L’ANPI di Cagliari oggi a congresso in buona salute, con tanti progetti e rinnovata speranza in un mondo migliore

5 Novembre 2021
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Andrea Pubusa

L’ANPI di Cagliari va a congresso oggi e ci va in buona salute. Circa 300 iscritti quasi il doppio dello scorso congresso, un’unita’ interna invidiabile, tanta attivita’ svolta e di qualita’, molti progetti per il futuro. 

L’ANPI insieme al Comitato per il NO e’ stata uno degli artefici della straordinaria vittoria al referendum del 2016 contro la proposta  sfascista di Renzi. Ma non si e’ limitata a intervernire attivamente in ogni iniziativa a favore della democrazia, dei diritti fondamentali dei cittadini, dei lavoratori e dei migranti. Un riferimento essenziale in tutte le battaglie di civilta’. E’ stato costituito anche il coro ANPI sotto la guida del maestro Roberto Deiana.

Capillare il lavoro nelle scuole col progetto “Storia e Memoria” e molto importante il ciclo su “La Costituzione via maestra. Letture del nostro tempo”: una serie di conferenze con autorevoli storici e costituzionalisti sardi e nazionali. L’ANPI di Cagliari è diventato così un riferimento e un catalizzatore di studenti, professori, mondo universitario e intellettuale, in una parola delle migliori energie democratiche.

Importante la ricostruzione della vita e dell’opera di tanti partigiani sardi, ormai dimenticati, fulgido esempio di virtù civili, di solidarietà e di impegno. Importante, in collaborszione con Scienze politiche la lectio magistralis di Nino Garau, il comandante Geppe, uno dei liberatori di Spilamberto e di Modena in quella indimenticabile primavera del 1945. Nei giorni scorsi il ricordo sempre all’Umiversita’ di Geppe ad un anno dalla morte.

Così pian piano, per tanti cittadini, senza piu’ riferimenti partitici, l’ANPI e’ diventata l’associazione in cui riversare il proprio bisogno di lottare per un mondo migliore, di esprimere il proprio impegno civile e democratico.

Ora che gli umori neofascisti riprendono a manifestarsi con atti di violenza  contro associazioni e singoli cittadini, l’Anpi deve essere rinforzata  e rinnovata. I partigiani combattenti erano in maggioranza ragazzi, loro devono essere la spina dorsale dell’ANPI.  A  questo obiettivo si accinge il Congresso di oggi con rinnovata speranza. Partecipiamo e diamo una mano. Ora e sempre Resistenza!

Ecco ora una sintesi del documento congressuale


Appunti sul documento del XVII Congresso Anpi

A  partire  dalla  relazione  alla  assemblea  precongressuale  regionale  dell’Emilia-
Romagna,  abbiamo  predisposto  questo  appunto  che  mette  a  fuoco  in  breve  alcune
delle  questioni  essenziali  proposte  nel  documento  nazionale  Anpi  per  il  Congresso.
Non  è  un  riassunto,  ma  un  riepilogo  parziale  e  del  tutto  informale  che  può  essere
utile  per  una  sommaria  informazione  sui  contenuti  del  documento  o  come  pista  di
lettura del documento stesso.

PER UNA NUOVA FASE DELLA LOTTA DEMOCRATICA E
ANTIFASCISTA
Carla  Nespolo  ha  tracciato  la  strada  del  rapporto  unitario,  del  confronto  con  le  altre
forze  democratiche,  della  stretta  relazione  col  mondo  dell’associazionismo,  che
intendiamo continuare a perseguire a maggior ragione nella situazione di
straordinaria emergenza  in cui ci troviamo. Ci  ha anche consegnato  la propensione a
guardare  sempre  oltre,  a  osservare  con  spirito  critico  e  senso  di  responsabilità  il
mondo e il Paese che stanno cambiando, ad ascoltare le opinioni degli altri e a tenere
saldissime le radici dell’Anpi nella concreta esperienza storica della Resistenza.

