“Indipendentisti” e “Insulari” della chiacchiera! Sveglia! Salvini dà poteri al Nord, voi date aria ai denti

18 Luglio 2019
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Amsicora

Brava gente di Sardegna, che tristezza senza gli indipendenitsti della chiacchiera? Mauro e Paolo. Che mortorio! Loro sì che agitavano la bandiera de s’Indipendentzia, anche se nessuno di loro ha disdegnato di farsela al governo sardo coi berlusconiani e con gli eversori di quel barlume dell’autonomia odierna attaccata poco tempo fa dal PD e da Renzi. Almrno ci spaccavano le palle col ritornello dei poteri, ma Salvini e la Lega gli hanno coglionati alle elezioni grazie alla legge truffa, non sempre adeguatamente contestata.
Rimangono però in campo gli “insulari” della parola, che, dopo tanto agitarsi, la prendono anche loro nello stoppino sempre ad opera del tanto vituperato Ministro dell’Interno. Amici “insulari”, devo confessarvi la mia umana  vicinanza. Volete l’insularità in Costituzione e per questo avete prima chiesto un insensato e impossibile referendum, turlupinando migliaia di sardi. Poi avete ammesso di aver raccolto firme errate e ora chiedete direttamente la modifica della Costituzione italiana con l’inserimento del “riconoscimento  dell’Insularità”. Ma chi si scomoda a modificare la Carta per dire una cosa ovvia e banale, già esisente in natura, e cioè che la Sardegna è un’isola? Che cavolata è mai codesta!
Guardate invece Salvini, Maroni e Zaia, seguiti dai compagni emiliano-romagnoli. Hanno indetto dei referendum consultivi fra i  rispettivi corpi elettorali delle Regioni Veneto e Lombardia, ammessi dalla Corte Costituzionale, perché diretti, negli intenti delle due Regioni promotrici, a  precostituire il consenso popolare per avanzare una richiesta di  maggiori poteri ai sensi del terzo comma dell’articolo 116 della  Costituzione, come innovato dalla riforma del Titolo V nel 2001.
Minchioni di tutte le tendenze indipendentiste ed insulari, avete sentito l’altro giorno Conte alla conferenza stampa? La procedura, perfettamente legittima secondo Costituzione, è ormai in dirittura d’arrivo, ma richiede ritocchi prima d’essere portata in Parlamento. Ciò al fine di richiedere equilibtio fr regioni, fra Nord e Sud. E voi, minchioni!, a dare aria ai denti con proclami inutili, ancor più inutili consultazioni via web e ancor più inutili richieste di revisioni costituzionali! Mentre Salvini & C., quatto, quatto, ha precostituito referendariamente le condizioni procedurali per far diventare le regioni del Nord, se non speciali, almeno “differenziate”. Ed ora passa all’incasso, chiedendo nuovi poteri con una intesa Regioni/Governo. E indovinate come andrà? Loro, lombardi, veneti ed emiliani (cui si aggiungeranno i piemontesi) avranno i poteri e voi vi terrete le chiacchiere, noi sardi rimarremo al palo.
Indipendentisti e Insulari della chiacchiera! Sapete che, secondo gran parte dei costituzionalisti, anche le Regioni speciali, e dunque anche la Sardegna, possono valersi di questa opportunità concessa alle Regioni ordinarie?  E allora, indipendentisti e insulari della parola!, anziché spaccare i glutei con tante evocazioni natzionali,  perché non v’inserite nell’immediato, in una  procedura identica, ai sensi di quel terzo comma dell’articolo 116 Cost.? La  Sardegna potrebbe intraprenderla subito per rivendicare maggiori poteri e  funzioni anche senza una modifica della Costituzione o dello Statuto speciale vigente - da ottenere nelle forme della revisione costituzionale - e certamente con  finalità pratiche più chiare della rivendicazione dell’insularità o di poteri genericamente invocati.
E cosa chiedere, minchioni del generico? Semplice, tutto quello che dite di volere con procedure tortuose e barocche o gandhianamente lente.
Se poi volete passare repentinamente all’incasso seguite il consiglio che da tempo vi ha detto Tonino Dessì su questo blog: aprite una trattativa col governo per rieditare il piano organico prpevisto dall’articolo 13 del nostro Statuto speciale, che continua a dire:
Art. 13.  Lo Stato col concorso della Regione dispone un piano organico per  favorire la rinascita economica e sociale dell’Isola”.
E’ stato già applicato col primo piano di Rinascita negli anni Sessanta, ma è un articolo sempre vigente e il programma può essere riformulato. Trasporti  interni ed esterni, infrastrutture, energia, aiuti alle imprese, servizi  essenziali alla comunità: tutto ciò che da soli non abbiamo i mezzi per  fare e che compete allo Stato in concorso con la Regione di assicurare anche con mezzi straordinari - in virtù dell’obbligo per la Repubblica di  rimuovere gli ostacoli, compresi quelli territoriali, che provocano  disuguaglianze, secondo l’articolo 3 della Costituzione -  rientrano lì,  in quell’articolo 13 che la classe politica sarda di ogni colore, in  atti e in fieri, colpevolmente lascia negletto per coltivare e per  giustificare la sua (e la nostra) subalternità.
Allora, minchioni indipendentisti e insulari della chiacchiera! Date un contenuto forte al piano organico previsto dall’art. 13 Statuto e metteteci tutti i poteri che volete per la Sardegna e chiamate i sardi alla battaglia. Questo vale anche per i pentastellati che, avendo preso il 42% dei voti alla politiche ed avendo ben 15 deputati, non possono far parlare di loro solo per un lontano alterco di una loro deputata con una cassiera in un supermercato del nuorese. Zedda e gli altri non li cito neppure perché fanno parte ormai del mondo dei morti.
Ci siamo capiti indipendentisti e insulari dei miei stivali? Se non vi muovete con pragmatismo sulla base di leggi costituzionali che già abbiamo, Salvini rende speciali le regioni del Nord, e noi, grazie alle vostre chiacchiere, rimaniamo a lamentarci.  Svegliatevi, minchioni di Sardegna!

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