Che orribile fine d’anno!

28 Dicembre 2024
3 Commenti


Andrea Pubusa

C’è poco o niente da dire che il mondo non sappia. E non ci sono ansie e dolori che non siano di tutte le persone che mantengono un pò di umanità. Stringe il cuore vedere a Natale i lavoratori di P. Vesme presidiare i cancelli della loro fabbrica e chiedere che venga assicurata la prosecuzione della produzione. E vengono i brividi a pensare all’incapacità del governo a intervenire efficacemente. E ciò non solo per inettitudine propria ma perche’ ormai lo stato italiano, al pari di tutti gli altri in occidente, ha abidicato al suo compito di intervenire in economia. Comandano i padroni senza alcun limite o temperamento. E l’iperliberismo, bellezze!  E così se fino agli anni ‘70 del novecento lo stato poteva programmare e disporre, ora non può dire o far nulla. I lavoratori son soli ad affrontare l’urto terribile. I sindacati possono poco anche loro, dopo la scomparsa dei grandi partiti di massa, dopo l’autoscioglimento del PCI e anche della DC, che aveva anch’essa una componente sociale, che non trascurava la sua base popolare. Ora questo argine non c’è più, praterie si aprono davanti ai padroni e al potere finanziario, che domina incontrastato. Licenziamenti, delocalizzazioni vengono disposti arrogantemente e senza preavviso. Ñon c’è natale che tenga! Tutto viene deciso ìmpersonalmente e spietatamente. L’altro giorno a P. Vesme un lavoratore davanti alla telecamera ha detto: “ho avuto un figlio, confidando sul mio posto di lavoro, ora come gli darò da mangiare?”. Un dramma, insieme ai tanti altri di chi, già in età matura, ha poche alternative.

Ma se qui siamo al dramma  che dire di Gaza e dintorni? Bombardamenti indiscriminati. Ospedali e scuole distrutti. Morti a migliaia, donne, vecchi e bambini inclusi. I bambini muoiono anche di fame e di freddo, non solo per le bombe. E non serve certo discettare sulla natura di questa azione militare di Israele: è genocidio o no? Che sia criminsle e inumano è indiscutibile ed è sufficiente per farci gridare basta! Ma anche qui, chi può fermare un governo che non rispetta il diritto internazionale, viola le decisioni dell’ONU, non ascolta le invocazioni di Francesco che richiama al rispetto dei più elementari sentimenti di umanità. Certo, è stato criminale anche l’attacco di Hamas del 7 ottobre, ma ogni reazione dev’essere proporzionata all’azione, e qui la sproporzione è stratosferica e, fra l’altro, crea in tutto il mondo una condanna di Israele, che, essendo uno stato, deve avere condotte ben differenti da quelle di gruppi armati o terroristici. E anche qui non sono giustificabili gli stati che armano Israele, mentre predicano fittiziamente la pace. Basta bloccare i fananziamenti e l’invio massiccio di armi per far cessare i massacri.

Mentre in medioriente è difficile vedeŕ svolte, qualcosa sembra muoversi in Ucraina. Trump ha detto che quella guerra deve finire  ossia che non dà soldi e armi. Zelensky si dichiara disponibile a trattare e Putin dice la stessa cosa. Essendo una guerra per interposta persona, chissà può darsi che finisca. Può darsi che anche la UE smetta di farsi del male al sercvizio di USA e NATO. Speriamo, ma non è detto. Non ci rimane che far sentire la nostra voce più forte. In fin dei conti, se il 2025 sarà migliore dell’orribile 2024, dipende anche e sopratutto dalla nostra mobilitazione per la pace, il lavoro e la democrazia.

