Migranti e dintorni: no alle visioni disperate, bisogna aprire

27 Settembre 2018
2 Commenti


Andrea Pubusa

(Neri e bianchi nel jazz)

Non è una materia che conosco per cui ho preferito lasciare ad altri l’analisi del decreto sicurezza. E mi pare che quanto abbiamo riportato in questo blog, gli scritti di Tonino Dessì, dell’autorevole costituzionalista Carla Carlassare ed altri, compreso lo scritto redazionale su materiali forniti da lettori, non lascino dubbi sul giudizio fermamente negativo sul testo del governo. Tuttavia, mentre non svaluto, anzi ritengo urgente e necessaria una mobilitazione contro l’emergere e il palesarsi con sfrontatezza di umori razzisti, penso che l’azione delle forze democratiche debba indirizzarsi al merito dei problemi, abbandonando un linguaggio sovrabbondante e vuoto sul legofascismo, sul governo gialloverde fascista e simili.
Nelle mie ore di veglia notturna spesso penso alle cose più strane. Ad esempio sui migranti, mi son chiesto cosa avrebbe fatto il PCI. Lo so che è una domanda arbitraria e ancora di più lo sono le risposte. Ma ci provo, pronto ad accettare anche le critiche più severe.
Anzitutto i comunisti sono nati internazionalisti. Dunque lottano contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, contro la disuguaglianza: “proletari di tutto il mondo unitevi!“. Per questo non avrebbero mai assunto un atteggiamento compassionevole, semmai, considerando i migranti come parte del proprio esercito, avrebbero cercato di organizzarli e metterli in movimento per ottenere il pieno riconoscimento dei propri diritti di persone, in Italia i diritti costituzionali, nei loro Paesi con regimi d’ispirazione socialista o comunque democratica.
Il PCI era anche un partito che puntava ad un ordine diverso, ma sempre ad un ordine. Quindi non avrebbe accettato di vedere migliaia di persone sfruttate come schiavi o abbandonati per le strade a chiedere l’elemosina o in giro ad oziare. Avrebbe adottato misure di inserimento, a partire dall’istruzione e dall’apprendimento di un mestiere, li avrebbe organizzati nelle proprie fila. E già questo sarebbe stato un formidabile veicolo di inserimento e formazione. Avrebbe controllato i confini, facendo gestire allo Stato i flussi e cercando di far rimanere le forze migliori nei paesi di origine per alimentare la lotta democratica. In Europa avrebbe cercato di ottenere una solidarietà nell’accoglienza e nell’inserimento.
Bene, se questo quadro ha un senso, mi pare che il decreto di Salvini sia da respingere anzitutto perché disconosce ai neri, ai migranti la stessa dignità degli altri uomini. Perché, a ben vedere, la costruzione di Salvini si fonda tutta su questo assunto. Trattandosi di esseri inferiori, li si può abbandonare per strada oppure li si tiene in campi di raccolta in attesa dell’espulsione, se sono diventati cittadini, si tratta di uno status concesso, provvisorio sempre soggetto a revoca. Lo Stato dà, crea i diritti e  quindi ha il potere di toglierli. Una posizione statalista, precostituzionale, che disconosce i diritti inviolabili dell’uomo e del cittadino!
A parte il fatto che queste misure favoriscono il passaggio di molti neri alla clandestinità, quella di Salvini è una visione disperata, priva di fiducia nell’uomo, nella sua capacità e volontà di migliorarsi, di inserirsi, di vivere pacificamente con gli altri uomini. Una visione disperata e antistorica, che non vede la prodigiosa ricchezza dell’incontro delle culture. A me jazzofilo fin da ragazzo, quando quella musica era cosa per pochi intimi, vengono i brividi solo a pensare cosa sarebbe stata la nostra vita senza quel meraviglioso crogiolo di culture che sono state e sono le Americhe. Quanto quella libera creatività ha arricchito la vecchia Europa ancora prigioniera di retaggi ottocenteschi. Una visione positiva, che riconosce ad ogni uomo capacità creativa, non può non vedere quale enorme contributo i neri possono dare (e già danno) all’Europa e all’Italia in termini materiali e culturali. Non sono formidabili solo nel calcio e nella musica. Lo sono in tutte le discipline, dove portano un’allegria e una fantasia che noi generalemente abbiamo perduto.
Dell’azione del governo sui migranti si salva solo un punto, che non è secondario, lo sforzo di investire l’Europa della questione. Sacrosante le parole di Conte: “chi sbarca in Italia o a Malta o in Grecia sbarca in Europa“. E’ una chiamata alla responsabilità collettiva e all’apertura. A ben vedere il contrario di quanto dice Salvini (con Orban & C.), che sono per i respingimenti e la chiusura. E’ una divergenza importante fra Lega e 5 Stelle, ma tante altre ne esistono e verranno al pettine. Il M5S è una forza democratica con una ispirazione sociale e per questo occorre lasciar cadere ogni pregiudizio, ogni ostilità irrazionale, individuale e collettiva. Occorre che le altre forze democratiche e i singoli ne favoriscano il distacco dalla Lega, aprendosi al dialogo, offrendo loro sponde e cercando terreni di dialogo e convergenza. Ci sono tanti temi di avvicinamento: la lotta alla corruzione,  l’etica pubblica, la redistribuzione della ricchezza in favore delle fasce deboli, una ripresa dell’interventismo statale contro l’iperliberismo, lo sviluppo della democrazia (ad esempio, anche la bozza Fraccaro contiene qualche spunto interessante). La pregiudiziale di stampo renziano, stranamente e immotivatamente fatta propria da tanti anche a sinistra del PD, spinge i pentastellati in braccio alla Lega o li condanna all’isolamento. Anche questa è una visione disperata, senza sbocco, come quella di Salvini sui migranti e non solo.

2 commenti

  • 1 Aladin
    27 Settembre 2018 - 08:03

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=87771

  • 2 Carlo Dore jr.
    27 Settembre 2018 - 08:09

    Resta il solito “nodo irrisolto”: la qualificazione di M5S e Lega come forze tra loro alternative, e non come componenti della stessa maggioranza di governo che sostiene compatta le misure di Salvini. Quanto al tema della lotta alla corruzione e dell’etica pubblica, non credo possa considerarsi una bandiera del M5S: i pentastellati hanno dimostrato una notevole dose di ipocrisia nel non esigere le dimissioni di Salvini malgrado sia sottoposto a procedimento penale (eppure i tempi del “dimissioni! dimissioni!” scandito da Di Maio a seguito dell’informazione di garanzia ricevuta da Alfano non sono così lontani…) ed uno sconfortante silenzio con riferimento alla vicenda dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali indebitamente incamerati dalla Lega Nord. Ma sul punto, se me ne verrà data l’occasione, conto di ritornare in uno scritto successivo.

    Risposta

    Caro Carlo, mentre i predecessori si sono “pappati” lo Stato e le Regioni (fra un po’ ci sara’ a Caglisri il processo ai “sinistri” sui fondi ai gruppi) gli italiani coi pentastellati dormono sonni traquilli, non rubano anzi restituiscono allo Stato quanto ricevono ex lege. Espellono chi infrange questi principi elementsri di etica pubblica. Se non si vede questo, l’analisi risulta necessariamente erronea. (A.P)

Lascia un commento