Nabeel Khair, medico palestinese e sardo di adozione, uomo di pace, ci ha lasciato

8 Aprile 2020
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Marco Sini

Nabeel Khair, medico palestinese e sardo d’adozione, Vice presidente delle Comunità Palestinesi in Europa, è morto oggi 8 aprile a causa del Coronavirus. E’ un altro medico che si aggiunge alla già lunga lista.
Ma Nabil era anche un caro amico e un caro compagno e in molti che, come me l’hanno conosciuto, hanno il cuore infranto e lo stanno ricordando sui social.
Ho conosciuto Nabil nei primi anni ’80 quando, a partire dalla metà del 1981 per la Segreteria regionale della CGIL mi occupavo di rapporti con i primi nuclei di immigrati e con le loro nascenti comunità (senegalesi, marocchini) e con gli studenti. Gli studenti palestinesi dell’Università di Cagliari rispondevano ai due requisiti per potermene occupare: erano immigrati e studenti. Il loro responsabile allora era Samir, studente di medicina. Uno o due anni dopo, non ricordo l’anno esatto, arrivò a Cagliari un altro studente palestinese che Samir mi presentò: era Nabeel Khair che, oltre ad essere studente era anche un dirigente del movimento giovanile di Al Fatah in Italia. Da quel momento è iniziato un sodalizio politico e di amicizia personale, che ha coinvolto anche le rispettive famiglie. Avevo così incrociato gli studenti palestinesi di Cagliari, che poi sarebbero diventati medici, i più, ma anche ingegneri e altro, che, sposati con ragazze sarde, sarebbero diventati anche nostri concittadini. Ho condiviso con loro diverse iniziative: editoriali, culturali e anche di tipo sindacale quando per sostenere il loro diritto di accesso agli studi incontrai il compianto Rettore dell’Università di Cagliari Prof. Duilio Casula, rigorosamente alle 6 del mattino in Clinica medica
Il sodalizio con Nabil si è concretizzato in impegno politico in tante iniziative, specie dal 1986 in poi, finalizzate a illustrare e sostenere i diritti del popolo palestinese.
Le iniziative promosse e costruite insieme, io come segretario della Camera del Lavoro e Nabil come rappresentante dell’OLP, sono state tante, specie in concomitanza con la prima intifada del 1988: dagli incontri con gli studenti all’Università alla stampa di materiali distribuiti in volantini e opuscoli ecc. Inoltre serbo ancora con emozione il ricordo dell’incontro del 1993, in concomitanza con i negoziati di Oslo, che avevamo promosso a Cagliari come CGIL CISL e UIL e CUEC, il cui presidente Mario Argiolas coordinò la conferenza cui parteciparono Ariel Shapiro, dirigente sindacale dell’Istradut israeliano e membro del Partito Socialista israeliano Mapam e Nemer Hammad, che ricopriva allora l’incarico di Ambasciatore dell’OLP in Italia. L’incontro si tenne all’Università e fu incoraggiato e partecipato dal compianto Umberto Cardia.
L’altro punto di incontro con Nabeel è stato a Monserrato quando costruì con il sindaco Antonio Vacca il gemellaggio con la Cittadina palestinese di Qabatya, in Cisgiordania, seguito dalla venuta a Monserrato del sindaco di Qabatya in contemporanea con il sindaco di Saint Luis del Senegal per costruire oltre al gemellaggio anche un importante protocollo d’Intesa con il Rettore dell’Università di Cagliari per l’accesso agli studi di studenti palestinesi e senegalesi.
Infine la grande gioia quando a fine Dicembre del 2012 Nabil mi ha proposto di partecipare a un viaggio di gruppo organizzato in Palestina, in Israele e nei Territori palestinesi sotto l’egida dell’A.N.P., da fare, come poi sarebbe avvenuto, nella primavera del 2013. Avevo risposto subito di sì per la visita di quei luoghi e per incontrare le popolazioni che vi abitano, anche perché ero in debito con il sindaco di Qabatya dato che durante il mio mandato di sindaco di Monserrato non avevo potuto onorare il suo invito.
Oltre ai mie ricordi aggiungo che Nabil era instancabile nell’esercizio della professione medica con ampi riconoscimenti da parte dei suoi pazienti e lo era, naturalmente, nelle attività politiche a sostegno dei diritti del popolo palestinese perché è stato capace di costruire mille e una iniziativa un po’ dappertutto in Sardegna dove conosceva sindaci, associazioni, insegnanti e presidi, e aveva amici ovunque.
Era un dirigente palestinese politicamente accorto e realista, rifuggiva da estremismi e in diverse occasioni, sempre con garbo, redarguiva diversi suoi amici sardi che pretendevano di essere più palestinesi di lui.
Nabil era sposato con Rita e aveva tre figli: Jasmine, Fuad e Samar. Purtroppo aveva perso Jasmine nel novembre del 2014 a causa di un incidente domestico in Giordania.
A loro il nostro abbraccio.

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