Colpo di mano contro gli studenti fuoricorso

7 Settembre 2012
3 Commenti


 Andrea Murru, Sara Erriu, Stefano Abis, Fabio Murgia
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Non c’è pace per gli studenti fuori-corso disgraziatamente iscrittisi presso l’Ateneo cagliaritano. Il 27 luglio scorso, in piena calura estiva, circa 200 di loro si sono ritrovati per discutere dei passaggi “obbligatori” di ordinamento.
La nuova tegola lanciata su di loro da palazzo Belgrano nasce dal recente Manifesto degli studi A.A. 2012/2013 emanato con Decreto del Rettore il 2 luglio, in applicazione del regolamento sulla carriera amministrativa degli studenti, che così recita:
Agli studenti regolarmente iscritti negli ordinamenti precedenti al DM. 509/1999, che non abbiano concluso gli studi entro il 30 aprile 2012 e che non abbiano sostenuto un numero di esami pari o superiori a quelli previsti dall’art 57 bis del Regolamento sulla Carriera degli Studenti, sarà proposto, entro due mesi dall’avvio dell’anno accademico 2012/2013, il passaggio a un corso di studio dell’ordinamento D.M. 270/2004. L’Università, acquisito il parere dell’interessato e le sue eventuali osservazioni sulla proposta, valutate le ripercussioni sulla formazione dello studente, si riserva il potere di effettuare le proprie scelte motivandole.
Gli studenti ritengono questa previsione illegittima per vari motivi:
1) Contrasto col Decreto Moratti che all’art. 13 comma 5 dice che:
A seguito dell’adozione dei regolamenti didattici di ateneo di cui al comma 1, le università assicurano la conclusione dei corsi di studio e il rilascio dei relativi titoli, secondo gli ordinamenti didattici previgenti, agli studenti già iscritti alla data di entrata in vigore dei regolamenti stessi e disciplinano, altresì, la facoltà per gli studenti di optare per l’iscrizione a corsi di studio previsti dai nuovi ordinamenti”.
2) Contrasto con quanto affermato dal Consiglio di Stato nella sentenza del 2 febbraio 2012 n. 590, in cui si ribadisce il diritto degli studenti di laurearsi nell’ordinamento nel quale si sono iscritti, senza poter essere obbligati ad alcun passaggio, che potrebbe avvenire solo con il consenso dell’interessato e purché sia “particolarmente incentivante” per il medesimo soggetto.
3) Contrasto con la sentenza del Tar Sardegna del 12 marzo 2008 su un’analoga situazione concernente gli studenti di Farmacia dell’Università di Sassari.“Dalla lettura di tutte le disposizioni sopra ricordate si evince che nell’ambito dell’ordinamento universitario non esiste una norma che consenta alle Facoltà universitarie di imporre agli studenti la conclusione del corso universitario entro un certo numero di anni, pena il trasferimento al nuovo ordinamento che, nel frattempo, possa essere stato istituito; anzi, viene riconosciuto espressamente il diritto degli studenti di completare comunque i propri studi…”. “In definitiva, la previsione di imporre agli studenti di cambiare il corso di studi se esso non viene concluso entro un certo termine, non ha un supporto normativo che la giustifichi e, conseguentemente, risulta fondato il primo motivo; pertanto il ricorso deve essere accolto, con conseguente annullamento degli atti impugnati…“.
Come si vede, il decreto del Rettore contrasta con un orientamento giurisprudenziale consolidato. Si prospetta dunque un “autunno caldo” anche per l’Ateneo cagliaritano perchè gli studenti non si arrenderanno a quest’ennesima e alquanto maldestra violazione delle norme che disciplinano l’Università nonché della recente pronuncia nel merito del Consiglio di Stato.

3 commenti

  • 1 Sara Erriu
    7 Settembre 2012 - 07:08

    Grazie ancora una volta a Prof. Pubusa per aver amplificato la nostra protesta con la pubblicazione di questo articolo. Siamo stanchi di lottare ancora per un diritto che è stato ampiamente riconosciuto nelle sedi giudiziarie competenti. Ma, come Lei ci ha esortato a fare più volte, non molleremo finchè non verrà rispettato questo nostro diritto.
    Cordiali saluti, Sara Erriu

  • 2 Antonio
    14 Settembre 2012 - 16:46

    L’idea di obbligare uno studente a passare ai nuovi ordinamenti è l’ennesima trovata degli atenei per aggirare le disposizioni ministeriali e gli statuti dello studente. Vergogna.

  • 3 Alberto
    10 Ottobre 2012 - 18:05

    E’ assurdo che il Rettore continui ad insistere su questa strada, è un nostro sacrosanto diritto.

    Come si può partecipare alla lotta? e dove ci si può tenere informati?

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