Sardegna. Comitato dei comitati e partiti: è troppo chiedere di non creare confusione?

8 Ottobre 2017
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Andrea Pubusa

Qualche giorno fa un trafiletto su l’Unione sarda dava notizia di una bizzarra conferenza stampa: l’annuncio del fatto che il Movimento politico art 1, quello che fa capo a Bersani e D’Alema, attraverso i suoi rappresentanti in Consiglio regionale, ha fatto propria una proposta enucleata da un sedicente Comitato dei comitati per la democrazia costituzionale. Comitato e partito illustravano questa loro azione comune. Ora il fatto non ha nulla di ecclatante o di perverso. Ci sono tuttavia delle contraddizioni che i protagonisti farebbero bene a sanare onde rendere più chiara la battaglia e in modo da non creare confusione.
Intanto, c’è una commistione fra partiti e Comitato di comitati. Alcuni membri fanno parte dell’uno e dell’altro e sembrano confermare che il Comitato più che un organismo apartitico sia una sorta di intergruppi, volto in qualche modo a favorire un coordinamento di sigle politiche della sinistra. Ed anche qui nulla da eccepire se non fosse che il Comitato dei comitati si presenta e si accredita come articolazione regionale del Comitato per la democrazia costituzionale di Alessandro Pace, Gustavo Zagrebelsky, Massimo Villone, Federico Sorrentino, Carla Carlassare ed altri, che invece ha ribadito la sua natura rigorosamente apartitica. Anche perché - si è detto - personaggi come Pace e gli altri sarebbero costretti a lasciare il Comitato ove questo avesse una torsione partitica o comunque politico-partitica.
Lo stesso discorso vale in sede regionale. Nella battaglia per il NO, in difesa della Costituzione, abbiamo coinvolto personalità e cittadini della più varia appartenenza politico-culturale, da liberali a laici (es. i mazzianiani) a comunisti e sovranisti delle molteplici tendenze. Tutti hanno lavorato gioiosamente e tranquillamente. Ora messi a dover supportare questo o quel partito o anche a favorirne un’aggregazione in vista delle imminenti elezioni, si tirerebbero certamente indietro. Non sarebbero più disponibili ad essere protagonisti delle battaglie del Comitato, e dio solo sa quanto c’è bisogno di allargamento e mobilitazione per una legge elettorale conforme alla Carta!
Il Comitato nazionale per la democrazia costituzionale si è proposto di fare una battaglia per l’attuazione della Costituzione a partire dalla legge elettorale. E ha avviato la campagna in modo aperto, con un’assemblea a Roma, a cui sono intervenuti i più autorevoli costituzionalisti italiani. Personalità della più varia formazione politico-culturale. In Sardegna il Comitato d’iniziativa costituzxionale e statutaria di Cagliari ha tenuto un Convegno sul lavoro di altissimo livello, coinvolgendo personalità e soggetti delle più varie tendenze dell’area democratica. Una torsione politico-partitica non avrebbe consentito questo coinvolgimento. Ridurre i Comitati ad organi interessati e impegnati in operazioni di aggregazione della sinistra o di altre aree non risponde alle finalità dei comitati per l’attuazione della Costituzione. C’è in questo, implicita, l’esclusione di chi, per le ragioni più diverse, non è interessato a queste operazioni, mentre lo è a battersi sui temi costituzional. E’ questo restringimento degli interlocutori un fatto positivo? Risponde allo spirito libero dei Comitati per il NO,  ora del Comitato per la democrazia costituzionale? Credo di no. Anche perché Tomaso Montanari e Anna Falcone, nel momento in cui si sono proposti di raggruppare partiti, movimenti ed associazioni nel cantiere di una sinistra unitaria ‘per la democrazia e l’uguaglianza”, hanno fondato un movimento, “Alleanza per la democrazia”, distinto dal Comitato per la democrazia costituzionale. di cui pure fanno parte.
L’intreccio fra sigle della sinistra in Consiglio regionale e questo Comitato dei Comitati crea dunque confusione e, in definitiva, pregiudizio alla causa del Comitato per la democrazia costituzionale, per cui sarebbe bene, sull’esempio di Montanari e Falcone, chiamare questo “integruppi” con altro nome.
Questo Comitato dei comitati è poi confuso anche nell’azione. I consiglieri regionali in conferenza stampa hanno detto di appoggiare l’emendamento che introduce la doppia preferenza di genere nella legge vigente, che è una sorta di allargamento della truffa elettorale alle donne dei partiti. Un’iniziativa in manifesta contraddizione, sul piano politico, con quella del Comitato nazionale per la democrazia costituzionale che chiede unanuova legge elettorale di tipo proporzionale, non un aggiustamento delle precedenti. E d’altronde, se la legge sarda, per ipotesi, portasse all’elezione di un’alta quota di donne, mantenendo l’iperpremio di maggioranza, gli sbarramenti e simili immondezze (costituzionalmente parlando), sarebbe per ciò solo accettabile?
Insomma, senza sollevare polemiche, con amicizia e con rispetto, si può chiedere ad amici e compagni che hanno condiviso la battaglia per il NO di fare uno sforzo di chiarezza, fermo restando che ognuno, nella sua responsabilità, è libero di agire come crede.

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  • 1 Oggi domenica 8 ottobre 2017 | Aladin Pensiero
    8 Ottobre 2017 - 09:11

    […] Andrea Pubusa su Democraziaoggi . ————————————– ———————————————————————————————- ————————————————- . Dibattito————————————- Sardegna. Comitato dei comitati e partiti: e’ troppo chiedere di non creare confusione? 8 Ottobre” data-image=”http://www.aladinpensiero.it/wp-content/uploads/2017/04/Filippo-Figari-Sardegna-industre-2.jpg” data-button=”none”> dom 8 ottobre 2017 marcia della pace aladinews […]

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