Io, emigrato, vi racconto il voto da Milano

25 Febbraio 2009
1 Commento


Red

Mario Barrui, un sardo residente a Milano, ci ha chiamato per chiederci una spiegazione sul voto. Gli abbiamo dato le nostre valutazioni e lo abbiamo - ovviamente - invitato a leggere e diffondere il blog. Ne abbiamo, però, approfittato per chiedere a lui, uomo di sinistra, com’è visto il risultato nel mondo dell’emigrazione. Ecco il contenuto del colloquio.

Quale esito delle elezioni vi aspettavate tu e i sardi che frequenti?
Devo ammettere che non mi aspettavo una disfatta di questa entità. Ero consapevole delle difficoltà, anche a seguito del massiccio intervento di Berlusconi. Ma pensavo che ce l’avremmo fatta. Sono deluso e soprattutto confuso. La stessa situazione vivono i sardi che conosco. Siamo frastornati.
Hai partecipato alla campagna elettorale?
Beh, sì noi abbiamo i nostri circoli e discutiamo e poi interveniamo sui nostri parenti ed amici residenti in Sardegna. Oggi con la posta elettronica e i blog tutto è più facile ed immediato. Posso dirti che è da una trentina d’anni che l’impegno non era così forte; c’è stata una grande partecipazione di emigrati alla campagna elettorale, con molte iniziative..
Ma fra gli emigrati c’erano divergenze?
Beh, certo, anche Cappellacci ha i suoi sostenitori. Poi un certo seguito hanno i sardisti, che si sono schierati con lui. C’è stata molta sorpresa per questa alleanza dei sardisti e non tutti l’hanno condivisa. Ho avuto però la netta sensazione che Soru fosse di gran lunga preferito. Ci sembrava un vero campione della sardità. I suoi interventi nei media nazionali ci hanno inorgoglito. Un sardo sulla scena nazionale che emozione…un po’ come i neri con Obama, quasi una rivalsa. Sai noi emigrati sulle questioni che riguardano la Sardegna siamo più sentimentali dei sardi residenti. Ci sentiamo una specie di grande tribù, una sorta di nazione… 
E Soru vi è sembrato il capo…
Beh sì…anche perché lui così si proponeva. Ma, forse, è proprio per questo nostro modo sentimentale  di guardare alla nostra Isola, che vediamo le cose deformate.
Come ti è parsa la campagna elettorale di Soru?
Ho avuto la sensazione di una grande determinazione. Mi è piaciuto anche quel suo modo di presentarsi semplice, l’abito di velluto…Sembrava aver suscitato l’interesse e la partecipazione dei giovani.
Non hai visto ombre?
Devo confessarti che non sono mai riuscito a spiegarmi la sua solitudine…i suoi erano monologhi…ha dato l’impressione di essere un uomo solo. Dopo il risultato mi sono interrogato molto su questo e ho tratto la conclusione che forse la chiave dell’insuccesso sta proprio qui: il voler fare da solo, l’ego anziché il “noi”, lui da solo in luogo del collettivo…
Nient’altro?
Ma sai, poi ho ripensato al percorso dalle elezioni del 2004 e indubbiamente ho colto che Soru ha spento, almeno a livello di massa, quell’entusiasmo che lo circondava… Da Nuraghe Losa acqua sotto i ponti ne è passata… La Statutaria, l’accentramento, noi qui li cogliamo poco, ma adesso ripensandoci credo siano fra le cause principali della disfatta…Mi chiedo però perché nessuno l’abbia messo in guardia…i suoi consiglieri cos’hanno fatto?
Ma sai qualcuno ci ha provato… gli egocentrici, però, ascoltano solo quanti danno loro ragione…i collaboratori compiacenti
E’ probabile, a urne scutinate, certamente tutte queste considerazioni ci frullano per la mente…ho riconsiderato anche l’abito di velluto…che senso ha che un miliardario si vesta così? A ripensarci, mio padre, modesto contadino, non si è mai vestito così. Sembrava un travestimento per offrire un’immagine di sè…E se la gente l’avesse percepito così, il boomerang è terribile…
