggio dove afferma che al centro del confronto vi deve essere il Vangelo. Ebbene sia così,ma se è vero che il voto di obbedienza al proprio Vescovo è per un prete essenziale,occorre rimuovere prima l’enorme ostacolo che è quello di un Vescovo,come mons. Mani,che ha perso ogni credibilità.
Usavo la figura colorata del vaso di Pandora. Ma qui veramente si capisce che gli atti di accusa a questo Arcivescovo sono tanti e gravi.
Vive nel lusso e non ne fa mistero;ama il denaro ed i gioielli in modo sproporzionato e certamente non consono alla sua figura di Pastore ; fa un uso anomalo degli oggetti d’arte
che ricerca in modo ossessivo in tutte le chiese della Diocesi,dicendo di volerle portare al Museo per esaltarne la loro originalità e non tutte le opere risultano poi allocate in quel Museo. Ha operato in perfetta solitudine,contro i pareri della Sovraintendenza e degli Uffici preposti,la ristrutturazione della Cattedrale,rimuovendo l’altare maggiore del seicento e spostando in una cappella laterale il grandioso tabernacolo in argento,dono della Città di Cagliari (1610).
Mi chiedo perché il Sig. Sindaco dr. Emilio Floris - ora tanto solerte a raccomandare a don Mario di non farsi strumentalizzare-non si è opposto in nome della Città allo scempio operato nella Cattedrale.
Sembrano fatti secondari,ma vedo che il Cardinal Bagnasco ,Arcivescovo di Genova,non ha modificato l’altare maggiore della Cattedrale della sua Città,altare molto simile a quello che si poteva ammirare nella nostra Cattedrale. Ma mons,Mani dice di aver scoperto l’antico altare del 1300,ma gli storici dell’arte l’avevano scritto da sempre.
Questo Vescovo non ama ascoltare i suoi fedeli,ama piuttosto comandare. Egli afferma che sa ascoltare,tant’è che fissa le “ udienze”- come ama chiamarle - ogni giorno per diverse ore,ma udienze individuali o al massimo di coppie.
Infatti rifugge ascoltare gruppi di persone,anche quando, in occasione della scelta di chiudere la Scuola dello storico Istituto del Sacro Cuore a Cagliari, ha rifiutato per giorni di ricevere una delegazione di insegnanti e genitori che volevano sapere le ragioni di tale decisione. Li ha poi ricevuti ,affermando che il Vescovo non aveva soluzioni,ma assicurava loro la santa comunione.
O come quando, avendo chiesto in prestito un antico crocifisso al Rettore della Chiesa di S.Agostino, ai giovani che ne richiedevano la restituzione ha ricordato loro che il “Crocifisso“ non era più lì perché era risorto.
Questo Vescovo quando vuole è anche gioviale ed ironico. Ma il gioco non vale più.
BAI CUN DEUS E SA MADONNA DE BONARIA T’ASSISTARA !
Voglio terminare con questo augurio che la mia mamma,morta all’età di 96 anni,ci diceva sempre,quando ne combinavamo qualcuna delle nostre.
Sapete che i più preoccupati a far rientrare la polemica sono certi politici ? Direi bipartisan.
Pare che questo Vescovo sia molto contiguo alla politica e a certi politici di cui si dice sia stato il Grande Elettore.
Curiosando nei siti vicini alla curia romana,ho scoperto che il Vescovo Mani è molto criticato per le sue aperture verso il perdono ai divorziati e per l’autorizzazione loro al sacramento dell’Eucaristia.
Poiché anch’io sono per questa linea,pensavo di seguirlo nel senso evangelico dell’accoglienza e del perdono;ma poi ho lasciato perdere perché mi ero accorto che mons.Mani intendeva questa accoglienza e perdono soprattutto per i suoi amici politici.
Va bene che il Pastore deve andare alla ricerca soprattutto delle pecorelle smarrite,ma penso sempre che le sue pecore le conosca tutte e che non faccia distinzioni di colori.
Ho scritto queste cose perché mi sento cristiano e cattolico e perché mi auguro che lo Spirito Santo ci aiuti a discernere il bene dal male.
Nella bufera recente delle accuse pesanti di pedofilia alla Chiesa, ho scritto al Papa di non ascoltare le voci curiali di possibili complotti esterni alla Chiesa, ma di aprire porte e finestre per far entrare la forza vitale dello Spirito Santo nella Chiesa per purificarla dai tanti peccati anche degli uomini di Dio.
Sono felice che il messaggio del più piccolo dei fratelli non sia stato cestinato.

3 commenti

  • 1 Radio Londra
    28 Luglio 2010 - 12:54

    Ritengo che uno come Monsignor Alberti la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato un atto di disponibilità verso la Comunità e sarebbe andato ad ascoltare le persone fuori dalla Chiesa evitando, in tal modo, di entrare nella “baracca”.
    Ma evidentemente questo non era da “Monsignor Mani” che, dopo essersi preoccupato di cancellare tutte le tracce del suo predecessore (che aveva ben altro spessore anche in Vaticano), ha preferito dimostrare ancora una volta chi “comanda davvero”.
    Forse una cosa del genere non la avrebbe fatta neanche il suo amicone Cesare Augusto che, come minimo, visto il suo riconosciuto narcisismo, avrebbe almeno fatto finta.
    Ormai è il vescovo di una fazione, di una baracca, insomma.

  • 2 Radio Londra
    29 Luglio 2010 - 13:19

    Dopo aver letto l’intervento di Monsignor Mani sui Money comparso nel Portico e riportato sull’Unione Sarda c’è davvero da rimanere allibiti e attoniti.
    Sembra più un intervento di un capofazione che l’intervento di un vescovo.
    Parla di cattocomunisti e parla di una vicenda giudiziaria riguardante un parrocchiano che, a suo tempo, avrà sicuramente risposto nei termini e nei modi previsti dalla legge.
    E’ davvero sconcertante leggere certe cose anche perchè, se non fosse firmato da lui, poteva venire il dubbio che a scriverlo fosse stato Cicchito, Bondi Gaparri o Capezzone (forse Cicchito sarebbe stato più cauto).
    Ma chi s’indi andidi a ciccai baballuccasa in unu circulu de Forza Italia!!!!
    E coidendu puru ca esti una bregungia.

  • 3 Luigi Murtas
    12 Agosto 2010 - 13:19

    Io sono allibito dal comportamento scandaloso e divisorio di don Mario Cugusi, don Ettore Cannavera e del Consiglio Pastorale eversivo di sant’Eulalia.
    Nel quale consiglio “militano” (è proprio il caso di dirlo, anzichè semplicemente “del quale fanno parte”) alcuni personaggi d’antan del sessantottismo politico, ai quali della Chiesa non importa proprio un fico secco e non si comprende come mai accettino di rivestire incarichi ecclesiali, oltre a figuri democristiani sbiaditi e sepolti dalla polvere che si inventano cariche inesistenti e in base a quelle vorrebbero sostituirsi al Vescovo nel suo ministero.
    Piena solidarietà, affetto e vicinanza a mons. Mani, vittima di un’aggressione premeditata e di una manovra sinistroide portata avanti da clero imbastardito e venuto a patti con Belial.

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