Il PD? Un “ronzino” per Soru

25 Luglio 2008
2 Commenti


Enrico Palmas

In questi tempi di forte disaffezione per ciò che la politica ci offre, non resta che compiere il quotidiano rito della consultazione dei siti locali sulla rete internet.
Così, scorrendo tra i vari esempi di giornalismo telematico, troviamo l’editoriale del 23.7.2008 di Giorgio Melis, il Direttore di “Altravoce”, il quale ci garantisce quotidianamente una puntuale informazione sulle cose che accadono all’interno del Partito Democratico sardo, ancorché con lo sguardo rivolto al “versante Soru” di quest’ultimo.
Apprendiamo, in questo modo, che alcune delle prese di posizione espresse dagli esponenti della fu “sinistra DS”, dopo essere state dileggiate e tacciate di “terrorismo politico” nel momento in cui furono espresse, entrano oggi nella coscienza e persino nel lessico dei Democratici (quantomeno di quelli sardi, giacché Veltroni appare una spanna più tosto…).
 Vanno in questa direzione, infatti, le affermazioni per le quali: «Tutti, anche i più ottimisti, avevano segnalato il rischio della nascita del Pd come “fusione fredda” tra Ds e Margherita, in Sardegna con l’integrazione di Progetto Sardegna. Infatti è stata una disgrazia, anche elettorale. In Sardegna era partita meglio. Subito delegittimata, sporcata, disonorata dalle primarie d’autunno: vinte da Udc, Forza Italia, An, Udeur (quando c’era) e Forza Paris. I partiti di destra - con molti loro dirigenti e tanti militanti precettati alla bisogna, “spintaneamente” e/o per accordi riservati tra vecchi compari di tutte le stagioni - avevano deciso che dovesse vincere Antonello Cabras contro Renato Soru».
Alcune considerazioni sorgono spontanee. Innanzitutto, l’espressione “fusione a freddo” appartiene ad un lessico, che, come detto, è del tutto estraneo al PD. Purtuttavia, la cosa in qualche modo ci gratifica, posto che evidentemente non erano tutte balle quelle che andavamo raccontando ai militanti dei DS, nella scorsa tornata congressuale. Ma la cosa, com’è fin troppo chiaro, è di ben poco momento, dato che non credo che vi sia, oggi,  alcuno, tra coloro i quali andavano raccontando le “balle” ai congressi di sezione, interessato ad avere ragione a posteriori.
Ma anche le stesse, giuste, esigenze di rinnovamento («la foto di gruppo farebbe tanto effetto-Cremlino ai tempi di Breznev e in Sardegna richiamerebbe nostalgie degli anni 60-70-80-90» - anche se con alcuni riferimenti a persone che con il PD e con altri noti esponenti politici, nominati nell’editoriale, non hanno nulla a che spartire), vengono oggi fatte proprie e con sempre maggiore insistenza, da chi non le ha minimamente praticate in tutti questi anni. Ed i vertici del PD sono i principali responsabili. Farebbe sorridere che Cabras, Fadda, Sanna e quant’altri ci venissero a raccontare che occorre un rinnovamento… che, guardacaso, deve iniziare sempre a prescindere da loro. Farebbe sorridere solo se non fosse la cartina di tornasole della scomparsa dalla scena politica della sinistra (e, così proseguendo, dell’intero Centro Sinistra), di cui essa stessa è responsabile.
In secondo luogo, i rischi di contaminazione delle primarie, da parte della destra erano fin troppo evidenti sin dal momento della loro indizione (… anche se l’UDEUR di Mastella – quando c’era – era alleato del Centro Sinistra, non lo si dimentichi). Basti considerare il solo fatto che un Partito che non ha tesserati, nella migliore delle ipotesi, deve accontentarsi di guardare negli occhi chi si reca a votare alle primarie, mentre, nella peggiore, proprio non è un Partito, con tutto ciò che ne consegue…
Di più. Si può davvero affermare con certezza che il voto della destra alle primarie abbia avvantaggiato il Cardinale?
Ad ogni buon conto, anche questa analisi è, per così dire, “dietrologica” e, dunque, lascia il tempo che trova.
Ciò di cui è più serio ragionare adesso, è la ricostruzione credibile di un’ipotesi di alternativa di Centro Sinistra. Sgombrando, tuttavia, il campo da una serie di equivoci che non aiutano a comporre un ragionamento plausibile.
In primo luogo, Cabras non è il male e comunque Soru non è la cura. Anzi, forse prescindere da entrambi, in quest’ottica, renderebbe più semplice la costruzione…
Ancora, il PD non è autosufficiente (Veltroni ha fallito su tutti i fronti e bene avrebbe fatto a rassegnare le dimissioni), ha perso clamorosamente le elezioni e le perderà anche in Sardegna, trascinando nel suo disastro l’intero panorama delle forze di Centro Sinistra. La ricostruzione di una forza di Sinistra moderna, eurosocialista ed ambientalista, è indispensabile per restituire credibilità al sistema – politica e da essa non si può prescindere se si vuole lavorare alla ricostituzione di un Centro Sinistra vincente e convincente.
Insomma, sembra di capire che chi ieri ha frettolosamente liquidato i DS per scommettere tutti i suoi risparmi su di un cavallo che già dalla partenza si è rivelato un ronzino, oggi stia cominciando a riflettere sulla circostanza che, forse, i DS con tutti i loro difetti, erano meglio di questa cosa informe ed inguardabile che infila in un unico calderone vecchi trombati, clerico-cattolici oltranzisti, servi, padroni, riciclati, ex comunisti pentiti, ex democristiani (non pentiti) e chi più ne ha più ne metta… e che forse il progetto dell’Unione di Centro Sinistra (e Sardista, da noi) fosse il progetto di governo più avanzato sino ad ora mai prospettato.
Si boccheggia, insomma, per il caldo insopportabile e si sta affacciati alla finestra, in attesa che un refolo di maestrale si porti via la cappa di umidità che rende irrespirabile l’aria e con essa, per quanto possibile, l’inquinamento.

