I costi eccessivi della politica regionale

30 Novembre 2010
2 Commenti


Francesco Cocco, con chiosa di Andrea Pubusa

Merita plauso la proposta di Claudia Zuncheddu, consigliere regionale dei Rossomori, di ridurre i costi della politica regionale. Non tutto è da condividere nella sua proposta ma resta il grande merito di avere lanciato un messaggio di parsimonia in un momento drammatico per la finanza pubblica e per l’economia regionale. Così non è ad esempio condivisibile che, per ragioni di democrazia, non sia riducibile a 60 il numero dei consiglieri regionali. Il Consiglio in passato approvò una specifica proposta in tal senso e la stessa non è andata avanti forse in attesa che si proceda alla modifica complessiva dello Statuto. Si consideri che il Senato degli Stati Uniti d’America è formato da poco più di 100 componenti, e non mi pare che il basso numero della più importante camera del parlamento Usa sia un limite alla democrazia di quel Paese. Ma ripeto, a parte qualche aspetto più o meno condivisibile, la proposta della Zuncheddu merita attenzione e sostegno.
Realizzare un sensibile risparmio, passando da un costo di 14 milioni ad un uno di circa 6 milioni all’ anno mi pare un obiettivo importante per ridare credibilità alle nostre istituzioni autonomistiche. Significativo l’obiettivo di ridurre del 20% l’indennità dei consiglieri regionali, il numero dei viaggi rimborsabili, l’abolizione del trattamento vitalizio obbligatorio dei consiglieri stessi.
L’approvazione di questa proposta normativa, se non per qualche aspetto, “non dipende da Roma”: non vi sono ostacoli alla sua realizzazione tranne la mancanza di una vera volontà riformatrice. Questa, però, sembra proprio mancare visto che la proposta stessa non pare aver avuto molta condivisione tra i componenti l’assemblea parlamentare sarda.
Ed è per questo che dico alla consigliera Zuncheddu di “non mollare!”. Anche in passato non sono mancati consiglieri che hanno vissuto con sofferenza una condizione che finiva per umiliare il loro ruolo e per allontanarli da quella parte di società che erano stati chiamati a rappresentare. La loro battaglia isolata non è approdata a risultati concreti, e sul piano personale ha solo generato scontri con i famelici del privilegio. Ma oggi i tempi stanno mutando ed è possibile pensare ad iniziative che, anche su questo piano, portino a concreti risultati. Se questi mancheranno, matureranno sempre più le condizioni di una lotta aperta contro i nuovi baroni dell’autonomia.

 Una chiosa di Andrea Pubusa

Certo l’iniziativa della rossomora Zuncheddu è meritoria, ma - confesso - ha un qualche sapore di velleitarismo e, a voler essere cattivi, di propagandismo. Perchè dico questo? Perché un’iniziativa solitaria sopratutto i questa materia è destinata soltanto a fare notizia per un giorno, senza alcuna reale possibilità di esito positivo.
La proposta segnala un’esigenza certamente sentita dalla gente. Ma occorrerebbe articolarla in varie direzioni. Quali? Ecco le essenziali.
La prima riguarda il vitalizio dei consiglieri regionali (il discorso vale anche per i parlamentari nazionali): credo ci si possa ispirare alla legge Bacchelli, ossia a quella legge che prevede un sussidio per i letterati in povertà, senza adeguata pensione di vecchiaia. Anziché prevedere un vitalizio per tutti, occorrerebbe limitarlo a quelli ultrasessantacinquenni bisognosi, equiparandolo al trattamento pensionistico di un operaio specializzato o di un insegnante. Non è poco, ma è molto meno in termini di spesa di quanto si eroga oggi.  
La seconda proposta riguarda la riduzione dell’indennità di carica, ormai slegata da qualunque relazione di congruità con la funzione. Non è necessario al dignitoso svolgimento dei compiti del consigliere regionale un compenso così alto, basta la metà o poco più. Semmai dovrebbero rinforzarsi le strutture consiliari di supporto all’attività legislativa.
Infine, ma non meno importante: quale organo deve deliberare i trattamenti? Credo che il difetto del sistema stia proprio qui: sono gli stessi beneficiari a decidere i compensi. Si dovrebbe pensare invece a istituti della democrazia partecipativa. Un’assemblea di elettori estratta a  sorteggio e senza compenso potrebbe essere l’organo adatto a deliberare sui compensi ai consiglieri, che il Consiglio regionale dovrebbe solo proporre. L’assemblea sorteggiata ogniqualvolta c’è una proposta di variazione del compenso dovrebbe lavorare pubblicamente e in modo immediato e molto semplice: approvando o rigettando le proposte, senza possibilità di apportare emendamenti.
Ecco questo dei consiglieri che si deliberano il comèenso è un conflitto d’interessi che una seria legge statutaria o lo Statuto speciale stesso dovrebbero risolvere (altro che consentire ai presidenti imprenditori di potere con le proprie aziende di  partecipare alle gare d’appalto regionali, come previsto nella legge statutaria soriana!). Ma chi mai farà questa proposta? Comunque, brava la Zuncheddu che ha sollevato il problema. Bisogna allargare l’iniziativa e farla divenire un punto programmatico di un più vasto movimento di riforma delle istituzioni autonomistiche, ormai completamente mortificate e screditate.   

2 commenti

  • 1 Michele Podda
    30 Novembre 2010 - 10:02

    Caro Direttore,
    quando ti ci metti… Concordo su tutto quello che affermi. “Fragu” di propagandismo ho sentito anch’io, perchè “de duas, una”: o non ha chiesto adesioni, stando cosi sola soletta su un cucuzzolino eroicamente esposta ai venti e alle tempeste; o, pur avendole sollecitate, non le ha ottenute, ma in tal caso avrebbe dovuto denunciare la cosa.
    L’organo sorteggiato è l’uovo di Colombo, semplice e funzionale. Un tempo non proponevano tutti i Comuni una rosa di nomi fra cui sorteggiare i Giudici popolari? Si potrebbe fare qualcosa di simile.
    Per curiosità, dai un’occhiata al sito della Federazione Psdaz di Cagliari: stranamente anche da quelle parti sembra esserci…comunità d’intenti.

  • 2 Francesco Cocco
    30 Novembre 2010 - 18:32

    Che la proposta della Zuncheddu abbia aspetti da approfondire e che non tutto sia di per sè condivisibile è stato evidenziato anche dal sottoscritto. Ma ritengo ingiusto accusarla di propagandismo e di velleitarsmo visto che la sua funzione meritoria è quella di lanciare un sasso nello stagno dell’immobilismo politico regionale. Oltretutto so quali prezzi la casta fa poi pagare a chi mette in discussione il suo sistema di privilegi………per questo alla consigliera Zuncheddu va garantito il sostegno dei sinceri democratici ed autonomisti.

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