CAMBIARE L’ITALIA
Siamo  nel  pieno  di  una  tragedia  mondiale  a  causa  della  pandemia  e  della  gigantesca
crisi economica e sociale da questa determinata. Da ciò derivano la gravità,
l’eccezionalità, l’incertezza del tempo che viviamo. Per  questo  occorre  promuovere
un’idea di profondo  cambiamento  e  così  diffondere  un  messaggio  di  speranza  e  di
fiducia. Questo è il tempo di una visione del futuro, la visione di un Paese  che ritrova
le  sue  radici  e  dà  vita  ad  una  svolta  storica  che  può  avvenire  a  condizione  che  si
uniscano le forze della trasformazione.
In Italia, le emergenze attuali, della salute e del lavoro, si aggiungono a tanti ritardi e
problemi  antichi,  di  una  economia  in  difficoltà  da  oltre  dieci  anni,  di  un  Paese  che
produce  meno  ricchezza  e  poi  la  distribuisce  in  modo  ineguale  e  ingiusto.  Il  potere
pubblico è insidiato da poteri criminali. Troppi giovani abbandonano perché
all’estero trovano migliori condizioni di  lavoro  e  di  prospettive  personali.  Sono  a
rischio le  condizioni  economiche  e  sociali.  E’ l’intero  sistema  che  si  trova  in

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discussione,  e  si  produce  una  situazione  critica  per  la  stessa  tenuta  della  democrazia
italiana.
E’ necessaria una  risposta  straordinaria  per cui l’Anpi  propone  una  grande  alleanza
democratica per la persona, il lavoro, la società.
L’Anpi delle partigiane e dei partigiani nata nel 1944 si è arricchita diventando, nel
2006 aperta agli antifascisti. Ha così definito la sua natura nazionale e popolare.
Proponiamo non  una  nuova  Anpi,  ma  un’Anpi  rinnovata,  un’associazione  che
promuove  impegno  e  nuove  forze,  che  realizza  uno  spazio  pubblico  antifascista  e
repubblicano.
L’Anpi che, nella sua autonomia, dialoga con l’associazionismo, il volontariato laico
e di ispirazione religiosa, il mondo delle culture, dell’informazione, della scienza, del
lavoro, delle istituzioni e delle forze democratiche.
Libertà,  eguaglianza,  democrazia,  solidarietà,  pace:  sono  questi  i  pilastri  valoriali
della Resistenza, successivamente incarnati nella Costituzione.
Questi  sono anche gli ideali fondamentali dell’Anpi. Ideali che hanno una portata
universale  con  uno  straordinario  carattere  espansivo,  ma  che  vanno  storicamente
declinati in luoghi e tempi determinati.
La loro piena realizzazione tende ad essere un orizzonte verso cui  muoversi piuttosto
che una realtà compiuta una volta per tutte.
Si tratta di valori e ideali ancora attuali che sono messi in discussione in tanti Paesi e
realtà.  Parliamo  innanzitutto  della  libertà  di stampa  e  di  opinione,  della  libertà  dallo
sfruttamento e dal bisogno.  L’uguaglianza sembra  una  lontana  chimera  visto  che
crescono e si moltiplicano le disuguaglianze.
Dalla memoria attiva della Resistenza dobbiamo attingere l’energia  e  la
determinazione per affrontare la drammatica condizione presente.
PRIMA PARTE – IL MONDO VISTO DALL’ANPI
Ci  sono  almeno  tre  fattori  di  portata  globale  che  impongono  un  cambiamento  del
modo  di  pensare  la  politica,  le  culture,  le  società.  Siamo  nella  situazione  che  viene
definita di cambio dell’orizzonte strategico.
Il  primo  fattore  è  il  cambiamento  climatico  per  arrestare  il  riscaldamento  del
pianeta.

