A.P.

Confesso, le iniziative in cui c’e’ di mezzo l’on. Cossa mi lasciano sempre perplesso. Non che che non siano animate da buoni propositi, questo non si puo’ dire, ma c’e’ sempre una  certa approssimazione o improprieta’ dei mezzi. Un esempio? All’inizio della battaglia per l’insularita’, preso da fuoco ardente, il nostro aveva promosso una raccolta di firme, senza sapere che l’iniziativa popolare ha sue precise procedure e regole anche per le sottoscrizioni. Quando si è accorto dell’errore, ha cestinato velocemente le firme mal raccolte e  ha ripreso la sua azione. Tuttavia, ha limitato la modifica dell’art. 119 cost. all’insularita’, mentre l’originario art. 119, prima del 2001, costituzionalizzava la questione meridionale, non solo quella isolana. E quindi occorreva tornare alla radice del dualismo italiano, rapporto Nord/Sud, e forse si sarebbe posto un argine preventivo alle mire egoistiche e divisive ora espresse nella proposta Calderoli sull’autonomia dfferenziata.
Ma non basta, i nostri eroi, alla guida del governo regionale, “contrattano” con Calderoli, che vuole un’adesione della Regione sarda alla sua proposta, e gli dicono subito si’, in cambio nientepopodimenoche’  … della replica nel testo Calderoli del principio di insarita’, gia’ in  Costituzione: una  risibile scìocchezza e una   vergognosa genuflessione!
Ora leggo sui giornali che e’ in allestimento un Osservatorio Sardegna/Sicilia  per vigilare sull’attuazione del principio d’insularita’. Evidentemente hanno capito che i principi sono atti d’indirizzo che richiedono d’essere riempiti di progetti e provvedimenti attuativi. O dai loro gambe o restano nel mondo dei buoni propositi. Quindi d’accordo sulla vigilanza, ma questa presuppone la predisposizione di misure attuative, della loro approvazione da parte statale. Ma se tutto questo manca, cosa osservi?, su cosa vigili? Boh! Ma stiamo a vedere, fiduciosi. Forse al nulla seguira’ qualcosa.