Andrea Pubusa
Le costituzioni, presidiate con procedure rinforzate di revisione, onde assicurarne la pretesa di durata nel tempo, sono paradossalmente modificabili per via di fatto con i comportamenti contrastanti dei soggetti politici che dovrebbero applicarle. Per via consuetudinaria, ad esempio, fu introdotto, sotto lo Statuto albertino, il voto di fiducia al governo, nominato da re. Ma se veniamo a tempi più recenti, dalla Costituzione vigente è stato espunto fin da subito il principio che mette il lavoro a fondamento della Repubblica. Basta pensare alle dure repressioni dei lavoratori subito dopo l’entrata in vigore della Carta. Senza andar lontano, pensiamo all’attacco poliziesco contro i minatori di Carbonia in lotta a difesa del posto di lavoro e per migliori salari. Pensiamo anche alla politica governativa volta a mantenere o a reinserire nei ranghi dell’amministrazìone fascisti dichiarati e la decisa esclusione di soggetti che avevano fatto parte del movimento partigiano. Cosa c’era nella Repubblica della fine degli anni ‘40 e degli anni successivi della soggettività e dello spirito della resistenza? Si verificò quanto Lussu aveva paventato, una restaurazione di tipo moderato. Oggi le cose vanno allo stesso modo con un attacco del governo a diritti fondamentali, che pure nei decenni passati avevano avuto un certo sviluppo. Pensate alla repressione delle manifestazioni studentesche a favore dei palestinesi e della pace, guardate al contrasto verso chi si oppone all’invio di armi in Ucraina, riflettete sul discredito che si lancia su chi vuole la trattativa. Tutte azioni precisamente contro l’art 11 Cost. che ripudia la guerra in favore della soluzione diplomatica delle controversie internazioniali.
Ci sono anche altri strumenti di violazione deĺa Costituzione. Le querele contro giornalisti non allineati con richieste di risarcimenti milionari. Le querele contro intellettuali di opposizione da parte di ministri o addirittura della Presidente del Consiglio. Il ministro Loĺobrigida contro la prof. Di Cesare (poi assolta) o della Meloni contro il prof. Canfora in relazione a critiche dure ma sempre nell’alveo del dibattito pubblico e democratico.
Le proposte di revisione costituzionale del governo, premierato, autonomia differenziata, separazione delle carriere dei magistrati, sono dunque gli attacchi più conclamati all’impianto costituzionali, ma non sono i soli. A tutti dobbiamo dare risposta con eguale mobilitazione e fermezza, perche’ anche i comportamenti anticostituzionali non sono meno pericolosi delle richieste formali di revisione.
1 commento
1 Aladin
16 Maggio 2024 - 12:36
Anche su aladinpensiero: http://www.aladinpensiero.it/?p=154087
Lascia un commento