Nuxis: sulle tracce delle mosteriosa “donna” che vi aveva casa

25 Giugno 2017
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Andrea Pubusa

Benedetta di Cagliari

 

Anteprima »Giudicessa di cagliari - 2013.jpg

In carica 1214-1233

A Nuxis aveva casa una signora importante, ed ancora se ne vedono i resti. S’omu de sa donna, così viene chiamato dalla notte dei tempi un rudere  antistante la sorgente denominata “Sa Turri”. Questa denominazione trova un riscontro nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna di Casalis -Angius. Nella sezione “Acque sorgive” in proposito così di legge: “I sulcitani dicono Scioppadroxius le grandi fessure delle roccie, donde erompono abbondantissime acque”…”Quindi indicherò presso Nugis a piè del monte ghiandifero la grossa vena (su scjoppadroxiu) di Cosina, che versa le acque gorgoglianti dalle fauci di una roccia calcarea, dove chi entri, abbassandosi sopra il laghetto, trova due spelonche successive. Presso a questa fonte sono le rovine di un’antica costruzione, che dicono ’su palaziu dessa marchesa’, ed alcuni nominarono ‘de donna Binita’: il che indicherebbe la Benedetta marchesana di Massa, e giudicessa di Cagliari essersi qui ricoverata in quel tempo infelice quando Lamberto ed Ubaldo le avevano occupata la massima parte del regno…”.
Un riscontro delle traversie della misteriosa donna si ha ancora nella narrazione popolare che riferisce degli artifizi usati per non essere individuata nei suoi spostamenti, primo fra tutti la ferratura dei cavalli al rovescio onde depistare gli inseguitori indirizzandoli nella direzione opposta a quella da lei seguita. Era, dunque, nascosta e in certo senso, ricercata, latitante. Ora, tornando al Casalis, effettivamente c’è stato un tempo, collocabile intorno al 1215 nel quale Benedetta era fuggita da Cagliari e  era riparata all’interno. In quell’anno, infatti, approfittando della debolezza di Benedetta, Lamberto Visconti, giudice di Gallura, riunì una grande flotta e sbarcò un esercito a Cagliari, dove occupò la collina di Santa Gilla, che dominava la città e la fortificò. Quindi lasciò al fratello Ubaldo I il compito di conquistare il resto del territorio. La giudicessa fu quindi costretta a fuggire dalla sua “capitale” e rifugiarsi nell’interno del giudicato.
Così dicono le cronache e, a ben vedere, l’interno del giudicato non poteva essere iil Campidano, ma i monti del Sulcis, facilmente raggiungibili da Cagliari e ben conosciuti dalla Giudicessa e dal suo entourage.  Infatti, era in stretti rapporti  con l’arcivescovo Ricco, il vescovo sulcitano di Tratalias, cui, insieme al marito, Barisone, fece numerose donazioni  per le chiese del Sulcis.
A proposito di Barisone, poi, c’è un curioso riferimento nella toponomastica montana di Nuxis: S’arcu de Barisoni, il valico che separa Monte Nieddu e Monte Tamara. Può essere una casuale coincidenza ma Barisone Torchitorio IV, fu il primo marito di Benedetta  e con lei fuggi da Cagliari nel 1215, verosimilmente in quel di Nugis. Era nato come Barsone II d’Arborea, ma sposata Benedetta  è stato giudice di Cagliari dal 1214 al 1217. Figlio di Pietro I d’Arborea, fu allevato da Guglielmo I Salusio IV giudice di Cagliari, che aveva deposto nel 1195 il padre dal trono del giudicato di Arborea, diventando anche giudice di Arborea. Alla fine del 1213 (o inizio 1214) Guglielmo muore senza eredi maschi lasciando il giudicato di Cagliari nella sua massima espansione. Il regno passa alla figlia Benedetta, con la quale Barisone si sposa diventando giudice di Cagliari con il nome di Barisone Torchitorio IV. Che il valico col suo nome fosse un sicuro passaggio da e per Cagliari? Chi si nascondeva certo doveva muoversi fra i boschi. Queĺli erano dunque i luoghi di Barisone e Benedetta.

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