Il vanto di Soru

10 Gennaio 2009
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(Red = Rosso)

Sono stato Presidente per cinque anni e mi vanto [sic!] di essere stato indagato una sola volta per un bando di gara per il quale non è stato speso un euro. Ci sono altre persone che, nonostante siano stati assessori regionali per qualche mese,  hanno guadagnato [sic!] due indagini per le quali sono stati indagati per lungo tempo prima di poter dimostrare la loro innocenza“. Ecco la notizia di oggi. Una perla! Soru si vanta d’esser indagato! E sembra stabilire un punteggio, oltre il quale - sembra di capire - scatterebbe la questione morale. Di grazia, Signor Presidente, ci indichi il numero. Quante? Due, tre, dieci? Così ci potremmo regolare, avremmo un parametro “obiettivo” di giudizio, fissato d’autorità! Com’è noto, auctoritas facit legem… 
Non solo, le indagini giudiziarie a carico sono un “guadagno“, sembrerebbero una benemerenza! Alcuni assessori infatti di indagini ne hanno “guadagnate” più di una!
Ed ancora, per il campione del centrosinistra, portando alle estreme ma logiche conseguenze le argomentazioni in terra sarda di Di Pietro, la prova dell’innocenza già raggiunta e quella ancora da provare, sono uguali!
Soru plana e mette le mani avanti: “In caso di rinvio a giudizio non mi dimetterò“. Quindi per il Capo del centrosinistra sardo, neanche il rinvio a giudizio evoca la questione morale e può avere conseguenze politiche. Certo, sul piano giuridico, ha ragione: la presunzione di non colpevolezza sussiste fino a sentenza di condanna passata in giudicato. E questo vale anche per Soru, al quale, da garantisti, auguriamo sinceramente di poter uscire a testa alta da questa vicenda. Tuttavia, se nessuno a sinistra si offende, queste argomentazioni ricordano molto le dichiarazioni del Cavaliere o del suo stuolo di avvocati-deputati.  O sbaglio?

Ma - si dirà - così fan tutti! Non proprio tutti:  Richardson, per esempio, negli USA non lo ha fatto. Qualche giorno fa, ha rifiutato il Ministero al Commercio assegnatogli da Obama solo perché è stata avviata contro di lui un’inchiesta. Avviata, si badi bene, non conclusa. I meno giovani ricorderanno che il Ministro Profumo, in Inghilterra, si dimise per una banale storia con la sua segretaria. E anche Clinton stava per essere degradato sul campo a causa di una vicenda analoga. Qui siano in presenza di un’indagine per fatti inerenti alla propria carica. E Soru sembra menarne vanto: è solo una!
Per chi ancora volesse una prova dello scadimento a burletta della questione morale anche nel centrosinistra è servito.
Ma Soru dice d’essersi recato di sua iniziativa dal PM perché ha una tranquilla coscienza. Di questo ci rallegriamo. Ma, siccome il momento è delicato, non è che lo preoccupino piuttosto i tempi dell’eventuale richiesta dell’udienza preliminare? Perché si è affrettato a mandare a casa il Consiglio regionale e a indire nuove elezioni? Prima del voto l’udienza preliminare sarebbe una mazzata. Dopo il voto, siamo già avvisati: qualunque cosa accada, anche se verrà rinviato a giudizio, no problem: non si dimetterà.

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