Nota della Segreteria naz. ANPI
«Ringraziamo tutti coloro che sono andati a votare e siamo orgogliosi del grande impegno e della straordinaria partecipazione di tanti nostri iscritti e dirigenti per portare gli elettori alle urne e per far votare Sì ai quesiti referendari.
Era evidente che il problema principale era il raggiungimento del quorum. Ma il 30.5% di partecipazione al referendum è un dato senza dubbio negativo.
Ha senza dubbio pesato negativamente la politicizzazione del referendum, causata dall’ostentata campagna del governo per l’astensione, come se fosse una battaglia fra il governo e l’opposizione.
La campagna referendaria si è svolta fra estreme difficoltà, in primo luogo perché è mancato il trascinamento del referendum sull’autonomia differenziata, ritenuto inammissibile dalla Consulta, in secondo luogo perché la campagna non si è abbinata alla prima tornata delle elezioni amministrative, in terzo luogo per il boicottaggio di tanti mezzi di informazione, a cominciare dalle reti RAI.
Peraltro, nonostante l’importanza dei temi in oggetto, lo strumento referendario si è rivelato anche in questo caso insufficiente a esprimere un giudizio su domande complesse, come quelle proposte sulle cinque schede.
È però inconfutabile che, davanti all’astensionismo di quasi il 70% degli aventi diritto, è aperta una grande questione democratica, aggravata dalla propaganda del governo per il non voto, come se questo fosse un valore. L’esito delle elezioni politiche del 2022, quando ha votato meno del 63%, e delle successive elezioni europee, quando la maggioranza assoluta degli elettori non si è recata alle urne, confermano che c’è una grave emergenza di scoramento, di disillusione popolare. Questa emergenza non viene sufficientemente contrastata. Per di più in passato, come nel caso dell’acqua pubblica, non è stato rispettato l’esito referendario, creando così ulteriore sfiducia nella validità di questo istituto. Tutto ciò mette in discussione uno dei fondamenti della democrazia, l’esercizio del voto tramite cui si manifesta la sovranità popolare.
Abbiamo sostenuto la campagna referendaria perché i temi in discussione riguardavano questioni costituzionali centrali, come il lavoro e l’accoglienza, cioè i diritti sociali e i diritti civili.
Questa rimane la missione dell’ANPI, per una società e uno Stato coerentemente antifascista, per la democrazia partecipata che oggi è messa di fatto in discussione, una missione che ribadiamo e su cui dobbiamo operare sempre meglio con un più largo fronte di forze civili, sociali e politiche che condividano questi obiettivi, e con la straordinaria generosità delle nostre compagne e dei nostri compagni»
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1 commento
1 Aladin
10 Giugno 2025 - 18:55
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