Liberu non ci libera dal premio di maggioranza

4 Ottobre 2019
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Andrea Pubusa

 

Sulla proposta si legge elettorale di Liberu siamo già intervenuti in questo blog, sulla base delle notizie apprese dalle agenzie di stampa. Abbiamo espresso un giudizio articolato. Positivo per il sasso gettato nella palude melmosa della politica sarda, negativo sul piano metodologico e perplesso sulla previsione di un premio di maggioranza.
Ora Devias cortesemente ci ha fatto conoscere la bozza, ancora in fase di limatura, e dunque c’è materia per un nuovo intervento in attesa del testo definitivo della proposta di legge.
La prima considerazione sembra di carattere metodologico, ma in realtà ha una pregnante valenza sostanziale. L’iniziativa di Liberu, pur meritoria in sé, presenta il grave difetto di non essere stata preceduta da una discussione aperta al fine di acquisire suggerimenti e sopratutto di formare un ampio fronte di proponenti. Lo dice anche Stefano Puddu Crespellani in un articolato commento su Il Manifestosardo.  E’ chiaro che la presentazione da parte di Liberu può incontrare il consenso individuale di ciascuno di noi, quantomeno perché ha il pregio di mettere la materia elettorale al centro del dibattito pubblico in Sardegna, ma le adesioni collettive sono altra cosa: associazioni, comitati o anche forze politiche non possono essere invitate ad aderire, vanno coinvolte fin dall’inizio della battaglia. Liberi (scusate il bisticcio) quelli di Liberu di intestarsi l’iniziativa, la quale darà maggiore visibilità a quel Movimento, ma saranno minori le adesioni organizzate alla raccolta delle firme e alla eventuale campagna per ottenere l’esame della proposta di legge in Consiglio regionale. Sarebbe dunque auspicabile, definito il testo, avviare una campagna aperta di discussione sulla riforma.
Nel merito l’art. 8 della bozza, rubricato “premio di maggioranza”, suona “Alla lista di candidati che supera la percentuale del 25% del totale dei voti validi espressi vengono attributi n. 31 seggi. Se più liste superano la percentuale del 25%, il premio di maggioranza si intende assegnato alla lista con la cifra elettorale maggiore. I restanti seggi verranno assegnati proporzionalmente alle altre liste di candidati”. Se nessuna lista supera la soglia del 25% del totale dei voti validi espressi, i seggi vengono ripartiti proporzionalmente …“.
Alla luce di questa previsione mi pare che la proposta non possa qualificarsi come proporzionale, poiché introduce un sistema premiale simile a quello presente nella legge truffa vigente che allo schieramento che raggiunge il 25% dei voti assegna il 55% dei seggi. Qui i seggi sono meno, 30+1, ossia la stretta maggioranza. E’ anche vero che non sono ammessi apparentamenti fra liste, ma è anche vero che gli schieramenti possono formarsi sotto un unico simbolo e, dunque, raggiungere il 25%, per quelli maggiori non è impresa difficile. E’, dunque, probabile che questa legge, pur eliminando varie criticità dell’attuale disciplina (raggruppamento di liste, voto disgiunto, sbarramenti, etc.) non elimini la distorsione della rappresentanza più odiosa, quella insita nel ricco premio  di maggioranza.
Oltre che sul piano metodologico, la proposta merita solo per questo ulteriore riflessione anche nel contenuto.


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