E prima non avete sospettato nulla? Soru vi è sembrato naturale ed efficace?
Sai molti di noi seguivano il sito di Soru e Altravoce, e tutto sembrava procedere a gonfie vele. Ci aspettavamo un trionfo! Certo, l’intervento pesante di Berlusconi, ma rintuzzato alla grande dal nostro  candidato. Anzi, ci siamo convinti che il Cavaliere onnipresente fosse controproducente. Cappellacci sembrava una marionetta. Del resto qualche compagno che segue il Manifesto e legge il Manifestosardo ha avuto la stessa impressione: un Soru decisionista, un pò ruvido, ma molto positivo sopratutto su territorio, ambiente e beni culturali. Democraziaoggi mi è stato segnalato solo adesso; quando, conosciuto il risultato, ho avuto la sensazione d’esser stato malinformato. E così una mia cugina mi ha indicato il vostro blog…Vi ho letto ed occomi qua al telefono.
Ma cosa vi ha colpito nel risultato? 
Ci ha sconvolto il voto operaio e popolare  l’astensione, oltre il 30%! E’ evidente che il  messaggio di Soru colpiva più le aree acculturate urbane, certa intellettualità interessata alle sue iniziative nel campo dell’arte e dell’architetura, molti frequentatori del mondo vituale del web, più che la povera gente…Il voto in questo senso parla chiaro ed è impietoso. E l’astensione e le schede bianche e nulle ancor di più. Noi però da lontano non abbiamo colto questi aspetti anche se qualche emigrato ci segnalava che i parenti dalla Sardegna lanciavano messaggi di sofferenza, di delusione e anche di rabbia dai poli industriali a rischio di chiusura. Ma noi non abbiamo dato peso…possibile che in Sardegna nessuno, a sinistra, abbia spezzato questa falsa immagine! Rifondazione comunista, ad esempio, non per rompere, ma per attrezzarci meglio…
Ti ho  già  risposto: chi lo ha fatto è rimasto isolato; è stato visto come una quinta colonna del centrodestra, anziché come persona preoccupata per le sorti del centrosinistra. Ma torniamo a voi, vi sono arrivati altri segnali?
Ma la tassa sul lusso ha creato molto imbarazzo e incazzo. Il principio era giusto. Bisogna riequilibrare coste e zone interne; ma la tassa doveva essere imposta a tutti, in proporzione al reddito e al valore dell’edificio e della località. Sai molti emigrati, dopo una vita di sacrifici, hanno mantenuto o preso casa in Sardegna per tenere un legame, che è anzitutto sentimentale, spesso col proposito di trasmetterlo ai figli, nati fuori dall’Isola. La tassa per il lusso (che per molti lusso non è) è stata sentita come un tradimento di questo sentimento. E’ stata una grave leggerezza di Soru, che ha creato rabbia e sospetti in molti emigrati. E’ sembrata una mossa propagandistica ad uso interno.
Ed ora state riflettendo sul voto?
Beh sì…è una ferita così fresca e dolorosa…una specie di chiodo fisso. Ne parliamo molto in famiglia e fra di noi. Sai, poi, molti che sanno che siamo sardi, ci chiedono chiarimenti, la sorpresa è generale nell’area del centrosinistra. Non riusciamo a darci spiegazione. Si confidava in una vittoria sonante. Però sta subentrando in noi l’idea che alla base di tutto ci siano dei gravi errori politici e di condotta. 
Quali? Ne avete individuato qualcuno?