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Il secondo fattore è la crisi degli strumenti di governo sovranazionale. Il
riferimento è all’ONU ed alle altre Agenzie sovranazionali.
Il  terzo  fattore  è  la  rivoluzione  tecnologica  digitale  che  condizionerà  i  rapporti
globali per la stretta connessione con i temi della sicurezza, economica e militare.
Occorre un cambiamento netto di prospettiva, che ciascun Paese può e deve
contribuire a determinare. Nessuno si salva da solo, come ha detto Papa Francesco.
Il  modello  di  sviluppo  che  si  è  affermato  sul  pianeta,  senza  differenze  di  regime
politico, è un modello dissipativo e distruttivo dell’equilibrio tra attività dell’uomo e
la natura
L’obiettivo è quello  di  cambiare  il  Paese  e  il  suo  modello  di  sviluppo. E’ necessario
uscire dalla situazione di crisi per passare alle scelte della rinascita del Paese.
Noi Europei: è necessario operare per una più forte unità politica dell’UE.
Il  cambio  di  rotta  determinato  dal  dramma  della  pandemia  ha  segnato  nella  UE  una
discontinuità  profonda  e  positiva.  Rimane  inconfutabile  una  strutturale  debolezza
istituzionale,  politica e sociale dell’Unione, dovuta  anche  alla  mancanza  di  politiche
comuni  su  temi  fondamentali  quali  la  politica  estera,  l’emigrazione,  il  fisco  e  il
lavoro. Giusto  ispirarci alle alleanze  internazionali attuali,  ma  non è chiaro quale sia
la nuova funzione ‒ e tantomeno il significato della natura esclusivamente difensiva ‒
della Nato. Inquieta la proliferazione di gruppi che si richiamano al nazifascismo e al
razzismo.  Insomma,  l’UE non si  mostra ancora pienamente all’altezza della  sfida
globale. Continuiamo ad ispirarci al Manifesto di Ventotene.
Il  mondo  in  cui  viviamo:  In questo attuale mondo c’è un generale indebolimento
delle  democrazie.  Questo  vale  per  le  democrazie  cosiddette  illiberali,  in  cui,  pur  in
presenza  di elezioni,  si  nega  di  fatto  la  divisione  dei  poteri e  si  tende  ad  asservire  il
potere legislativo e quello giudiziario all’esecutivo, a conculcare i diritti e le libertà
civili,  ma  vale  anche,  sia  pur  in  modo  diverso,  per  le  democrazie  rappresentative,
svuotate di effettiva partecipazione popolare e con  una crisi dei partiti,  in particolare
dei partiti “storici”, sempre più marcata, sia pur in forme diverse a seconda degli
Stati. Colpisce la pressoché totale scomparsa dell’accezione di “democrazia sociale”,
cioè  di  una  democrazia  che,  salvaguardando  le  conquiste  del  liberalismo,  vada  oltre,
affinché  le  libertà e  i  diritti  declamati siano effettivamente praticati. Pensiamo ad  un
mondo nuovo con un controllo pubblico dell’economia e della finanza. Pensiamo a
vincoli e regole per un sistema produttivo privato che opera al di fuori ed al di sopra
di  ogni  legislazione  nazionale.  In  sostanza,  la  politica  deve  tornare  al  posto  di
comando.

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SECONDA PARTE – L’ANPI E LA SFIDA DEL PRESENTE
L’Anpi è un soggetto che fa tesoro della  memoria  per  intervenire  nel  presente  e  per
disegnare il futuro.
L’Anpi come tutte le formazioni sociali, è un soggetto politico, ma mentre tutti i
partiti sono  soggetti  politici,  non  tutti  i  soggetti  politici sono  dei  partiti. L’Anpi non
era, non è e non sarà mai un partito. La sua forza morale, ideale e pratica deriva dalla
sua natura di “associazione che unisce”, dalla parte della Costituzione.
Proprio perché portatrice di una visione laica e libera della cittadinanza attiva, l’Anpi
ha  avanzato  la  proposta  della  grande  alleanza  democratica  e  antifascista  per  la
persona,  il  lavoro  e  la  socialità,  raccogliendo  un’adesione  ampia  di  movimenti,
associazioni, sindacati, forze politiche, ed in primo luogo di associazioni partigiane. Il
respiro di tale proposta infatti richiede innanzitutto il concorso di tutte le associazioni
nate  dalla  comune  esperienza  della  Resistenza.  Tali  associazioni  si  sono  divise  e
articolate in ragione di uno scenario politico da tempo scomparso, e va perciò avviato
un percorso che prenda atto del superamento delle antiche divisioni  nella prospettiva
di una sempre maggiore vicinanza.
Tale proposta nasce dalla estrema gravità della situazione del Paese, dall’urgenza di
una  risposta  unitaria  come  unica  risposta  storicamente  e  logicamente  possibile,  dalla
necessità  di  non  giocare  più  soltanto  di  rimessa,  criticando  o  contestando  questo  o
quel  fenomeno  di  deriva  della  democrazia,  ma  viceversa  di  andare  all’attacco,
svolgendo  un  ruolo  positivo  e  propositivo.  In  sostanza,  questo  è  il  momento  di  una
piena  assunzione  di  responsabilità  nazionale  e  generale,  a  maggior  ragione  di  fronte
alla  mancanza  di  soggetti  partitici  in  grado  di  svolgere  un’analoga  funzione  di
“levatrice” di una nuova fase della lotta democratica e antifascista.
Questa scelta dell’Anpi è pienamente coerente con le sue radici e fa leva sul carattere
autonomo e unitario dell’Associazione.
L’antifascismo e l’antirazzismo oggi
Dobbiamo essere sempre in prima fila nella denuncia dell’attività squadristica in ogni
sua  forma,  dei  tentativi  revisionistici  che  si  sono  moltiplicati  negli  ultimi  anni  con
l’evidente disegno di ridare legittimità storica e politica al ventennio.
La  Resistenza,  la  guerra,  il  dopoguerra,  la  Costituente,  la  Costituzione  sono  temi
straordinariamente attuali. Eppure stiamo assistendo a un’offensiva revisionista senza
precedenti, tesa a screditare il movimento partigiano e l’intera lotta di Liberazione.

