Lettera aperta sulla transizione ecologica

28 Luglio 2021
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Pietro Casula, presidente sardi nel mondo

Al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi
Egregio Presidente,
spero non Le appaia troppo irriverente e irrituale inviarLe una lettera pubblica.
A supporto di quanto sto per scrivere avrei certo potuto chiamare un po di
autorevoli firme anche per togliere il carattere apparentemente personale alle mie
parole. Ho rinunciato, ma non perché non creda alla funzione degli appelli - uno
strumento decisamente usurato - ma perché voglio interpretare, anche
simbolicamente, la figura del singolo cittadino e assumermi la responsabilità di
quanto scrivo.
Ho deciso di scriverLe questa lettera aperta a seguito dei diversi articoli di stampa
conseguenti anche e soprattutto al disegno di legge approvato in prima lettura lo
scorso 9 Giugno al Senato, che al testo attualmente in vigore dell’articolo 9 della
Costituzione:“ La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione“, ha aggiunto un nuovo testo:“ Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli
ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato
disciplina i modi e le forme di tutela degli animali“.
A prima vista sembrerebbe un’aggiunta positiva questo disegno di legge, parrebbe
privo di possibilità di apportare danni. Il diavolo, come sempre, sta nei dettagli.
Vorrei sbagliare, egregio signor Presidente, ma l’inserire l’ambiente e lo sviluppo
sostenibile tra i principi fondamentali della Costituzione significa, secondo il mio
punto di vista, equiparare la tutela dell’ambiente con la tutela del paesaggio e del
patrimonio storico-artistico. Juno negli occhi, il classico cavallo di Troia introdotto
nell’articolo 9 della Carta per evitare di vedere, registrare il superamento delle
proteste, degli ostacoli sollevati da quanti ancora insistono sulla tutela
dell’ambiente e del patrimonio culturale.
Mi permetto di richiamare l’attenzione, egregio Presidente, sul fatto che se in
passato è stato possibile non approvare tante leggi regionali con matrice eversiva -
- scongiurando cosi anche in Sardegna gravissimi danni al paesaggio causati con i
mega impianti di energia alternativa - giustificati ed incentivati dall’allora Ministero
dell’ambiente - è proprio grazie all’articolo 9 della Costituzione, norma positiva e
imperativa che ha esercitato in modo eccellente il compito affidato dai Costituenti.
Con buona pace della sterzata di metodo proposta e promessa, quel Ministero
dell’Ambiente dopo aver registrato il tutto esaurito, un en plein di deleghe
sull’energia e forte di modifiche strutturali e funzionali, la metamorfosi è riuscita:
nasce il Ministero della Transizione ecologica con licenza Rambo.
Virtuosismo tutto italiano, figlio di una burocrazia dannosa che la politica non
riesce a controllare anzi prolifera nelle sue abitudini peggiori.
Il nuovo Ministero, che secondo il suo ambizioso proponimento in nome della
transizione ecologica dovrebbe tutelare l’ambiente, è più probabile che ne
promuoverà altresì la distruzione.
Forse Lei, signor Presidente, pensa che questi siano cattivi pensieri personali o
suggestione generica e confusa. Ma rileggendo le dichiarazioni rilasciate alla
stampa sarda dal Ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, direi
proprio di no.
Seguo da sempre le vicende della mia Terra sia come partecipe osservatore delle
dinamiche politiche quotidiane, sia come COO di una società leader nel settore
dell’energia e dunque credo di poter affermare con drammatica certezza che
questa corsa alla transizione ecologica altro non è che il lasciapassare per la
distribuzione, lo sperpero dei fondi del Recovery plan senza perdere troppo tempo.
Non importa investire bene o spendere bene, l’imperativo è spendere.
Attualmente per la Sardegna un centinaio di impianti di produzione di energia da
fonti rinnovabili di cui un’ottantina per impianti fotovoltaici e 21 per centrali eoliche
sono in attesa di approvazione, ossia complessivamente si tratta di più di 10 mila
ettari di terreni agricoli e di boschi a rischio estinzione, in palese contrarietà alle
normative comunitarie come da direttive n. 92/43/CEE, n. 08/105/CE, n. 06/118/Ce
per la salvaguardia degli habitat.
In Sardegna registriamo oltre 56 mila ettari di territorio inquinato: 21625 ettari di
