Vitalizi. Riservata personale al Presidente della I^

17 Maggio 2014
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Andrea Pubusa

Caro Agus,

consentimi d’intervenire nella vicenda che coinvolge la Prima Commissione ora da te presieduta e da me diretta giusto trent’anni or sono per l’intera IX legislatura.
Lascio da parte le dichiarazioni di Tunis, su cui Amsicora ha scritto ieri in questo blog con mia piena condivisione. Ma veniamo alle questioni sul tappeto. La via amministrativa, ossia la revoca dei baby-vitalizi con atto amministrativo,  dev’essere valutata dallo stesso organo che ha, seppure in diversa composizione, attribuito il vitalizio alla Lombardo e a Biancareddu. Se l’attribuzione è contra legem, anche a scanso di responsabilità per danno erariale, quegli organi devono provvedere all’autoannullamento. Dunque, la Prima è incompetente, così come lo è, come organo monocratico il Presidente del Consiglio, al quale, semmai, spetta di dare impulso agli organi competenti affinché esaminino e, se del caso, provvedano sulla questione.
Fin qui mi pare che tu abbia preso posizione in modo misurato. Non condivido invece il resto. Tu dici di aspettare una proposta. Da chi? Dalla Giunta? Certo l’esecutivo può presentare un disegno di legge. Ma a me, quello dei vitalizi, sembra più tema da Consiglio. L’iniziativa può provenire dai gruppi, ma perché escludi un’iniziativa della stessa Commissione? O meglio dei suoi componenti? Al tempo della mia presidenza in questo modo abbiamo approvato tutte le leggi sulla trasparenza, quella sull’accesso, quella sul procedimento amministrativo, l’ampliamento dei referendum, che - non a caso - in Sardegna, a differenza che in altre regioni e a livello nazionale, possono essere anche d’indirizzo (e di questa facoltà i sardi si sono già avvalsi); abbiamo predisposto il testo della legge istitutiva del Corpo forestale e altre ancora. La proposizione del testo da parte dei componenti della Commissione ha il vantaggio di essere unitaria e, dunque, d’incontrare nessuna o scarsa resistenza in aula. Essendo la proposta unitaria viene neutralizzata alla fonte anche la controindicazione dell’appropriazione, a fini di propaganda, della proposta da parte di qualche gruppo o di singoli consiglieri. Certo c’è un lavorio paziente da fare, politico e di merito, per elaborare il testo e creare le convergenze. E questo spetta sopratutto a te, come presidente della Commissione. Ma in questo tu hai a disposizione un personale di supporto di prim’ordine. Gli esperti esterni spesso non sono alla loro altezza, perché i funzionari hanno una competenza specifica, frutto della loro alta cultura giuridica e della loro esperienza. Le leggi di cui ti ho parlato le abbiamo cucinate in Commissione senza mai sperperare soldi con pareri esterni e i funzionari hanno dato un contributo impagabile (chi solleva polveroni sui dipendenti del Consiglio s’informi prima sul loro valore!).
Caro Agus, nel merito, per facilitare il compito, suggerirei di distinguere il futuro dal pregresso. Sulla disciplina futura siete liberi, non avete vincoli: potete modificare o abolire i vitalizi. Ragionevolmente dovete tener conto della dignità dell’istituzione  e dell’indipendenza dei suoi componenti. Sono valori anche questi che non possono essere offuscati da consfuse campagne di stampa. In questo blog ho suggerito di abolire i vitalizi in favore dell’istituzione di un fondo volto a salvaguardare la dignità degli ex consiglieri giunti all’età pensionabile. A me sembra una proposta ragionevole che salvaguarda le casse del Consiglio e la dignità e l’indipendenza di chi dagli elettori è stato chiamato a svolgere il mandato consiliare. Ma ci possono essere altre ipotesi. L’importante è fare una legge ragionevole e sopratutto non farsi dettare la linea dalle rumorose campagne di stampa.
Per il pregresso la situazione è più complicata. Ci sono aspetti giuridici da esaminare con attenzione. La retroattività, i diritti quesiti. Una disciplina indiscriminata e punitiva, sull’onda della campagna del quotidiano diretto da di Antony Muroni, penso andrebbe a cozzare contro il Palazzo della Consulta. E si potrebbe alfine dire il classico “tanto rumore per nulla“. Una disciplina articolata, che - come quella da me proposta - non crei situazioni d’indigenza o di difficoltà, mi pare possa passare anche al vaglio della Corte Costituzionale.
Sintetizzando, puoi iniziare dalla disciplina per il futuro. Sarebbe un bel risultato approvare a breve una buona legge. Per il pregresso potresti, in continuità, produrre un testo, dopo aver incassato già un primo risultato. Ovviamente puoi fare anche tutto insieme, ma questo, che sembra garantire l’organicità, potrebbe rallentare la riforma anziché velocizzarla.
In conslusione, anziché, come hai dichiarato alla stampa, attendere stimoli o contributi esterni (sempre ben accetti), metti al lavoro la Commissione, individuate le linee fondamentali della nuova disciplina, mobilita, dandogli l’indirizzo politico sui contenuti, i funzionari di supporto che, come sempre, saranno ben lieti di mostrare il loro valore, enuncia ai cittadini le linee guida della riforma onde rassicurare su un impegno serio e tempestivo. Questo è l’unico modo per passare dal rumore ai fatti. Spero di esserti stato utile. Good luck!

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