8 Marzo. Buone notizie dalla Consulta:la legge Merlin è salva, ma il problema dello sfruttamento rimane

8 Marzo 2019
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Red

Palazzo della Consulta

Buone notizie dalla Consulta per le donne in questo 8 marzo anche se su un tema doloroso. Prostituirsi è lecito, ma non sfruttare, ossia trarre guadagni o altre utilità dalla prostituzione altrui.  Questa il succo della recente sentenza della Corte costituzionale sulla legge Merlin. Manco a dirlo la questione è stata sollevata dalla difesa di un amico e procacciatore di B in un procedimento penale presso la Corte di Appello di Bari. Rimane, dunque, valido l’impianto di base della legge del 1958, approvata con l’obiettivo di tutelare le donne che si prostituivano e che — nel sistema della case chiuse che oggi molti indicano come un bel modello a cui tornare — erano tenute in un sistema di sfruttamento istituzionalizzato.
Quale era il contrasto con la Carta prospettato nel giudizio di Bari? La violazione della libertà sessuale e di iniziativa economica delle prostitute. Bisognerà aspettare la motivazione della sentenza per conoscere le argomentazioni  della Corte. Intuitivamente, tuttavia, appare sforzata e irragionevole l’idea che punire il reclutamento e il  favoreggiamento comprometta l’esercizio della libertà sessuale e di iniziativa economica delle prostitute. Semmai, lo sfruttamento delle prostitute prova il contrario, e cioé una compressione della libertà sessuale e non solo.
Ora, la meteria è tornata di attualità per la presentazione di proposte di legge per la riapertura delle case chiuse. Ne abbiamo parlato anche in questo blog. Viene invocata la necessità di tutelare le prostitute e di toglierle dalla strada. Anche se l’opinione contraria è forte ed argomentata. Certo il tema merita approfondimento e intervento per l’estendersi del fenomeno con la vera e propria tratta sopratutto di giovani immigrate nere.
La legge Merlin comunque è costituzionalmente legittima. Presentata per la prima volta nel 1948 e discussa per ben dieci anni. C’era un fronte variegato che si opponeva alla chiusura dei bordelli con argomenti maschilisti che ora appaiono eccessivi e perfino ridicoli. Tra le altre cose, si diceva che senza quello sfogo per gli istinti maschili le donne non sarebbero state più al sicuro nemmeno in casa loro! La legge fu approvata grazie alla tenacia di un gruppo di deputate, definite, forse ironicamente, come «benintenzionate legislatrici». In Parlamento - riferiscono le cronache -  ci fu un vero (e benefico) colpo di mano: «Il più ignaro dei curiosi che si fosse trovato nelle tribune del pubblico a Montecitorio, avrebbe potuto notare che mentre sotto una vicepresidenza si stavano svolgendo, con noiosa monotonia, interrogazioni in serie ininterrotta, l’emiciclo si andava affollando di onorevoli in gonnella, da far pensare che si andava incontro a un vero e proprio matriarcato. […] Quando apparve chiaramente che l’aula era sufficientemente colma di signore e signorine, perché al caso, se si fosse giunti a un voto, sarebbero state loro ad essere in prevalenza, si alzò a parlare una donnetta all’antica dalle trecce grigie arrotolate in cima al capo, l’onorevole Gigliola Valandro, democristiana, di Padova. Col suo innocente candore, la brava signora chiedeva di parlare «per la fissazione dell’ordine del giorno. La legge Merlin non s’aspettava; ma le donne quando ci si mettono di punta, finiscono sempre per averla vinta. Ci fu quindi un po’ di sorpresa, un po’ di scandalo, un pizzico di formale riprovazione perché si sconvolgevano gli accordi intervenuti tra i signori maschi capigruppo, ma alla fine la piccola signora all’antica la spuntò. Passò un giorno, passò l’altro, e una bella mattina in principio di seduta e con l’adesione del governo, uno dopo l’altro passarono senza cambiamenti i quindici articoli della proposta di legge». un esempio positivo di trasversalismo parlamentare!
Come si diceva, a distanza di oltre sessant’anni la questione presenta aspetti intollerabili sul versante del rispetto della persona, ancora oggi migliaia di donne, sono vittime della tratta, costrette con la forza a prostituirsi. Ma la descrizione dei bordelli dei tempi pre Merlin non induce ad averne nostalgia. Anche lì la libertà e la dignità della persona erano palesemente violate. Quanta strada sncora per la parita”!

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