terra e 35104 ettari di mare. E nonostante il dato fondamentale del sistema
energetico sardo dica che già oggi il 38% dell’energia prodotta non serve all’Isola
e viene esportata ( in Corsica e nel resto del continente ), la scelta sembra già
fatta: spendere, non importa come ma spendere i soldi provenienti dall’EU per cui
via libera al gas, alla rigassificazione, all’eolico , al fotovoltaico, via libera al
Thirrenian project, via libera alla desertificazione in name della transizione
ecologica.
Il nuovo corso della Sardegna green è fatto. Ma a che pro tutto questo?
Mi permetto di dissentire dal quadro presentato dal Ministro Cingolani, cosi come
dallo scenario ipotizzato da Francesco Storace , Amministratore delegato del
Gruppo Enel, a partire dalle favole che racconta riguardo i sistemi di accumulo e
conservazione che vuol far credere realtà ma, come sappiamo, sono ancora in fase
di studio o sperimentazione.
Per la Sardegna con i fondi europei del Recovery Fund ci sarà un’occasione, forse
irripetibile, di attuare soluzioni per infrastrutture energetiche senza consumare
l’ennesima violenza sul territorio, sul paesaggio, la dignità del lavoro, la cultura .
Mi permetto di indicare alcuni progetti attuabili in tempi certi, in grado di dare
slancio alla transazione ecologica e infrastrutturale.
1. Tecnologia CeMin 28: Sistema di recupero dell’energia e abbattimento emissioni
al 100%. La tecnologia CeMin 28 ( brevettata) e la generazione di sistemi di
energia essa correlati, usa nel suo sistema produttivo principalmente insediamenti
industriali, sedimenti o rifiuti industriali e urbani. Elemento chiave di questa
tecnologia è la completa lavorazione tecnologica dei rifiuti da cui risulta una
produzione oltre che di Biocarburanti, anche di materiale per l’edilizia, materiale/
fibre isolanti, materiale per filtri, leganti per oli, materiale di base per altri processi
produttivi etc., derivanti dalle materie prime originate da questo processo
tecnologico. Sostanzialmente la tecnologia CeMin 28non genera alcuna emissione
di CO2 in quanto lo scinde all’origine e sfrutta i prodotti derivanti dal processo in
modo economicamente redditizio e allo stesso tempo risolve il problema dello
smaltimento rifiuti nel totale rispetto ecologico ambientale.
2. Centrali termoelettriche - Thermal power station HummelSi tratta di centrali che producono energia elettrica ed energia termica per l’utilizzo
nei processi industriali o per il riscaldamento urbano. La specialità di queste
centrali Hummel è che grazie ad un sistema di alimentazione appositamente
sviluppato, i macchinari funzionano con qualsiasi forma di combustibile liquido o
gassoso. Inoltre questo sistema usa un convertitore catalitico brevettato che
qualunque sia il carburante usato è conforme e persino inferiore ai più severi
standard di emissioni di scarico del mondo. Anche l“Amulet“ la nave cisterna più
pulita d’Europa che ha ricevuto diversi riconoscimenti al riguardo, funziona con
questo sistema catalitico.
3. Rivendicare con forza la costruzione dell’ Einstein Telescope una nuova
infrastruttura di ricerca europea. un grande rivelatore di terza generazione per onde
gravitazionali. La Sardegna è geologicamente la terra più stabile d’Europa e il sito
nei dintorni della storica miniera Sos Enattos ,nelle vicinanze di Lula,Nuoro, è di
gran lunga il più adatto tecnicamente. In Europa c’è una forte spinta dal trio
Germania, Belgio e Olanda per favorire il sito di Limburg nonostante le
caratteristiche geologiche e la forte densità di popolazione non siano davvero
ottimali. Eccezionale occasione per misurare concretamente la solidarietà verso il
nostro territorio aprendo possibilità di riqualificazione con attività innovative e
programmi scientifici avanzati per una delle Regioni più sfavorite d’Italia.
Sono certo, egregio Presidente, che Lei saprà leggere questa lettera senza
pregiudizio nei confronti di chi pensa a soluzioni (forse) diverse dalle Sue e che
saprà individuare appieno la stessa voglia di cambiamento, il desiderio di regalare
alla Sardegna la transizione ecologica e i servizi pubblici che merita e di restituire
alla nostra Terra la collocazione di cui è degna in Europa e nel mondo.
La ringrazio egregio Ministro, per l’attenzione che vorrà dedicare questa mia.

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