2 commenti

  • 1 pietro
    25 Luglio 2008 - 09:39

    Voi continuate a battere il tasto sul Democratico RENATO SORU Presidente della Sardegna Autonoma. Perchè non guardate l’autoritarismo dell’Italia!!!!!!
    E’ un periodo di forti emozioni per me, di forti dissensi interiori. Sarà perché non mi sento più italiano e oggi meno che mai; sarà perché vedo queste mafie al potere che altro non fanno che proteggersi, che erigersi a portatrici d’innovazione, d’economia, di libertà (!), mal celando l’ipocrisia più abietta; sarà perché mi fermo con l’auto alle strisce pedonali quando qualcuno deve attraversare la strada, che mi guarda con aria incredula; sarà perché faccio la fila alla banca, alla posta, all’ospedale, perché non mi interessa avere l’amico per passare avanti agli altri; sarà perché non ho un lavoro, perché dopo dieci anni di lavorare da precario o in nero (perché questo l’Italia di oggi dà a noi giovani) per soddisfare l’avidità di qualche piccolo uomo che anela alle ricchezze materiali al costo di uccidere i propri figli, ucciderli nell’animo, nel cuore, non mi va più; sarà perché sono arrabbiato con una classe politica e dirigente che ormai pensa solo ai propri affari, alla propria immagine, che ha dimenticato la gioia di essere popolo, di lavorare per esso; sarà forse perché quando sento De Andrè, quando vedo un intervista di Enzo Biagi, quando ripenso ai film che mi hanno fatto crescere (Z l’orgia del potere, I cento passi, ‘900, La Grande guerra, Rocco e i suoi fratelli, L’angelo sterminatore e tanti altri) quando rileggo Gramsci, Berlinguer (Enrico, ovviamente), Moro, quando vedo le interviste o le lezioni magistrali di Falcone e di Borsellino, quando riascolto Gaber, le parole di Pasolini, quando penso ai partigiani, a quelli che ho conosciuto, con il loro coraggio, il loro ottimismo con la volontà, dimenticati dai più, il cuore mi si stringe e le lacrime affiorano agli occhi, perché vorrei battermi per loro, con loro, per non dimenticarli, ma vedo che la gente attorno a me pensa alla tv al plasma, alla macchina, al denaro, al cellulare; sarà forse perché il puzzo dell’immondizia di questo paese non c’è solo a Napoli, trasuda direttamente dalla televisione, quasi fosse un odorama psichicamente indotto;
    sarà perché mi viene da vomitare quando vedo 40 boss della mafia a piede libero per una legge sbagliata, ritagliata su di loro, quando vedo imprenditori e manager che hanno fatto fallire l’Italia liberi sui loro yachts come se niente fosse; sarà anche perché se mi giro dietro di me non trovo nessuno; sarà perché la malasanità, la camorra, la ‘ndrangheta, le imprese fallimentari, i condoni, le banche, i furbetti, gli showman, lo show-business, tangentopoli, vallettopoli, calciopoli, i preti pedofili, i partiti e i sindacati di oggi, mi fanno schifo, mi provocano odio: a me, che ho deciso di non odiare mai, di amare il prossimo mio perché uguale a me e mi ritrovo da ateo ad essere più cristiano dei bigotti cittadini di questo Paese e ogni giorno stento a mantenere il mio voto; sarà perché gli amici, fino a quando c’era da dargli una aiuto, a offrirgli da bere, a rincuorarli, erano tanti, ma oggi sono tutti spariti; sarà perché non dormo la notte se penso a miliardi di persone che soffrono la fame, alle ingiustizie, alle guerre che ancora nel terzo millennio distruggono vite innocenti; sarà perché mi dicono che il mondo gira così e non posso accettarlo, non mi basta, non può continuare in questo modo, non deve durare a lungo ancora tutto ciò; sarà perché ho 45 anni, un cuore e un cervello protesi all’amore, ma le mie parole, le mie azioni, la mia ostinata coerenza, non le ascolta e non le capisce quasi nessuno; sarà forse perché mi sono svegliato triste queste mattine e forse domani sarò pronto di nuovo a lottare, ma oggi affogo in questa rabbia, che volge a trasformarsi in tristezza, che mi sa d’impotenza.

  • 2 speranzazero
    25 Luglio 2008 - 17:27

    Mancano i canali e i mezzi affinchè le belle parole di Pietro diventino il contagio empatico necessario per riprendere la fiducia verso il prossimo. Tenerci divisi tramite gli “interessi” personali e le informazioni a metà o le ideologie sono strategie per impedirti anche di urlare il tuo dolore, di toglierti persino il respiro. Le sono vicino e capisco il suo sfogo.

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