3 commenti

  • 1 admin
    28 Dicembre 2024 - 09:20

    Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=160476

  • 2 Giacomo Meloni
    29 Dicembre 2024 - 01:55

    Sono certamente solidale con i lavoratori della Portovesme Srl che perdono il lavoro, ma continuo a non capire i politici, che soltanto in questi giorni - quando i buoi sono già fuggiti dalle stalle -, si affannano e/o fanno finta di farlo - certamente in extremis - per quei posti di lavoro senza fare una riflessione seria su quali e quanti danni ha prodotto quel tipo di Fabbrica al territorio del Sulcis/Iglesiente , agli abitanti dei paesi vicini ed agli stessi lavoratori in termini di sicurezza e di salute.
    Conoscere un pò di storia di come è nata quella Fabbrica e di quante volte ha minacciato di ridurre il personale e/o di licenziarlo non farebbe male ai signori politici ed anche a molti sindacalisti: Ai politici in primo luogo, ,a cui spetta ricercare alternative concrete e credibili soprattutto oggi alle fabbriche inquinanti.
    I sindacalisti del Sulcis lo sanno benissimo che una delle maggiori cause che ha provocato le molte crisi aziendali della Portovesme Srl è il venir meno dei siti - discariche autorizzate - dove poter scaricare la montagna di rifiuti /scorie/scarti di lavorazione dei fumi di acciaieria. Su questo problema non ho letto nè sentita una parola nè dai politici nè dagli stessi sindacalisti .Questo problema invece è più grave ed importante dello stesso costo dell’energia elettrica che serve in gran quantità per questo tipo di lavorazione. Fattore che oggi potrebbe trovare soluzione e/o attenuazione con un piano energetico regionale credibile delle energie rinnovabili. In più nel recente passato alla Porto/Vesme Sr/Glencore sono venute meno le azioni del Vaticano -leggi Ior.
    Ne fanno fede le frequenti visite del cardinal Bertone alla Fabbrica e non certo per i legami di solida amicizia col rag. Lolliri ex AD di quella Fabbrica. Povera Sardegna e poveri tutti noi, che purtroppo abbiamo una classe politica e sindacale che non studia più, ma che pensa di risolvere i problemi del lavoro con le parole al vento, le agitazioni e scioperi senza prospettive serie di riconversione industriale.
    Giacomo Meloni segr. Gen. le della CSS

  • 3 Luciano Lussorio Virdis
    30 Dicembre 2024 - 13:16

    Non mi ricordo di un articolo così azzeccato e argomentato sol problema Sulcis; l’incapacità di guardare al futuro da parte della politicae la testardagine di sindacati e operai che si accontentano di vivacchiare con la cassa integrazione e talmente evidente che cava gli occhi a tutti.
    Nel 1999 Rubbia, allora presidente di ENEA e del CRS4, presentò un progetto per rendere la Sardegna completamente indipendente dalle fonti fossili, attraverso il Solare termodinamico e l’Idrogeno, progetto ripresentato nel 2004 senza esito.
    Nel 2006 Rubbia fu cacciato via da ENEA da Berlusconi, lasciò il CRS4 tanto non gli lasciavano fare nulla, se lo presero gli spagnoli che nel giro di 5 anni realizzarono oltre 50 centrali di Solare Termodinamico, per un totale di 2.300 MWe, creando una filiera di 24.000 addetti, oggi le imprese spagnole costruiscono le centrali termodinamiche in tutto il mondo, pur avendo una tecnologia a olio diatermico, la metà efficiente rispetto ai Sali fusi del brevetto ENEA.
    Nel 2012 sono state proposte 4 centrali di Solare Termodinamico a Sali fusi per 380 MWe, ma l’opposizione a tutti i livelli fu tale che nessuna delle centrali venne autorizzata; in particolare l’opposizione della giunta Piglaru che rinunciò a un investimento di oltre 1 Miliardo di Euro e a migliaia di posti di lavoro, per inseguire la dorsale del gas.
    Nemmeno i sindacati volevano credere che la costruzione di una sola centrale di solare Termodinamico occupava per tre anni 1.500 addetti, e 100 per la gestione, senza contare l’indotto; per far capire che quei numeri erano veri gli ho fatto vedere su Stret View il parcheggio di una centrale in costruzione, dove erano presenti oltre 400 autoveicoli.
    Il resto è il nulla su tutti i fronti dell’energia, nonostante la Sardegna potrebbe attivare un mix energetico di rinnovabili e accumuli che nessun’altra regione ha; inoltre l’Enel ha vinto l’appalto per installare 504 MW di batterie per la Sardegna, è promotore di un progetto dell’ONU “Sardegna Isola Verde” per rendere la Sardegna indipendente dalle fonti fossili entro il 2030, ma di questo tutto tace.

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