“La guerra dei tori” a Pula: la vinceranno i nostri eroi? Quant’era bello e semplice Su Padru! E si potrebbe usare il lazo come i cowboys o i gauchos

15 Febbraio 2018
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Gianni Pisanu

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C’è una “guerra dei tori” nelle campagne di Pula. La stampa e la televisione stanno dando ampio spazio alle riunioni delle massime autorità e alti gradi delle varie armi impegnati a coordinare le operazioni di controllo e cattura dei bovini vaganti. Interviste e racconti a non finire sulle gesta dei “ranger”. La Tv ha documentato l’avvenuta cattura di un toro inquadrato rinchiuso in una gabbia supertecnologica degna di un film di fantascienza. Dopo vari tentativi con esito favorevole ai bovini, un punto a favore dei ranger. Il campionato continua. Chi sa per quanto e con quali costi. Che fatica!
Come andavano le cose fino a qualche decennio fa? In tutti i paesi della Sardegna, salva qualche rara eccezione, non poteva mancare “su padru”. Era un terreno comunale contiguo o comunque nelle vicinanze dell’abitato. Poteva essere un “cunzadu”, piccolo appezzamento chiuso, o “tanca” se di dimensioni più grandi. Questi luoghi accoglievano le greggi che nei periodi della transumanza si fermavano per brevi soste, e spesso vi si conduceva il bestiame vagante che sconfinava invadendo terreni altrui o creando situazioni di disagio e pericolo. L’operazione di ricovero avveniva in tempi brevissimi, normalmente su iniziativa dei confinanti o dei barracelli senza che la cosa destasse alcuna meraviglia. Nei casi più complessi, interveniva il Sindaco e i proprietari vicini erano “convocati” affinché con la scorta della guardia comunale o dei carabinieri provvedessero a condurre, “truvare”, il bestiame a “su padru”. Senza la “convocazione” non tutti erano disposti ad esporsi: il padrone del bestiame vagante poteva risentirsi. Comunque la cosa non andava per le lunghe, non c’era il pericolo che le bestie abbandonate avessero il tempo per rinselvatichirsi.
Il sindaco informava la popolazione tramite il banditore, che girava il paese munito di tromba o tamburo, della presenza del bestiame catturato precisando caratteristiche, numero e zona di provenienza, e termine fissato per il ritiro da parte del proprietario. Il proprietario che intendeva rientrare in possesso del bestiame doveva presentarsi munito di titolo di proprietà (bollettini) e della somma da versare per le spese di cattura, custodia e mantenimento. Trascorso il termine fissato, se il gregge era fruttifero, il termine si prorogava e il gregge si dava in usufrutto temporaneo a qualche pastore disponibile, oppure si metteva in vendita indicendo un’asta della quale il banditore dava pubblico avviso.
Il vecchio sistema che risolveva le situazioni, per così dire in via breve, oggi forse è improponibile. Resta il fatto che una robetta un tempo di ordinaria amministrazione, oggi diventa emergenza. Eppure non sono trascorsi secoli. La seconda guerra era terminata da tempo, il “miracolo economico” stava finendo. È arrivato il progresso e col progresso bisogna cambiare. E come? In fretta.

P.S. Scusate l’intromissione, Sono Amsicora. Dovrei tacere, ma l’argomento m’intriga. Vi svelo un segreto. Gianni è troppo garbato, anche solo fare una proposta gli sembra irrispettoso. Sopratutto verso i rangers. Lui li vede come autorità. Non vuole assumere atteggiamenti che potrebbero apparire pedagogici e, in fondo, supponenti. Ma io sono più disinvolto e credo giusto e perfino doveroso dire come la pensiamo. Possiamo dare una mano, viste la difficoltà della caccia al toro. Sputo l’idea? Eccola. Perché non fare un corso accelerato di tiro col lazo? Con una full immersion o un master si può far presto ad avere le giuste professionalità. Come facevano i cowboys nei rodei  e nelle praterie o i gauchos nelle pampas. Loro sì che i cavalli li prendevano all’istante e anche bovini per separarli dalle mandrie. Quanti tori potrebbero acchiappare al lazo i rangers in quel di Pula! Senza inutili e defatiganti perdite di tempo.
Se una delle tante autorità investite del problema ci legge, potrebbe far propria l’idea, noi non rivendichimo primogeniture. Una conferenza di servizi,tutte le autorità amministrative presenti, per adottare in un unico contesto il provvedimento autorizzatorio del lazo e via! In campagna ad acchiappar tori! Che bello! Yu uuu!

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