Andrea Pubusa
Non ci siamo soffermarti su una iniziaiva parlamentare sulla vicenda Todde, che vale la pena riprendere per sottolineare la confusione che sulla materia esiste in tutte le parti a livello istituzionale.
L’on Pitzalis, vice presidente della Commissione giustizia della Camera, insieme ad alcuni esponenti di FI, FDI e Lega, ha chiesto tempo fa un intervento di Nordio sull’operato del dr. Poddighe, giudice della Corte d’appello di Cagliari. Questi, in qualità di presidente della Commissione di vigilanza elettorale, ha revocato al prof. Fercia, membro della stessa Commissione, il mandato di difensore di questo organo nel giudizio promosso dalla presidente Todde per ottenere l’annullamento della sanzione di 40.000 € a lei irrogato per l’asserita violazione delle norme sulla rendicontazione delle spese elettorali. Nell’interrogazione al ministro della giustizia si ipotizza un conflitto d’interessi del dr. Poddighe perche’ sposato con un’alta dirigente regionale. Insomma, come la ex presidente Cucca sarebbe stata in conflitto perche’ sorelĺa dell’on Cucca, ora Poddighe lo sarebbe per via della moglie.
A me sembra una vicenda ormai scaduta al rango di oggetto di schermaglia elettoralistica senza alcun collegamento con la sua natura giuridica.
Mi spiego, ripetendo in parte cose già dette in altra occasione. La Commissione di vigilanza è un semplice organo di natura amministrativa che esamina i rendiconti dei consiglieri regionali e propone al Consiglio regionale la decadenza per coloro che - a suo giudizio - compiano gravi violazioni della disciplina sulle spese elettorali. L’assemblea regionale, organo di natura parlamentare, esamina e discute la proposta e delibera su di essa, accogliendola o respingendola. Ad oggi questo atto ancora non è stato adottato, talche’ il procedimento non è concluso. E bene avrebbe fatto e farebbe il Consiglio a concluderlo anziche’ sollecitare la giunta a sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Se la maggioranza ritiene che la disciplina della decadenza non sia applicabile al presidente eletto, ma solo ai consiglieri, lo dica e respinga la richiesta della Commissione di vigilanza. A quel punto, in forza dello Statuto sardo, che è legge costituzionale, il governo - se ritiene - potrà chiedere al Capo dello Stato di rimuovere il presidente della Regione. Ma potrà farlo prospettando reiterate e gravi violazioni di legge, che nel caso nostro non sembrano sussistere. Manca la reiterazione, ammesso che sussista la gravità.
Ma tornando all’interrogazione al ministro Nordio, si è chiesto l’on. Pitzalis se la dr.ssa Cucca poteva nominare un difensore della Commissione da lei presieduta? Quest’ultima - come si e detto - è un semplice organo amministrativo, sfornito di personalità giuridica, che pertanto non può agire in giudizio. Poiche’ la Todde ha, come persona non come presidente, chiesto al Tribunale l’annullamento della sanzione pecuniaria, la difesa dell’ordinanza spetta alla Regione, che a tal fine può avvalersi anche dell’opera di un libero professionista. Si dirà che la Regione non può farlo liberamente nei confronti della Todde. Ma non è così perche’ il difensore è vincolato al suo ufficio da regole deontologiche e non solo. Deve svolgere il suo mandato secondo scienza e coscienza, senza condizionamenti.
La telenovella continua, in modo confuso e sconclusionato…
1 commento
1 Aladin
9 Maggio 2025 - 14:04
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