Dal Cile un amico ci scrive…

21 Novembre 2019
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Octavio Abarca Castelli

La vendetta della destra - La strategia della mutilazione

Non ci si poteva aspettare niente di più orrendo che potesse sorgere dalle menti di gente che difendeva fino a poco tempo fa la dittatura militare e la figura di Pinochet ed ora è a capo del potere politico cileno. I giovani che con le loro proteste avevano iniziato la ribellione di massa che aveva messo in ginocchio il “Potere” in Cile, dovevano pagare cara la loro audacia, la loro sfacciataggine di essere stati i promotori della rivolta. L’azione punitiva, come in tante occasioni durante la dittatura, è stata intrapresa dal corpo dei carabinieri cileni, corpo imbevuto dello spirito della dura e inumana repressione nel periodo della dittatura e che in trent’anni di democrazia non è stato mai riformato, al contrario, ricoperto di onori, molti soldi e coccole da parte del centrosinistra cileno. La corruzione generalizzata e le frodi commesse da generali e ufficiali dei carabinieri sono stati vergognosamente ignorati. Un segno di quanto il Potere li volesse ben vicino.  Questo corpo di polizia ha messo in azione quello di cui molti ormai non dubitano,  e cioè che sia stato un atto coordinato di vendetta contro i manifestanti per lo più giovani. Dotati di fucili speciali, alimentati con proiettili d’acciaio ricoperti di gomma, hanno cominciato a sparare, contrariamente a quanto la normativa richiede in questi casi, alla parte superiore del corpo e in faccia ai dimostranti, causando in pochi giorni a più di 200 giovani manifestanti la perdita degli occhi, e portandoli alla cecità parziale o totale. Sicuramente uno degli atti di repressione più crudeli che si possa ricordare in Cile, soprattutto perché colpisce giovani che hanno tutta una vita davanti.  Questi ragazzi saranno i nostri piccoli grandi eroi, che hanno permesso a tutto un popolo ritrovare la dignità e la speranza.
Piñera e il suo governo invece sarà ricordato per i 23 manifestanti morti, per le torture e gli stupri di ragazze e ragazzi detenuti dai carabinieri, per il trattamento inumano di tanti altri detenuti, le bastonate e i colpi ingiustificati su civili inermi, le gravi ferite con armi da fuoco inflitte a bambini di 12 -13 anni, per le fucilate e ferite inflitte agli infermieri delle ambulanze che soccorrevano i feriti. E certamente anche per questo orrendo atto di mutilazione che è stato  causare la cecità a centinaia di giovani dimostranti.  La strategia del terrore ancora una volta è stata usata come mezzo di dissuasione con il fine di fermare le manifestazioni. Ma questa volta la strategia non ha funzionato e la rivolta è continuata. Il bilancio fino adesso, dopo un mese di manifestazioni, è di cinque mila detenuti, più di duemila feriti e 270 feriti con gravi danni oculari.  Tutto un primato a livello mondiale.  Il dottore Dennis Cortes, presidente della Societá Cilena di Oftalmología nella sua denuncia al parlamento cileno e alle N.U. di alcuni giorni fa, con statistiche dei primi quindici giorni di manifestazioni, diceva che:   “ la grande quantità di  feriti agli occhi in queste giornate di protesta  non ha precedenti nella storia cilena e neanche a livello mondiale, siamo diventati sotto questo aspetto tristemente  liders mondiali ”. Aggiunge che: “una revisione degli ultimi 27 anni, prendendo in considerazione tutte le statistiche pubblicate di persone ferite con armi non letali in manifestazioni o zone di conflitto, includendo Israele, Palestina, Gaza, Gerusalemme e molte altre zone, in tutto si contano 1900 feriti con pallottole, dei quali 300 hanno avuto lesioni oculari. In Cile si contano la metà di feriti con lesioni oculari solo nelle prime due settimane”. Sono stati in molti a denunciare questi atti criminali, in prima linea gli organismi cileni ed internazionali difensori dei diritti umani, esortando il governo a porre fine a questa politica repressiva e  la giustizia ad attivare i processi penali contro i responsabili.  Il presidente Piñera, il suo ministro degli interni insieme ai generali dei carabinieri coinvolti in questi e molti altri atti criminali sono stati denunciati. Il ministro degli interni Chadwick, ormai dimissionario, deve affrontare una denuncia costituzionale in parlamento.
Tutta l’amarezza e il dolore che ci portano le morti e il sacrificio di tanti, vogliamo  ribadire che non sono stati vani . Dopo un mese di manifestazioni il governo e la destra si sono piegati a cambiare la Costituzione ultra neo liberale, redatta durante la dittatura di Pinochet e ad  approvare un referendum per  una nuova Costituzione con  partecipazione attiva della gente. L’impensato e l’impossibile fino a qualche settimana fa, cambiare una Costituzione architettata in maniera che fosse quasi impossibile cambiarla, per gli alti quorum necessari e altri accorgimenti legali, oggi diventa una realtà.
Sebbene questa è certamente una enorme vittoria, il premio maggiore, il maggior successo è stato la grande trasformazione subita dal popolo cileno che da suddito ubbidiente diventa un orgoglioso e cosciente protagonista del suo tempo.

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