Caro Massimo, più parli e più ti fai del male!

16 Novembre 2013
5 Commenti


Amsicora

Caro Massimo, più parli e più ti fai del male! Ma ti rendi conto di cosa hai detto ieri in conferenza stampa? “Nessuna pressione: la Soprintendente Marcella Crivellenti mi era stata presentata nel 2009 da Claudio Fava”. A te Massimo questa sembra la negazione di una tua scorrettezza e di una illegittimità amministrativa (e forse non solo) e invece ne è l’ammissione. Claudio Fava è un rispettabile intellettuale, ma è anche dirigente di SEL, il secondo dopo Nichi Vendola. Dunque, caro Massimo, tu ammetti di avere abbandonato la procedura che il CDA aveva deliberato e che non era (e non è) stata mai revocata per seguire una linea interna di partito, una segnalazione, per quanto autorevole, o, se  vuoi, una conoscenza maturata in seno all’ambiente del tuo partito! Ammetti così di aver voluto soddisfare un interesse connesso ad una conoscenza prrocurata da un dirigente del tuo partito, cioé di aver deciso sulla base di un fatto che sta fuori dalla procedura amministrativa che la Fondazione si era data. Tu non lo sai, ma questa è esattamente la situazione paradigmatica che integra la violazione del principio d’imparzialità  sancito dall’art. 97 Cost. Che è poi quanto ti ha detto il Tar pochi giorni fa nella sentenza che ha annullato gli atti di nomina della Crivellenti. E, se ci pensi bene, è quanto ti è stato contestato in sede penale. Perché non parli con il tuo avvocato prima di aprire la bocca? Forse ti avrebbe suggerito, per alleggerire la tua posizione, di evitare dichiarazioni di questo tenore, che si avvicinano molto ad una confessione.
Poi aggiungi, pensando di dire una cosa intelligente: “Quando ho chiesto alla Crivellenti di occuparsi del Lirico, inizialmente mi ha detto no. E anche questa è una garanzia”. Caro Massimo, intanto poi ha detto sì, pur sapendo di non aver fatto domanda e che iinvece c’erano numerose manifestazioni di interesse tempestivamente presentate. Tuttavia, la garanzia sta nello scegliere secondo le regole, non secondo le presentazioni di partito, per quanto queste possano venire da dirigenti stimati. Sono convinto che se Claudio Fava avesse saputo della procedura già deliberata dal CDA del Teatro e del fatto che il termine per le domande era già scaduto, certamente ti avrebbe detto di lasciar stare. Tu del resto dici che la presentazione è del 2009, quindi Fava nulla poteva sapere di una procedura di là da venire. Ma tu - scondideratamente - induci i maliziosi nel sospetto che, in tutto ciò che tu hai fatto dopo,  quella presentazione abbia pesato. Nella tua leggerezza hai coinvolto in una brutta storia di malamministrazione una persona per  bene, che fu eletto euroaparlamentare anche col mio voto.
Poi inaneli un’altra delle tue perle! Anche i sindacati - hai svelato - facevano segnalazioni. Ma io - soggiungi - anziché seguire le loro, ho seguito quella che mi veniva dalla presentazione di un dirigente del mio partito. E questa ti sembra una giustificazione? C’era una procedura deliberata dal Consiglio di amministrazione della Fondazione del Teatro, tu quella dovevi seguire e così come hai declinato la segnalazione di un sindacalista, così dovevi mettere da parte quella che era venuta dalla presentazione ad opera di un dirigente del tuo partito. Così fa chi fa buona amministrazione.
Quella fotocopia di un sms, che, durante la conferenza stampa, hai distribuito (poco elegantemente) è solo un rivolgere ad altri un appunto critico identico a quello che viene mosso a te dall’opinione pubblica e nella sentenza, se finalmente l’hai letta. “Vengo attaccato - hai poi aggiunto - perché non ho scelto tra le candidature arrivate con la manifestazione d’interesse. Ecco, Pinamonti non è sicuramente in quell’elenco”. Suvvia!  Massimo. Il Tar non ha usato parole severe perché tu non hai scelto quel tal Pinamonti, ti ha cazziato perché non hai preso dalla lista delle domande regolarmente presentate, secondo quanto il CDA aveva deliberato e messo in opera con un apposito bando pubblico. Leggila la sentenza!
Finalmente, fra tanta stoltezza, una piccola luce! “Rispettiamo le sentenze”. Ma, ahinoi!, di nuovo buio pesto! Non dici che le esegui. Bada che tu le sentenze del Tar non le devi solo rispettare, le devi eseguire, perché sono immediatamente esecutive. Poi ancora a ruota libera: “stiamo valutando con il ministero quello che si deve fare”.  Ma guarda che tu devi decidere col CDA del Teatro, non col Ministero. Intanto devi subito incardinare Baggiani nel consiglio di amministrazione e il Ministero non c’entra un bel nulla. Ma, se hai letto e capito la sentenza, tu devi convocare e decidere se impugnare o no la sentenza col CDA del Teatro. Il Ministero non c’entra nulla neanche qui. La nomina della Crivellenti annullata è la tua, quale presidente del Teatro, non sono stati annullati invece atti del Ministero. Quindi il Ministero non ha nulla che lo riguardi da censurare davanti al Consiglio di Stato.
Infine un’altra delle tue e questa volta a petto in fuori: ”Anticipo che farò una segnalazione all’ordine degli avvocati per le parole, assolutamente non consuete, anche sui blog, arrivate dal legale della controparte”. Mamma mia, che spavento! Anche qui sei fuori dalla realtà. Intanto, tu non sei controparte di nessuno, la controparte è la Fondazione del Teatro lirico. Tu sei il Sindaco di Cagliari, presidente pro tempore della Fondazione. Sei dunque esposto alla critica dei tuoi cittadini. Si dà il caso che gli avvocati di parte e anche quelli di controparte siano prima che legali, cittadini, elettori e dunque titolari di quella libertà di manifestazione del pensiero che - se l’avessi letto, sapresti - l’art. 21 della Costituzione riserva a tutti i cittadini, avvocati e non. Massimo, convincitene, possono criticare anche te! Cosa pensi che possa fare il Consiglio dell’Ordine  degli avvocati dopo la tua segnalazione? Togliergli la parola? Vietargli il diritto di critica? Tappargli la bocca in un caso esemplare di malamministrazione? Mettergli il bavaglio in relazione ad una violazione palese dell’art. 54 della Costituzione, dove si dice che le cariche pubbliche si esercitano con “disciplina ed onore”? Caro Massimo, non funziona così! Tu, se non ti metti in riga, dovrai rendere conto a chi ti ha votato. Anche a quell’avvocato di controparte (non tua, ma della Fondazione) che ti ha fatto sindaco pensando di voltar pagina e che sente tradito il suo voto dai tuoi comportamenti, a dir poco sconsiderati. E poi in fondo, da quanto ho potuto leggere anch’io, quell’avvocato ti ha dato solo dei buoni consigli che l’Ordine degli avvocati non potrebbe che far propri: rispetta ed esegui le sentenze e, nell’amministrare, segui le regole e non - come tu stesso hai ammesso - le presentazioni di partito. In una parola, fai quanto avevi promesso in campagna elettorale. Suvvia! Rifletti. Ne hai combinato di grosse, molto grosse, ma non è mai troppo tardi per ravvedersi e rimediare. Guarda che gli uomini e le donne per loro natura sono inclini al perdono, se il ravvedimento è sincero ed accompagnato da buone opere.

