Scuola e cittadinanza: partiamo dalla Costituzione

2 Ottobre 2020
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Rosamaria Maggio del CIDI

il 20 novembre si é celebrato in tutto il mondo: la GIORNATA MONDIALE PER I DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA e per l’occasione vi segnalo l’uscita del libro di Mario Lodi, Daniele Novara e Pia Valentinis Alice nel Paese dei Diritti   La trama: Alice, l’eroina creata da Lewis Carroll, insieme alla Regina di Cuori, esplora … Alice, Mario, Abilità, Lewis Carroll, Montessori, Aula, Scuola, Bambini, Festa

Cittadini a volte si nasce, ma sicuramente si diventa. Ma non basta la cittadinanza per essere cittadini consapevoli.
La cittadinanza si costruisce nel tempo, con la famiglia, la scuola, la società’. Significa avere consapevolezza dei propri diritti e doveri e di quelli degli altri, così come insegna la nostra Costituzione.
La Costituzione Italiana non è sufficientemente conosciuta dal suo popolo, per quanto il sistema scolastico italiano sia fra quelli che si preoccupano di far studiare la Costituzione a scuola. In Europa in 13 paesi si studia alle superiori, la maggior parte offrono esperienze extracurriculari, pochi la insegnano per tutti i cicli scolastici (rapporto Eurydice).
In Italia l’insegnamento della educazione civica fu introdotta nell’anno sc. 58/59 dall’allora Ministro della P.I. Aldo Moro, che già in Assemblea costituente aveva auspicato che la Costituzione trovasse spazio nel quadro didattico di ogni scuola. Tale insegnamento divenne parte del curricolo di storia.
Qualcuno fa un bilancio negativo dell’insegnamento dell’educazione civica a scuola, diventata Cittadinanza e Costituzione con la cosiddetta riforma Gelmini, per tornare ad essere Educazione civica da quest’anno con un voto, un insegnante, quindi una nuova materia.
Forse non tutti sanno che la Costituzione, il diritto costituzionale, si insegna negli istituti tecnici ed un po’ negli industriali e professionali. Sicuramente il vuoto che si doveva colmare era quello liceale.
Si è preferito fare una scelta diversa, più demagogica come quella di una nuova materia con voto.
Mi sono chiesta se questi tentativi di cambiare la rotta dell’insegnamento della Costituzione possa nascere da dati reali.
Ad esempio sono state fatte ricerche che dimostrano che l’illegalità diffusa nel nostro paese ha uno stretto legame con lo studio dell’educazione civica? Non mi risulta che ci siano ricerche in tal senso.
Gli annosi problemi del nostro paese, come l’evasione fiscale e la corruzione, sembrano passare indenni rispetto all’introduzione della educazione civica in Italia ed alle sue modifiche ordinamentali.
Con ciò non voglio affermare che inutile è il suo insegnamento, bensì richiamare l’attenzione sul fatto che i malanni di una società non dipendono soltanto dalla scuola e dalle sue carenze ed anzi prima di introdurre riforme, bisognerebbe analizzare approfonditamente i contesti e portare avanti anche indagini statistiche.
Al momento dell’Unità d’Italia ad esempio, gli italiani non erano abituati a pagare le imposte sul reddito e nel tempo, con un grande lavoro educativo, si è arrivati ad una evasione che era del 50% prima della grande guerra, fino a circa il 25% attuale.
Quanto ai reati contro la persona i dati europei di febbraio 2020 raccontano che l’Italia è fra i paesi più virtuosi, collocandosi al 21° posto.
Rispetto all’evasione fiscale invece, l’Italia detiene il primo posto per evasione fiscale pro-capite (3.147 EURO ), a stretto gomito con la Danimarca (3066 euro ) che è al secondo posto.
Quanto alla corruzione il report di Transparency international Corruption Perceptions Index del 2019, ci indica l’Italia al primo posto in Europa ed al 69 posto nel mondo.
Quindi l’Italia è un paese nel quale corruzione e evasione non vengono considerate forme di illegalità così gravi a livello sociale.
Mettere in relazione scuola e illegalità può essere fuorviante.
Un pensiero sociale si forma con apporti vari: la genetica, la famiglia, la società’, la scuola. Nessuno di questi apporti, nel bene e nel male può essere considerato, causa unica di ciò che la persona è, ma questi interagiscono.
Anche il processo storico di formazione di una certa società’ influisce sul nostro essere, sulla nostra identità ed il nostro credo.
Fare quindi una fotografia dei mali del paese, delle sue virtu’ e delle sue cause, può essere indispensabile per inserire quelle riforme, legislative, scolastiche, necessarie a contenere i problemi fino a risolverli.
Ciò che è indispensabile nella costruzione del senso civico che riguarda i cittadini e non, cioè non solo il popolo ma anche la popolazione cioè tutti coloro che vivono in Italia, è la conoscenza dai primi anni di scuola dei principi fondamentali della COSTITUZIONE. In ogni fase della CRESCITA con la mediazione degli insegnanti.
Solo nelle superiori potrà aggiungersi lo studio dell’Organizzazione dello Stato.
I primi 12 articoli che attengono al principio di uguaglianza, alla solidarietà, al diritto al lavoro, al principio democratico, al ripudio della guerra ed ai diritti degli stranieri, dovranno essere affrontati dalla scuola primaria ed anche dalla scuola dell’infanzia.
Vi è poi la parte dei diritti ed i doveri in cui occorre lavorare sì sui doveri, ma soprattutto sulla consapevolezza dei propri diritti e di quelli altrui, di ciascuna persona ancorché non cittadino.
Affrontare questi temi non sempre è semplice e devono essere rispettati i tempi dell’apprendimento.
Occorre anche stare attenti a non favorire un lavoro di acquisizione mnemonico, dogmatico, né devono essere censurati bambini e i ragazzi nel tempo dell’apprendimento. Ecco perché siamo critici rispetto alla decisione di attribuire un voto finale, a parte la inadeguatezza di dedicare un’ora a questi insegnamenti.

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