Coordinamento Democrazia costituzionale: appello: votare liste contro l’invio di armi e la guerra

23 Settembre 2022
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Red

 

Dopo l’qppello dell’ANPI, pubblichiamo quello del CdC, che condividiamo pienamente, con una aggiunta del “Comitato No Armi-Trattativa subito” sardo, e cioè che, per fernare la guerra e il pericolo di stravolgimento della Costituzione, occorre votare le liste che sono esplicitamente conro l’invio di armi all’Ucraina e per una soluzione pacifica nell’ambio delle organizzazioni internazionale a ciò preposte, come recita precisamente l’art, 11 della Carta. Quindi bisogna  andare al seggio e non votare dal PD in giù, ossia le destre variamente articolate, che alimentano il bellicismo atlantista, causa degli attuali pericoli di estensione della guerra e dei disastri dell’economia europea e italiana, a danno delle classi subalterne e dei poveri. Solo questo voto è utile perché può salvare la Costituzione, e creare un’alternativa di governo a favore delle fasce popolari.

 

Condividiamo il documento dell’Anpi, occorre convincere a partecipare al voto, come del resto chiedono anche altri appelli. Non votare è un errore che consegna a chi partecipa un potere maggiore. Questo non va dimenticato ora che le destre si sentono forti, puntano a vincere e cercheranno in ogni modo di mobilitare i loro elettori.

Queste elezioni decideranno della qualità futura della democrazia del nostro paese.

Purtroppo la pessima legge elettorale in vigore non è stata cambiata, malgrado sia stata giudicata la peggiore.

Chi dichiara di avere come primo obiettivo il contrastare le destre, a partire dal PD, non è riuscito o non ha voluto utilizzare al meglio i meccanismi elettorali in vigore per evitare di fare regali alle destre. Al punto che un fronte compatto delle destre, che punta a conquistare il potere per decidere sul futuro dell’Italia, si confronta con una divaricazione tra i soggetti politici che dovrebbero contrastarlo.

A nulla sono serviti gli appelli a contrastare le destre.

Dopo il 25 settembre le destre punteranno a modificare la Costituzione cambiando la sostanza della democrazia italiana. Presidenzialismo, autonomia regionale differenziata, minacce all’indipendenza della magistratura dalla politica sono i punti essenziali di questo attacco all’assetto istituzionale definito dalla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza.

Preoccupa in particolare che i grandi problemi sociali e del lavoro, aggravati dalle conseguenze della crisi energetica e dell’ambiente, della guerra in corso e in peggioramento, dai rischi per il futuro dell’occupazione e della qualità del lavoro e delle retribuzioni, dalla crescita della povertà, anziché essere affrontati e risolti possano precipitare per politiche del tutto sbagliate e socialmente divaricanti, che finirebbero con lo spaccare ancora di più il paese tra settori sociali, tra aree territoriali, tra generazioni.

Tutto questo è aggravato dai rischi di un serio pericolo per la pace nel mondo, provocato dalla crisi Ucraina, e da una ripresa della rincorsa agli armamenti, mentre la crisi climatica è relegata in secondo piano malgrado tutto ne confermi la sua drammaticità, a partire dall’alluvione nelle Marche. Il risultato elettorale deciderà le scelte politiche future e questo nell’immediato richiede di contribuire a fermare le destre.

Dopo il voto sarà necessario prendere nuove iniziative forti e unitarie per una legge elettorale, scegliendo una rappresentanza su base proporzionale e consegnando agli elettori la decisione reale su chi deve essere eletto, per cambiare il titolo V della Costituzione contro la rottura dell’unità nazionale, per garantire l’indipendenza della magistratura dai nuovi attacchi alla sua autonomia, per attuare pienamente la Costituzione sul piano sociale e dei diritti delle persone, per garantire il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione costruendo un movimento unitario per fermare la guerra in Ucraina puntando ad una conferenza internazionale per la pace e scongiurare l’olocausto nucleare.

La Presidenza nazionale del Cdc

 

21 /9 /2022

 

 

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