5 commenti

  • 1 admin
    16 Novembre 2013 - 05:51

    Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

    Il sig. Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, ha perso un’altra occasione per dimostrare di meritare l’incarico che (temporaneamente) i cagliaritani gli hanno affidato.
    L’ineleganza e la scorrettezza (per usare due eufemismi) di chi esibisce nel corso di una conferenza stampa il testo di un messaggio privato, la dice lunga sullo spessore culturale ed umano della persona alla quale la città ha affidato le proprie sorti.
    Si tratta di un comportamento che si commenta da solo e non ha bisogno di repliche. Anche perché è del tutto inutile e dimostra l’esatto opposto di quello che il sig. Zedda vorrebbe far credere.
    Dimostra, infatti, ciò che è di dominio pubblico: e cioè che in un primo momento si era instaurato, tra il sig. Zedda ed i rappresentanti sindacali del Lirico, un clima costruttivo di dialogo e di collaborazione reciproca, con scambi informali di email ed sms (che ben potrebbero essere esibite, se solo si volesse utilizzare il ben poco elegante metodo “Zedda”) contenenti richieste,
    suggerimenti, consigli, tutti volti alla scelta migliore per il Lirico e per il futuro dei lavoratori.
    Questo clima, poi, è bruscamente cambiato, come tutti sanno, e senza alcun apparente motivo: sarà forse la Magistratura a svelarcelo se e quando si arriverà al rinvio a giudizio del sig. Zedda.
    Tutto ci saremmo potuto aspettare, noi lavoratori del Lirico, tranne che di avere “contro” un sindaco di sinistra. Evidentemente, quel “Ora tocca a noi” che tanto era piaciuto in campagna elettorale era un refuso grafico: doveva esserci scritto “Ora tocca a moi” (in francese: “ora tocca a muà”).
    Massimiliano Cecalotti
    Rappresentante Sindacale USB

