Caro Zedda, a Cagliari il Codice della strada prevale sulla Costituzione!

8 Aprile 2016
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 Rosalba Meloni e Salvatore Drago del Cagliari Socialforum

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Rosalba Meloni e Salvatore Drago del Cagliari Socialforum hanno inviato al Sindaco di Cagliari e al Consiglio Comunale una lettera aperta per denunciare il divieto dei vigili urbani allo svolgimento di una manifestazione pacifista in aperta violazione dell’art. 17 della Costituzione. Questo articolo così recita: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica“. Si tratta di una libertà fondamentale e inviolabile, che porprio per questo non necessita di autorizzazione della autorità; si deve solo dare preavviso all’unico fine di consentire alle autorità di assicurarne l’agevole svolgimento. Le manifestazioni non possono essere vietate se non per comprovati motivi di incolumità e sicurezza pubblica, cioè ove esista una situazione grave, comprovata da episodi precedenti che, con un alto grado di probabilità, lascino prevedere un pericolo per l’incolumità e la sicurezza delle persone. Si tratta di situazioni così eccezionali,  che in Italia si contano sulle dita di una mano i casi di divieto preventivo, mentre lo scioglimento  può avvenire solo ove i partecipanti siano armati o compiano atti di violeza. Non è fuori di luogo inoltre ricordare che il sit-in è stato indetto dal Socialforum contro la guerra, ossia a difesa del bene supremo della pace tutelato solennemente dall’art. 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra…“.
Fatta questa premessa, vediamo cosa è accaduto a Cagliari non sotto il ventennio nero, ma nei giorni scorsi, Massimo sindacante. Ecco la lettera aperta.

Il Cagliari Social Forum denuncia il comportamento delle autorità competenti (comando dei Vigili Urbani) tenuto in relazione al sit-in del giorno  1° aprile per protestare  contro la guerra in Libia e  tutte le guerre dove si esercitano le truppe italiane.
Noi non esitiamo a definire tale comportamento  intimidatorio e repressivo.
I fatti: in data 25  marzo veniva comunicato alla questura di Cagliari e al comando dei vigili urbani che il Cagliari Social Forum avrebbe tenuto  un sit in di protesta contro l’intervento militare in Libia. L’iniziativa si sarebbe dovuta tenere davanti al Comando militare sito in Via Torino.Si comunicava inoltre che si prevedeva la partecipazione di una trentina di persone.
In data 30/3 il Comando risponde con  un’ordinanza di diniego  “in quanto verrebbe impedito il regolare flusso dei veicoli…..”
Giunti nelle adiacenze di Via Torino, ci siamo trovati di fronte ad uno sbarramento fatto di transenne metalliche difese da un cellulare della polizia e un imponente numero di agenti in tenuta anti sommossa che impedivano l’accesso a Via Torino non solo ai manifestanti ma perfino a turisti e residenti.
E allora Signor Sindaco, signori consiglieri ci chiediamo e vi chiediamo: quali erano realmente i motivi del diniego? Pensiamo sia troppo comodo trincerarsi dietro l’art. 20 Codice della Strada, visti i risultati dell’applicazione di tale diniego. Comodo ma non vero!
Pensiamo che alla base di tutto ciò vi sia una strategia precisa che così possiamo riassumere:
a) alcuni posti della città devono essere considerati intoccabili e inaccessibili, quasi dei  sancta sanctorum,  non criticabili né contestabili, e questi luoghi sembrano essere proprio quelli protetti da stellette.
b) dimostrare, mediante uno spiegamento di forze abnorme, alla ignara cittadinanza ma anche ai turisti di passaggio “la pericolosità sociale” di coloro che intendono dimostrare la propria contrarietà alla guerra e alle servitù militari.
c) Rendere i manifestanti responsabili dei disagi dovuti alla impossibilità di poter circolare liberamente in una via cittadina.
Chiediamo a lei signor sindaco e a voi signori consiglieri se siete stati messi a conoscenza di questi fatti,:
1. 1) pensate voi che sia normale che una pubblica via venga interdetta e dichiarata  off limits per l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito come quello di esprimere democraticamente  il proprio pensiero?

2. 2)Se pensate che questo non sia normale quali azioni intendete intraprendere perché simili fatti non si verifichino in futuro?”.

Fin qui la lettera aperta del Socialforum. Si può aggiungere che è ridicolo richiamare l’art. 20 del Codice della Strada omettendo di considerare l’art. 17 della Costituzione, che com’è noto è sovraordinata ad ogni altro atto legislativo ordinario. Il diniego dei vigili urbani, sul piano giuridico, è tamquam non esset, come se non esistesse, perché manca palesemente il presupposto per denegare la manifestazione, secondariamente perché la motivazione è in palese contrasto con l’art. 17 della Costituzione: le autorità preposte laddove ritengano esistenti motivi di intralcio del traffico (sempre presenti nei sit-in o nei cortei) devono adottare le misure per deviarlo oppure devono concordare con i promotori dei ritocchi al percorso, ma non possono vietare un bel niente.
Da ultimo, ma non per importanza, desta sorpresa che un’amministrazione capeggiata da un sindaco di SEL consenta che nella  sua città i vigili urbani comprimano libertà costituzionali inviolabili…addirittura anteponendo alla Carta il Codice della strada!

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