PD, basta casini, con Marta per vincere!

23 Febbraio 2011
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Mario Sciolla

Mentre il PD di Iglesias (e non solo) si avvolge in una ragnatela senza uscita (pensate se annullasse le primarie, quale boomerang!), ecco un’analisi lucida che ci aiuta a capire la situazione politica della città mineraria (e non solo) e sopratutto chiede al PD uno scatto per uscire con coraggio dalla secca in cui si è incagliato.  Per tornare a vincere.

Chi, come me,  ritiene il PD fondamentale per una prospettiva di cambiamento (nonostante i gravi problemi di questo partito) non può che avvertire desolazione nel constatare i marchiani errori che esso continua a commettere, come quello ultimo di Iglesias in coincidenza con le primarie. Un comportamento “spionistico” immotivato e fallace ha indotto il PD a posizioni che gli stanno creando intorno terra bruciata. Persino nell’ipotesi che rispondesse al vero l’assunto (primarie “inquinate” da voto estraneo), il comportamento del PD è stato quello degno del più infido nemico, invece che del garante della correttezza. Se dubbio di correttezza c’era, logica avrebbe voluto che venisse dato il monito per tempo; oppure che nel corso delle primarie, in sede di seggio, venissero avanzate le debite contestazioni. Niente di tutto questo; solo a una mezz’ora dalla chiusura delle urne arrivava il clamoroso annuncio: il PD “non si ritiene vincolato dall’esito del voto, perché inquinato”. E aggiungeva un’altra perla: affermava di aver monitorato (in proprio, in segretezza) l’intera giornata, rilevando le presunte infiltrazioni di voto. In parole povere: il PD rivelava di essere giunto alle primarie già con intenti ostili e di sospetto oscuro e settario. Eppure la conferenza-stampa che aveva presentato i candidati di coalizione, aveva dato un’impressione diversa: tutti impegnati in leale competizione e nel sostegno unitario al futuro vincitore.
Bisogna guardare ben al di là delle squallide polemiche messe su da miopi dirigenti del PD sia a livello federale che a livello cittadino (e, ahimè, con l’inopinata partecipazione di un dirigente di rango, quale il sen. Francesco Sanna). Per capire la sconfitta, ci vuol ben altra analisi che il presunto “inquinamento del voto”. Il PD continua ad ignorare l’elemento fondamentale: la disaffezione dalla politica dilagante in città e – per contro – il valore dirompente di una candidatura (Marta Testa) che ha fatto riprovare il gusto dell’interesse e dell’impegno politico.
Signori miei, avete mai considerato i dati sui votanti in Sardegna negli ultimi cinque anni, articolati per province? Nella fascia giovanile (voto alla camera), il bacino minerario è ULTIMO in Sardegna come percentuale di partecipazione al voto sia nel 2006 che nel 2008 (chiunque può controllare nel sito del Ministero dell’Interno). E nel 2008 la città di Iglesias registra una percentuale di voto giovanile addirittura inferiore rispetto a quella dell’intera zona. Si spera in un compenso con le fasce d’età più mature? Ebbene, i votanti del bacino minerario per il senato sono PENULTIMI in Sardegna nel 2006 e ULTIMI nel 2008. Con un’amara aggiunta: in entrambe le occasioni, la percentuale di votanti di Iglesias è ancor più bassa della già bassa percentuale di zona. Vogliamo continuare a riempirci la bocca di gloriosa storia di lotte della città, nel tentativo di tamponare le falle evidenti? La considerazione più dolorosa riguarda il mondo giovanile: i ragazzi/e non vedono nel PD cittadino l’eredità gloriosa, ma gli aspetti deteriori della politica. Ho già detto quanto reputi questo giudizio ingeneroso; come vada ricercata una via per riallacciare e far fluire nella cultura delle giovani generazioni quel patrimonio a loro occulto e che non deve essere andare disperso. Ma, intanto, il PD si chieda se questo risveglio in città non sia da collegare con quelle fasce di elettori prima disaffezionate e “dormienti”.
La strada da perseguire deve combinare da un lato la consapevolezza della propria importanza e dall’altro l’ammissione DOVEROSA delle proprie attuali debolezze, della propria mancanza di nuovi quadri. Si facciano queste ammissioni per costruire una prospettiva futura che veda un ruolo forte e insostituibile del PD. La posizione sinora assunta dal PD di Iglesias con le primarie va, purtroppo, nella direzione opposta.
Bisogna anzitutto, recuperare il valore autentico delle primarie. Ricordo di aver segnalato per tempo la straordinaria potenzialità della candidatura di Marta Testa. Ne ho spiegato le ragioni e non sto a ripeterle. Ribadisco che non và caratterizzata come candidatura di una parte della sinistra (SEL). Senza rinunciare all’appartenenza, si deve farne da subito la candidata dell’intera sinistra offerta come nuova chance all’intera città.  Marta Testa ha vinto perché ha risvegliato una passione che sembrava spenta. Particolarmente evidente l’entusiasmo giovanile: generoso, a volte smodato, eccessivo, ma sempre carico di una forza dirompente che travolge sfiducia e scetticismo (tanto spesso ostentati, eppur spesso intimamente sofferti dai giovani). E di certo si è riaffacciato l’interesse per la novità anche in esperienze mature e consolidate, persino in serbatoi di consenso che il PD considerava acquisiti e sicuri.
E’ tempo che la candidatura di Marta Testa assuma quel valore che doveva avere dall’inizio: di interprete della città, dei suoi bisogni, tesa a costruire con più forze un progetto nuovo, un percorso che dia nuovamente prospettiva e fiducia nel raggiungimento di mete possibili.

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