  • 2 Luca Sannai
    16 Novembre 2013 - 10:32

    È veramente incredibile, il sindaco diffama un sindacalista pur di difendere l’indifendibile! Conserva un sms e lo espone ai giornalisti. Questi poi nemmeno si prendono il tempo di leggerlo attentamente, senza collocarlo nell’ordine di successione dei fatti e SOPRATTUTTO senza ricordare che FU PROPRIO ZEDDA A CHIEDERE SUGGERIMENTI AI SINDACATI nell’estate 2012. Addirittura il nome di Pinamonti fu proposto dal maestro Renzetti e il nostro collega Max Cecalotti non fece altro che far da tramite. L’atto di Zedda si commenterebbe da se, ma dato che il fine di un politico è parlare alla pancia della gente, instillando verità distorte (e questo é un caso emblematico) per mettere in cattiva luce gli avversari (sob…), meriterebbe una controreplica adeguata! Aver paragonato un suggerimento, peraltro richiesto, alle manfrine dei vari partiti politici ed averlo spacciato per indebita pressione é stato davvero un gesto ripugnante anche dal punto di vista umano!
    L’ennesima x di speranza nelle nostre schede elettorali che si trasforma in cocente delusione.

  • 3 mariaelisabetta
    16 Novembre 2013 - 20:05

    E’ sempre triste assistere alle guerre, non solo quelle che fanno i morti veri ma anche quelle fatte dalle sole parole. Questa è una vera e propria guerra e osservando esternamente la querelle devo riconoscere che l’atteggiamento degli articoli che riguardano il Sindaco sono, benchè duri, molto equilibrati. Le risposte del Sindaco invece sono più forti e contribuiscono a accentuare i conflitti. Mi sembra una guerra all’interno della sinistra più radicale, quella che solitamente è contro i conflitti, contro tutti i conflitti. Invece parrebbe che il Sindaco, o chi per lui, ovunque scateni guerre, soprattutto in campo culturale (vedi contributi alle associazioni, anfiteatro e arena sant’elia, scuola civica di musica, teatro lirico, sedi per associazioni, ecc). Il sito contribuisce, anche lui, ad alimentare il conflitto nonostante gli interventi siano improntati all’ironia e all’arguzia, con un ripetuto invito alla pace e al ravvedimento.Forse sarebbe meglio un governo della città secondo il modello delle larghe intese, visto che anche il PD, per bocca del capogruppo, sembra aver raggiunto il limite massimo della pazienza. In effetti un livello di litigiosità così alta, a danno dei servizi ai cittadini che è la cosa che dovrebbe interessare di più qualunque amministratore più di qualunque guerra ideologica, non si era mai vista. Speriamo che le sentenze servano a rasserenare gli animi. A volte si vedono nemici, anche dove i nemici non ci sono. Questo accade perchè i leaders, spesso, sono attorniati da cattivi consiglieri che devono portare avanti vendette personali. Nella storia è sempre successo. E anche a Cagliari potrebbe succedere questo. Il giovane Sindaco, su cui molti avevano riposto grande fiducia, è sempre stato fuori dal mondo culturale che oggi si rivolta contro di lui. C’è quindi qualche tassello che non torna. Tutte queste diatribe, a volte molto sanguinose, non fanno altro che limare al ribasso il suo eccezionale consenso, quello che lo ha visto trionfatore nel 2011. Perchè non ripartire da quel successo e fare pace con tutti? Scontenterebbe forse 15/20 persone (i cosidetti consigliori), ma ritroverebbe il consenso di migliaia e migliaia di cagliaritani che avevano visto in lui una ventata di novità. Speriamo che il Sindaco ci pensi. Potrebbe rivincere le elezioni fra poco più di due anni

  • 4 luca
    17 Novembre 2013 - 01:47

    Il sindaco non rivincerà nulla, ha veramente parlato alla pancia dei Cagliaritani. Zedda oramai è devastante ed ha rotto gli argini, letteralmente scocciante e malevolo, tracima in ogni dove…..Quosque tandem TZEDDA abutere patientia nostra……

  • 5 Enrico
    17 Novembre 2013 - 07:47

    Caro Amsicora, ti sembra giusto attaccare così il povero Zedda? Invece di bastonarlo tramite il TAR dovresti chiedere al tribunale di nominare per lui un giudice tutelare. A parte gli scherzi, io non capisco come mai , conoscendo il personaggio arrogante ed ignorante in materie giuridiche visto che quando apre bocca peggiora la sua situazione, nessuno gli abbia affiancato un legale che lo consigli. Anche quando si è presentato al CDA della Fondazione perché non si è avvalso della consulenza dell’Uff. legale del Comune , sicuramente avrebbe evitato di cacciarsi in un simile guaio. Questo forse dimostra tutta la sua arroganza e supponenza.

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