Non si può in cinque anni disperdere un consenso così grande come quello che Soru ebbe nel 2004 senza gravi errori. Come ci si può dichiarare a favore dell’identità e mettere il Psd’az nell’alternativa di scomparire o di finire nelle braccia di Cappellacci? O lasciar fuori i socialisti. D’accordo son forze piccole, ma in un testa a testa possono essere decisive. Inoltre, il Psd’az è una forza storica dell’Isola; non ha molti voti, ma metterla alla porta è un non senso. E poi perché dividere? Berlusconi da questo punto di vista è una volpe, unisce e dà spazio a tutti. Anche Cappellacci ha fatto ponti d’oro ai sardisti…voleva imbarcare anche i socialisti, che hanno declinato l’invito votandosi alla scomparsa…
Beh sì sul piano delle alleanze Soru è stato un disastro…
E sul piano sociale? Poche storie, il voto mette in luce uno sradicamento vero e proprio. Stiamo cercando a poco a poco di capirne le ragioni. Non ci convincono certo le spiegazioni superficiali: i tradimenti, la difficoltà di comunicazione e simili. Certo ci sarà anche questo. Ma una sconfitta così grande si consuma nel sociale, nel modo di sentire della gente, nel non vedere risposte alle proprie esigenze materiali. E riguarda innanzitutto Soru, il suo rapporto con i sardi e sarebbe bene che anche lui facesse una seria analisi. Fra l’altro sembra non si fosse accorto di nulla…
A noi questa sensazione l’ha data fin da quando ha del tutto sottovalutato il voto del referendum sulla Statutaria. Poteva considerarlo almeno un sondaggio di massa e correre ai ripari…e invece è andato avanti a testa bassa, senza considerare quel 70% contro in tutti i comuni dell’Isola, salvi cinque in cui la legge l’ha spuntata per pochi voti…
Ma, anch’io, col senno del poi, penso sia stato un grave errore. Sai, la mia attività sindacale mi ha insegnato che non bisogna mai sottovalutare l’opinione dei lavoratori, anche quando ci sembra sbagliata…
Beh, sì questo era un fondamento per i militanti della sinistra. Ma acqua sotto i ponti anche qui ne è passata…
Comunque in un leader certi errori sono imperdonabili. Sai cosa mi è venuto in mente in questi giorni?
Cosa?
Che Soru deve lasciare. Come si fà in  tutti i paesi avanzati, dove il leader battuto va a casa. Dovrebbe farsi da parte, facendo spazio a nuovi protagonisti. Perché se vuol rimanere in sella, come se nulla fosse accaduto, e da le responsabilità agli altri, è già sulla via di un’ulteriore sconfitta.
D’accordo. Ma la responsabilità non può essere solo sua…
Certo. Naturalmente, c’è il duro trend negativo per il centrosinistra, c’è la coalizione, il PD e gli altri partiti. Un vero disastro! Tutti devono fare l’autocritica, anche voi che, da quel che ho capito, avete visto questi difetti per tempo e li avete segnalati con coraggio. Forse dovevate fare di più. Per noi emigrati è più difficile, da lontano è un vero rompicapo. Ma credo anche per voi sia difficile rimettere insieme le macerie …Però provateci, proviamoci. Proviamo  a interrogarci con serietà…senza dividerci…per ripartire.

1 commento

  • 1 Domenico M.
    25 Febbraio 2009 - 23:56

    L’idea che Soru debba lasciare il passo,vista la sconfitta,credo che inizi a serpeggiare fra molti sostenitori di mister Tiscali.E’ fuori dubbio che debba continuare a guidare l’opposizione ma allo stesso tempo dovrebbe dare una mano a trovare e forgiare un nuovo leader che prenda la scena e le redini del centrosx.Si può continuare a fare politica anche facendo un passo indietro,dando cosi ancora più valore a quello che si è fatto fin qui.Non dimenticando che proprio lui è stato a voler l’imposizione del limite dei 2 mandati,segno inequivocabile di rinnovamento.Con questo mandato,anche se all’opposizione, anche lui raggiunge i due mandati.

Lascia un commento