Islam e dintorni: chi potrà fare il maestro dei maestri?

29 Marzo 2016
3 Commenti


Lucia Pagella

   

Da qualche tempo è invalsa l’abitudine nei talk show di invitare un islamico con l’apparente scopo di dimostrare come e qualmente siamo aperti nei confronti delle persone che professano questa religione e come siamo disposti ad ascoltare le loro ragioni. In effetti l’islamico, rigorosamente solo, più che un ospite sembra un bersaglio e via via che la trasmissione prosegue l’intento di metterlo in difficoltà si appalesa.
Prima di proseguire, al fine di evitare equivoci, faccio due precisazioni :
1°) Credo profondamente nel valore del dialogo e cerco di comprendere le ragioni dell’altro anche quando non ne condivido neppure una virgola perché ritengo che l’integrazione passi per la comunicazione.
2°) Nulla è più lontano dal mio modo di pensare dalle posizioni dei seguaci di Maometto nei confronti delle donne.
Ciò premesso ho assistito mercoledì sera con estremo imbarazzo alla trasmissione  “ la gabbia “ dove il solito islamico veniva fatto oggetto ad un vero e proprio tirassegno mediatico. Si trattava di un giovane che era venuto a testimoniare la sua distanza dalle idee professate dai seguaci del radicalismo islamico ed a condannare senza se e senza ma i fatti di Bruxelles. Ciò aveva fatto con chiarezza e coraggio perché non si può ignorare che i gentiluomini da cui prendeva le distanze sono soliti usare, come argomento di dissuasione, lunghi coltelli.
A questo punto è partito un servizio in cui si mirava a dimostrare l’acqua calda e cioè che il costume islamico nei confronti delle donne é diverso dal nostro, per chiedergli conferma di ciò ed invitarlo anche in questo caso ad esprimere  il suo dissenso.
In particolare venivano intervistati alcuni iman; una giornalista che impersonava una ragazza occidentale pronta a convertirsi  chiedeva ad uno di questi se potesse “dormire” con il proprio fidanzato. L’iman ovviamente rispondeva, come gli altri, di no ed a questo punto tutti i presenti si sentivano in dovere di indossare i panni dei maestri e di pretendere una sorta di abiura dal malcapitato. Ovviamente un tale costume è oggi da noi generalmente accettato (e questo mi sembra un bene) ma è appunto un costume che nulla  ha a che vedere con le stragi di cui si parlava e che con il tempo si modificherà. Il ragazzo islamico, che evidentemente non aveva ancora fatto questo salto culturale, era però perfettamente in grado di capire che si voleva evidenziare la superiorità della nostra civiltà e di annacquare l’importanza delle sue precedenti dichiarazioni. Non sapendo che pesci pigliare  si limitava a dire che era stato invitato per parlare delle stragi e non per sottoporre a lente di ingrandimento tutto il corano. La risposta non era soddisfacente, come tutte quelle dettate dall’imbarazzo, ma se fosse stato meno timido e più al corrente delle segrete cose avrebbe potuto benissimo chiedere a sua volta cosa avrebbe risposto ad una simile domanda un sacerdote cattolico.
Ma vi è di più : i severi maestri che l’interrogavano sono i figli di una cultura che in materia di rispetto delle donne si deve solo vergognare.
-Solo nel 1945 le donne in Italia hanno ottenuto il diritto all’elettorato attivo e – tenetevi forte – il 10 marzo 1946 anche a quello passivo. Le quattro donne quattro che siedono nel consiglio regionale senza che questo crei alcun imbarazzo ai colleghi maschi, furiosamente contrari, per ragioni di rispetto, alle quote rosa, stanno a dimostrare che senza questo istituto ( che non mi piace affatto ) le donne in politica faranno la fine dei panda.
- Solo dal 1963 le donne hanno accesso alla magistratura. Gli argomenti sostenuti dai loro compagni per escluderle sono talmente imbarazzanti che preferisco non citarli neppure nel timore di   essere presa per pazza.
-Dobbiamo arrivare al 1975 perché entri in vigore il nuovo diritto di famiglia che parifica i coniugi e consente alle madri di partecipare alle decisioni sul futuro di quei figli che hanno partorito e la cui cura è stata loro demandata in esclusiva perché più adatte alla bisogna ( pannolini  olent ). Ma dobbiamo arrivare al 1983 perché venga meno lo jus corrigendi.
- Solo nel 1981 ( si avete letto bene ) abbiamo una serie di leggi che eliminano alcune delle peggiori storture del sistema
a) Si cancella il delitto di onore. b) l’adulterio della donna viene parificato a quello maschile (legge già considerata incostituzionale con due sentenze del 19/02/68 e del dicembre del 1969 (come dire a passo di lumaca). c) viene eliminato il matrimonio riparatore per cui lo stupratore sposando la sua vittima ( e facendone una donna onesta, come si soleva dire ) evitava la condanna. Anche qui la legge era stata preceduta dal comportamento eroico di Franca Viola, una modesta ragazza di Alcamo, che nel 1967 rifiutò di sposare il suo aguzzino.
-nel 1996 la violenza carnale, gli atti di libidine violenta e tutti i reati correlati si trasformano da delitti contro la moralità pubblica ( sic! ) in reati contro la persona.
-Lo stalking diviene reato solo con legge del 7 ottobre 2015 ed ancora oggi è sottovalutato dalle forze dell’ordine e dalla magistratura
 Chi ha alle spalle una così luminosa tradizione dovrebbe astenersi dal dare troppe lezioni a meno che non sia a caccia di pernacchie.
Se queste lezioni poi mettono a rischio un dialogo faticoso ma essenziale a creare un ponte fra culture diverse in un momento tragico per l’Europa ed il medio oriente si evidenzia la necessità impellente che i maestri di oggi vadano a scuola da psicologi, sociologi ed antropologi che  insegnino loro l’abc della comunicazione, la sola che potrà trovarci alleati nei confronti dell’Isis e un domani molto più vicini anche sotto il profilo del costume.
 

3 commenti

  • 1 Maddalena
    29 Marzo 2016 - 21:27

    Doveroso dirti GRAZIE per aver scritto ciò che penso

  • 2 francesco Cocco
    30 Marzo 2016 - 18:22

    Certo vi è la necessità del dialogo che implica , come sottolineato, la capacità di entrare nelle ragioni dell’ altro. Anche perché si parte da posizioni molto distanti tra loro. Utilissimo (e molti dovrebbero tenerlo a mente) l’ excursus storico sulle conquiste femminili a partire dalla metà del secolo scorso. Ricordo che discutendo la mia tesi di laurea venni preso in giro da un autorevole membro della commissione perché sostenevo l’incostituzionalità della potestà maritale………quanta strada è stata percorsa ma quanto cammino ci attende ancora !!.

  • 3 admin
    31 Marzo 2016 - 03:41

    Andrea Pubusa

    Ottimo intervento. Si tratta, purtroppo, di prese di posizione rare, le donne ancora subiscono in silenzio o facendosi rappresentare da “complici” di leggi, come quella elettorale sarda, ingiuste oltre che incostituzionali. Ha ragione Francesco: c’è molta strada ancora da fare e… in salita!

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