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Una nuova statualità democratica e antifascista
In verità le istituzioni di questo Paese non sono mai diventate pienamente
“antifasciste”, come vorrebbe la Costituzione; e ciò perché non sono stati fatti fino in
fondo  i conti col  fascismo,  non si è  insegnato sul serio che cosa è stato  veramente  il
fascismo.  La  negazione delle  liberta’, i crimini commessi,  il  regime  dispotico,  le
guerre, l’alleanza con il nazismo.
Per  l’Anpi  e’  opportuno  mettere  a  punto  un’idea  di  Stato  che  coniughi  la  sua
necessaria  modernizzazione  con  l’attuazione  del  disposto  costituzionale  e  con  un
profondo arricchimento della natura della democrazia italiana, a partire dal dettato del
secondo  comma  dell’art.  3  della  Costituzione:  “E`  compito  della  Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà
e  l’eguaglianza  dei  cittadini,  impediscono  il  pieno  sviluppo  della  persona  umana  e
l’effettiva  partecipazione  di tutti  i  lavoratori  all’organizzazione  politica,  economica  e
sociale del Paese”.
In coerenza con queste idee vengono precisate una serie di proposte su temi quali:
- Lo Stato, le imprese e i lavoratori
-  Il Parlamento, le Regioni, gli enti locali
- I beni comuni
- L’immigrazione e L’emigrazione
- La sanità’, La scuola, La giustizia
- I giovani
- le donne
- Il lavoro e l’occupazione
- La pace e il disarmo
- L’informazione
Su questi temi ed anche su altri ugualmente importanti l’ANPI avanza valutazioni e
proposte  articolate  sempre  con  riferimento  ai  principi  democratici  e  costituzionali.
L’attuazione piena della costituzione è l’orizzonte per cui ci impegniamo.
L’organizzazione
Dal Congresso Nazionale che abbiamo celebrato nel maggio del 2016, l’Anpi è stata
diretta da tre Presidenti: Carlo Smuraglia, Carla Nespolo, Gianfranco Pagliarulo, fatto
unico nella lunga storia dell’Associazione. Negli ultimi anni l’attività dell’Anpi  è
stata condizionata dalle restrizioni  imposte dalla pandemia e dalla tragica  malattia di
Carla Nespolo. Nonostante questo, l’insieme dell’Associazione ha svolto un lavoro di
straordinaria  quantità  e  qualità,  scandito  da  tanti  eventi  nazionali  e  locali.  Grazie  a

