Christian: uomo di forchetta o di pensiero? Un’idea ce l’ho, e voi?

18 Maggio 2020
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Amsicora

Amici e amiche, confesso senza vergogna: spesso sono confuso. Incerto, perplesso, impaurito. Non so se sono gli altri che stanno perdendo il lume della ragione o io che perdo colpi e non ci capisco piu’ niente. Ad esempio, tutti invocano dal governo autonomia. Ma che diamine! Cos’è questo centralismo becero e ottocentesco?! Decisioni veloci, pronte, articolate, differenziate millimetricamente attagliate al territorio! Ogni regione decida in base al proprio covid-19, e così ogni comune. Chi ne ha poco apra molto, chi ne ha molto apra poco o faccia come crede. Giusto! Questo per molti è il senso dell’autonomia, anche se la pandemia non è routine, è eccezionalità, straordinarietà. Richiederebbe convergenza,, sforzo uitario.
Bene. Il governo apre alle autonomie. Ogni regione, con prudenza e raziocinio, decida cosa fare, assumendosene la responsabilità. Vogliamo riprendere il campionato? Bene. Ogni squadra giochi sotto la sua responsabilità, i ristoratori vogliono ristorare? I Barbieri sbarbare? Bene lo facciano con prudenza e sotto la loro reponsabilità. Non si è sempre detto che autonomia e responsabilità sono indissolubili, che vanno insieme? Bene vadano!
Responsabilità, ecco il verbo, ecco il problema! Ahinoi!, com’è comparsa, un fuggi fuggi generale! Una richiesta impossibile gridano governatori, sindaci, assessori, imprenditori: sospendiamo il codice penale, quello civile, le leggi amministrative e contabili! Perfino quelle morali, che sono già di per sé in desuetudine. Senza questa franchigia, i comuni chiedono alle regioni di assumersi interamente la responsabilità, le regioni lo chiedono al governo, i presidenti delle squadre di calcio a tutti gli organi sportivi, questi ai vertici della Repubblica! Gli imprendotori a tutte le autorita’ civili e religiose. Perfino i vescovi, per cantar messa, invocano il placet!
Compagni e compagne, non ho difficolta ad ammetterlo, l’ho già detto:  sono confuso, ci ho capito poco della situazione. Eserciti di assedianti in nome della libertà di riapertura, se la danno a gambe di fronte alla parola responsabilità. Rinculano, vogliono esenzioni, amnistie preventive, salvacondotti. In questo gran caos non so che pesci prendere, non so cosa è giusto e cosa è sbagliato. Mi sembra tutto giusto e sbagliato insieme. Eppure, c’è nei media un gran spiegare, illustrare, divulgare, esperti dappertutto. Io ho capito questo:  che se apri tutto, il rischio di ripresa del virus è massima, se apri meno, è minore, se non apri nulla, puoi ridurlo al lumicino. Ho capito bene? Ho anche intuito che, se non apri, molti si salvano e molti altri muoiono di fame, se si apre, diminuisce la fame ma molti di noi sicuramente vanno nelle praterie eterne per l’influenza. Lombardia, Inghilterra, USA e ora Brasile e Russia insegnano. Non per buttarla in politica, non sia mai!, è una constatazione: dove ci sono presidenti di destra, votati al e dal mercato, poco preoccupati dal destino dei sudditi, il virus sguazza e impazza, dove si è più prudenti gira meno e meno sono i morti. Mi verrebbe da dire che il c19 è di destra, ma non lo dico.
C’è poco da fare. Solinas trai il dado! Apri porti e aeroporti, arrivano i milanesi? Bene, ci saranno più contagiati, ricoverati, intubati e morti. Mantieni chiuso? Noi sardi possiamo trascorrere l’estate tranquillamente, normalmente o quasi.
C’è però chi vive di turismo, di stagionalità, di commercio, di barba e capelli. Se non si riapre moriranno di fame. Tutt’e due le cose, niente fame niente virus, non possono aversi, al momento. Christian vuoi un consiglio per una decisione razionale? Eccola: dai a tutti quelli che sanno dire “cixiri” un bel sussidio di disoccupazione e lascia tutto chiuso. Oppure, niente sussidio, apri a tutti, anche quelli che “cixiri” non lo sanno dire, e dì al popolo sardo “si salvi chi può!“, come Trump, Jones e Bolsonaro. Allora? Allora, rovista le casse regionali, fai fare i conti, gratta il pentolone e vedi cosa grava meno in danaro e in costi sociali.
Ma chissà perché, sarà per la faccia, sarà chissà per quale altra misteriosa ragione (la panza?), io di Chrisitan mi fido poco, non so a voi, ma a me sembra (rimanga fra noi) uomo più di panza che di testa, più di forchetta che di pensiero. E allora? Allora, mi sto preparando a tutto. Volete sapere cosa farò? Non è che abbia qualche importanza, ma ve lo dico lo stesso. Vi svelo le mie segrete prossime privazioni. Io, ratione aetatis, per ragioni anagrafiche, cercherò di salvarmi barricandomi in casa, lontano da spiagge e monti, da cene, canti e balli. Vita monastica, bellezze! Rigorosamente! Indefettibilmente! Al più grigliate di pesci e bistecche, crobus de sartitzu arrustius, formaggio filante al fuoco de sa forredda. Canonau, carignano o monica. Pardulas e sebadas quanto basta. Tutto in apartheid, nel più rigoroso rispetto del distanziamento, nel cortile di casa, in campagna. Una sofferenza! Ma lo farò volentieri se questa scelta apparirà a Christian la migliore. Non aprirò bocca, abbasserò la testa, accetterò. Gnorsì, ordine e disciplina! Si vuole che la giostra giri? Lasciamola girare, come è avvenuto in molte valli della Lombardia. Con razionalità e giustizia il nuovo Erode, servo dello stesso Dio danaro, saggiamente, anziché i bambini, fa fuori i vecchi. Amen!

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