Is Arenas:telenovela, specchio di malamministrazione

19 Febbraio 2013
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Andrea Pubusa


La notizia è di dominio generale. Il Comune di Quartu Sant’Elena ha negato l’utilizzo dello stadio per la sfida col Torino di domenica, e il Tar ha rigettato il ricorso del Cagliari calcio contro il diniego.. Le motivazioni dei due organi lasciano presagire che ormai per quest’anno Is Arenas rimarrà chiuso. Una spesa enorme, tanta attività e perfino tanti arresti per nulla.
E’ curiosa la motivazione con la quale il Comune di Quartu Sant’Elena ha negato l’autorizzazione all’utilizzo dello stadio per l’incontro di domenica prossima. Il vice sindaco non entra nel merito della questione sicurezza, ma afferma di non poter accogliere la domanda del Cagliari in conseguenza del procedimento penale in corso.. “Stante la pendenza di un procedimento penale avente ad oggetto la legittimità dei precedenti provvedimenti autorizzativi - si legge nel diniego del Comune -, il rilascio di una nuova autorizzazione esporrebbe infatti l’amministrazione comunale al rischio di un’eventuale declaratoria di illegittimità del nuovo procedimento in sede penale, con l’ulteriore conseguenza di esporre la stessa amministrazione comunale a responsabilità di  natura amministrativo-contabile, e di natura civilistica e risarcitoria”. In realtà è la paura del magistrato penale  a paralizzare la volontà del vice sindaco di Quartu poiché il rischio di una responsabilità risarcitoria nei riguardi del Cagliari calcio e, conseguentemente, davanti a alla Corte dei conti per danno erariale nasce proprio dal diniego. Da questo punto di vista il rischio è grosso. La vicenda penale è di esito incerto. E se l’indagine che vede coinvolto Cellino dovesse sgonfiarsi nelle ulteriori fasi del procedimento? A quel punto, il diniego, disposto senza entrare nel merito della questione sicurezza, risulterebbe privo di fondamento. E i danni sarebbero enormi. E se il Cagliari - facciamo i dovuti scongiuri - dovesse retrocedere a causa della preclusione di Is Arenas? Il danno  sarebbe multimilionario e non solo per il Cagliari calcio. Si profila un caso interessante di pregiudizio anche per i tifosi, il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna, di cui la squadra è immagine.
A ben vedere, la vicenda dello stadio di Is Arenas è una telenovela infinita, specchio della crisi italiana. Al di là della condotta, talora intemperante di Cellino, ciò che emerge è il barocchismo delle nostre procedure amministrative, attorcigliate su se stesse in barba al tanto sbandierato sportello unico, che dovrebbe dare in tempi brevi il provvedimento finale e con un intelocutore burocratico unico. Viene in risalto anche la sistematica violazione del principio di certezza dei tempi dell’agire amministrativoo, che per ogni procedimento prevede tempi ragionevoli e prestabiliti di conclusione.
Sono manifeste anche l’irresolutezza e l’incapacità della dirigenza amministrativa, che è audace nel proporsi alle figure apicali dell’apparato burocratico e pronta a riscuotere le relative indennità, ma refrattaria a qualunque assunzione di responsabilità decisionale. E gli amministratori? Da candidati promettono di tutto, sviluppo, occupazione e celerità, da eletti, una volta in carica, sono campioni di indecisionismo. La conseguenza di tutto questo è che nel nostro triste Paese chiunque intraprenda una qualunque attività viene subito a perdersi nei meandri della burocrazia, ben più enigmatici e inestricabili del Castello di Kafka.
In questo ambiente amministrativamente degradato trova spazio per la sua azione una magistratura che sanziona più le azioni che le omissioni. E così, in barba alle più conclamate violazioni dei principi di efficienza ed efficacia, le lentezze o le omissioni dell’amministrazione rimangono ininfluenti.
E’ ammissibile che, a distanza di mesi, non si sappia ancora se Is Arenas è agibile o no? Che si siano giocate alcune partite anche col pubblico, senza alcuna conseguenza e non si possa giocar più? Peggio: è ammissibile che non si dica con chiarezza cosa manchi ancora allo stadio onde poter colmare le lacune in tempi rapidi?      
In questo quadro era apparso ricco di saggezza e buon senso il Tar che, di fronte al rinvio prefettizio della partita Cagliari-Milan, fece un discorso di elementare e solare logicità: se nello stadio si son giocate normalmente quattro partite, si possono disputare anche le altre. E infatti la partita Cagliari/Milan è stata una festa.
Ora, anche il Tar torna sui suoi passi. E in questo non è ininfluente il pensionamento del Presidente che quindici giorni fà adottò il decreto che aprì le porte di Is Arenaz al match contro il Milan.  Il Tar, infatti, ha mutato giurisprudenza nei confronti del no del vice sindaco di Quartu. Nella motivazione si legge: “Il parere in questione deve essere rilasciato, sussistendone i presupposti, dalla competente Amministrazione, presso la quale il procedimento pende da mesi, e non può essere richiesto a questo Giudice, di sostituirsi alla stessa con plurime richieste cautelari”. Tradotto in lingua comune, il Tar dice che non è l’aula giudiziaria ma sono gli uffici dell”amministrazione il luogo di risoluzione del problema. Come si vede, un diverso approccio alla medesima normativa rispetto a due settimane fà. Nel precedente ricorso il Tar aveva non solo sospeso gli effetti del diniego del Prefetto, ma aveva anche positivamente imposto il regolare svolgimentto della partita, Oggi dice invece di non avere il potere di imporre alcunché, spettando le autorizzazioni solo all’amministrazione e non al giudice.
A questo punto, chiedere a qualcuno di chiudere le procedure, amministrativa e penale, è pura follia, palese ostentazione di un imperdonabile ottimismo o di un’ingenuità senza limiti. Non rimane che sperare in una moltiplicazione delle motivazioni dei giocatori per battere sul campo non solo le squadre avversarie, ma anche gli esiti devastanti di un’amministrazione che nei comizi, nei talk show, nelle leggi e nei manuali si vuole proiettata con tempestività al risultato, ma che, nella realtà offre, solo esempi di indecisione e di paralisi. 

1 commento

  • 1 michele podda
    19 Febbraio 2013 - 10:34

    Caro Direttore,
    dunque è in atto un procedimento penale che riguarda le precedenti autorizzazioni? Come mai, se niente di grave è accaduto (disastri, incidenti) durante le precedenti partite? Oppure il riferimento è alle autorizzazioni a edificare (rispetto delle norme) o allo storno di denaro pubblico? Il Vicesindaco dovrebbe attenersi ad una valutazione oggettiva delle condizioni di sicurezza della struttura che, se esisteva per le partite precedenti, non dovrebbe mancare per le prossime, salvo novità che andrebbero chiarite e denunciate.
    I cittadini di Quartu (ma anche tutti i sardi che seguono le sorti del Cagliari) non possono che condannare questo atteggiamento pilatesco del loro rappresentante che, in mancanza di motivazioni precise, dovrebbe rilasciare l’autorizzazione coerentemente con quanto fatto fin’ora, affrontando con serenità opposizioni e ricorsi che inevitabilmente giungono per qualunque decisione.
    Tra Vicesindaco e Prefetto è classico scaricabarile, mi pare.

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