Sì della Cassazione al referendum su ciò che rimane della legge Calderoli

12 Dicembre 2024
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Andrea Pubusa

Dunque per  i giudici di piazza Cavour, la legge Calderoli può arrivare al vaglio degli elettori, al referendum abrogativo, anche dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, depositata il 3 dicembre scorso, che ha accolto parzialmente i ricorsi di 4 Regioni definendo “illegittimi” sette profili della legge e sottolineando che non si possono devolvere intere materie ma solo specifiche funzioni e neanche in tutti gli ambiti.
Ora la istanza referendaria passa all’esame della Corte costituzionale, che deve esprimersi sulla legittimità della consultazione elettorale abrogativa. Infatti non tutte le leggi sono suscettibili di abrogazione per via referendaria.  Sono escluse, in virtù dell’art. 75 Cost., dal referendum abrogativo le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Non è possibile abrogare disposizioni di rango costituzionale, gerarchicamente sovraordinate alla legge ordinaria. La Corte costituzionale ha esplicitato ulteriori criteri di ammissibilità dei referendum con una copiosa giurisprudenza.
Ora pare che nel caso della legge Calderoli non siano presenti questi aspetti, anche se la legge ha qualche riflesso sulla spesa pubblica e potrebbe, dunque, incappare - secondo alcuni - nel limite disposto per le leggi di bilancio, Ma si tratta di una tesi debole e dunque il referendum ha molta probabilità di essere ammesso. Preparamoci dunque nella prossima primavera a “crocifiggere” in senso figurato Calderoli con la sua nuova legge porcata.
Attenzione però. Perché il referendum sia efficace deve essere raggiunto il quorum di validita, e cioè devono partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto. Perché la norma oggetto del referendum stesso sia abrogata deve essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Ci vuole dunque una grande mobilitazione per convincere gli elettori a recarsi alle urne a votaree sì all’abrogazione.
Hanno diritto a partecipare al referendum tutti cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La legge 25 maggio 1970, n. 352 “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo” dispone le modalità di attuazione della procedura referendaria.

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