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queste attività e alla forte presenza dell’Anpi nel dibattito pubblico, l’Associazione
conta  oggi  circa  130 mila  iscritti  e  gode,  in  sostanza,  di  buona  salute  con  un
andamento che appare in controtendenza rispetto in particolare alle adesioni ai partiti.
L’età media degli iscritti è elevata e occorre di conseguenza, come già detto, una
specifica  attenzione  ai  giovani,  con  l’obiettivo  di  dar  vita  a  una  nuova  leva  di
antifascisti. Va inoltre prestata una particolare attenzione alle donne che costituiscono
la maggioranza del Paese.
In questa  fase di rinnovamento,  nella confusa situazione politica e sociale  del Paese,
vanno  a  maggior  ragione  rigorosamente  osservate  le  regole  statutarie  e,  assieme,  va
elevata  la  qualità  del dibattito  politico-culturale  potenziando  le  proposte  ed  il  lavoro
della formazione degli iscritti e dei dirigenti. Va valorizzato il pluralismo,
contrastando  in  modo  energico  personalismi  e  provincialismi,  evitando  posizioni
pregiudiziali e contrapposte  in primo  luogo degli organismi dirigenti, con l’obiettivo
di arrivare ad una sintesi positiva.
L’esperienza ha dimostrato l’utilità della nomina da parte del Comitato nazionale di
un coordinatore per ognuna delle grandi aree geografiche che corrispondono al Nord,
al  Centro  e  al  Sud  d’Italia,  con  l’incarico  di  coadiuvare  la  Presidenza  e  la  Segreteria
nazionale nella gestione della Associazione. È opportuno confermare questa scelta.
Più  complesso  è  il  tema  dei  coordinamenti  regionali,  che  hanno  dato  vita  in  questi
anni  a  esperienze  eterogenee.  Sembra  preferibile  delegare  una  decisione  al  riguardo
alle strutture provinciali di ciascuna regione d’intesa col Comitato Nazionale.
Vanno estese le opportunità di costruire autonome Sezioni ANPI sia nel territorio sia
nei  luoghi di  lavoro  e  di  studio.  Non  va  esclusa  la  possibilità  di  sdoppiare  le  sezioni
con un elevato numero di iscritti.
Viene  confermata  la  scelta  di  dar  vita  al  coordinamento  nazionale  donne.  Andrà
rivista la  composizione  dell’organismo,  al  fine  di  renderlo  maggiormente
rappresentativo  e  diventare  un  organismo  agile  e  radicato  nel  contesto  dell’attualità
politica, attivo nella rete delle associazioni che si occupano di tematiche di genere.
Va  rivolta  una  speciale  attenzione  alla  formazione  interna,  oggi  essenziale  anche  a
causa  del  forte  ricambio  fra  gli  iscritti;  si  immaginano  tre  livelli:  una  formazione  di
base, una formazione intermedia ed una formazione specialistica.
Un  importante strumento politico di conoscenza e di orientamento è l’anagrafe degli
iscritti.  Oggi  vi  sono  65  Comitati  provinciali  presenti  in  anagrafe  per  un  totale  di

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90.000  iscritti  registrati  (su  circa  130.000),  a  fronte  di  26  Comitati  provinciali  non
ancora registrati. Si tratta di un adempimento sottovalutato da parte di alcune realtà.
Nella  Federazione  Internazionale  Resistenti  (FIR)  l’Anpi è presente con un
vicepresidente e due componenti dell’esecutivo. Va portato avanti uno sforzo per un
suo rinnovamento e una maggiore capacità d’intervento.
Le regole dell’Anpi
Qualsiasi comunità piccola o grande si organizza in base a un sistema di regole.
Le regole dell’Anpi sono fissate nello Statuto e nel Regolamento. Tali regole vanno
sempre interpretate in modo rigoroso, al fine di una migliore efficacia dell’attività
complessiva dell’Associazione.
I dati del tesseramento 2019 e i primi dati del 2020 confermano un forte
rafforzamento dell’Anpi.
Una particolare attenzione va prestata alle pagine dell’Associazione sui social. La
prudenza  e  il  buon  senso  devono  ispirare  qualsiasi  intervento  affidato  a  questi
strumenti, evitando prese di posizione e commenti che contraddicano gli orientamenti
dell’Anpi o che si prestino ad attacchi da parte degli avversari politici.  Chi  segue  le
pagine deve attivare un grande senso di responsabilità distinguendo sempre le
legittime ma personali opinioni dal punto di vista dell’associazione.

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